Lucius.

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Helena si sedette tremante sul suo letto e lesse e rilesse con un'espressione di puro terrore misto ad adrenalina il contenuto di quella lettera finché non ne imparó il testo praticamente a memoria.
Era scioccata, sorpresa, stupita, spaventata, incredula, emozionata.
Non sapeva cosa fare o pensare. Non sapeva se effettivamente fidarsi di quel pezzo di carta che diceva chiaro e tondo che lei, Helena "Valentino" (non aveva idea del perché il suo cognome fosse tra virgolette e il suo nome no), era una strega Purosangue, ovvero nata da una famiglia di maghi e streghe, e che il primo settembre di quello stesso anno avrebbe dovuto cominciare a frequentare la "Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts" per inziare un percorso formativo lungo sette anni. Avrebbe dovuto lasciare la scuola Babbana (non capiva cosa intendessero con quella parola), sarebbe dovuta essere smistata in una delle Quattro Case (non capiva neanche quel termine) e doveva vivere in quel posto ogni giorno, ad eccezione, se lo desiderava, delle vacanze di Natale, Pasqua ed estive.
Dopo averla letta per la decima volta almeno, si "sveglió" da quell'ipnosi in cui era caduta.
"Devo dirlo a mamma e a papà, loro sapranno cosa fare, devono saperlo per forza." Si disse, ma poi si ricredette "Ma no, cosa dico? Che stupida sono. Neanche credono quelli all'esistenza della magia, dovrebbero credere a questa lettera che afferma il contrario? Dovrebbero credere che IO sono una STREGA? Penserebbero che l'ho scritta in preda alla noia."
Lanció la lettera sul comodino, mentre lei si sdraiava sul suo letto con le mani tra i capelli, quasi piangendo ma allo stesso tempo quasi scoppiando a ridere, senza sapere affatto come prendere quella notizia o che sentimenti provare a riguardo. C'erano tante cose che non aveva del tutto afferrato, ma c'era un dettaglio che sembrava sfuggirle più degli altri.
"Purosangue..." pensava "... ovvero nata da una stirpe di maghi e streghe... Un momento, questo dovrebbe significare che anche mamma e papà sono un mago e una strega? E magari anche i nonni?" Spalancò la bocca, quasi nel panico. "No, no, no. Avranno sbagliato, avranno sicuramente sbagliato a scrivere. Non è possibile, non è logico." Rise nervosamente tra se e se, tranquillizzandosi un po' '. Alzandosi di nuovo a sedere riprese la lettera in mano, sdraiandosi con essa sul petto. Stringendola a se.
Era il suo sogno. Era sempre stato il suo più grande desiderio che la magia fosse reale. Non che non avesse mai davvero creduto che potesse avere ragione, ma ora quella lettera le stava dicendo veramente che la magia esisteva e che lei era sempre stata una strega. Quello confermava tutto ciò che aveva creduto fermamente per tutta la sua vita, e contemporaneamente le sconvolgeva tutto.
"Assurdo. Assurdamente assurdo." Pensó sorridendo a 32 denti, mettendosi le mani sugli occhi.
Tutto questo non aveva alcun senso per lei, ed allo stesso tempo aveva tutto il senso del mondo. Ciò poteva spiegare la sua passione per le arti magiche, la sua capacità di fare cose fuori dal normale quando non riusciva a controllare le sue emozioni... come quella volta che litigando con sua madre, gridó talmente forte da rompere tutte le finestre della casa, comprese quelle al piano di sopra. Non erano mai riusciti a spiegarsi quell'accaduto, anche se lei in fondo in fondo, la spiegazione se l'era già data. Finalmente adesso aveva compreso anche la sua voglia di stare con persone che la potessero capire, che adesso interpretava come voglia di stare con i suoi "simili". Aveva avuto solo un'amica in tutta la sua vita: Noelle. E le sarebbe sicuramente dispiaciuto lasciarla così, quasi totalmente. Ma chissà quanti nuovi amici avrebbe trovato lí.
Si addormentò cosí, con un sorriso stampato sulle labbra, sentendosi meno sola di prima, pronta ad affrontare tutto quello che sarebbe successo dopo.

[...]

Helena si sveglió al suono della sveglia, trovandosi la lettera addosso. La piegó e la ripose sul comodino all'interno della sua busta originaria, trattandola come se fosse la cosa più preziosa del mondo.
Si alzò in piedi e si stiracchió, il sole splendeva già alto nel cielo e lei si sentiva felice come non si era mai sentita prima.
Andó in bagno, si fece una doccia calda e si lavó, asciugó e pettinó i lunghi capelli. Si vestí e scese le scale per andare in cucina, dove trovó sua madre e suo padre seduti, intenti a parlare sotto voce. Quando si accorsero della sua presenza peró si zittirono subito e la guardarono.
Louise stette molto attenta a non farlo notare, ma si vedeva che aveva pianto.
<< Buongiorno undicenne! >> gridó sua madre alzandosi per andare ad abbracciare la figlia. Helena rimase rigida.
<< Perché hai pianto, mamma? >>
Le chiese molto seria. Il sorriso con cui si era svegliata le era sparito dal volto.
<< Io? Io non ho pianto! Cosa te lo fa credere? >> e sparí quasi correndo su per le scale. Helena la guardó andare via, non sapendo bene come reagire.
<< Mi spieghi, papà? >> chiese Helena al padre mentre si sedeva di fronte a lui, dove prima era seduta sua madre.
Anthony si poggió sullo schienale della sedia a braccia conserte. La piccola poteva giurare che lui avesse gli occhi lucidi. Non si capiva bene se per rabbia o tristezza.
<< Vai a scuola, Hel. >> disse sbuffando lui, facendo per alzarsi.
<< Non mi muovo da questa sedia finché qualcuno non mi dice che cosa sta succedendo. >> alzó la voce Helena. Il padre si rimise a sedere leggermente contrariato e chiamó la madre, che dopo qualche secondo entró a testa bassa e si sedette accanto a suo marito, non guardando sua figlia negli occhi.
<< Voi lo sapete, no? Della lettera. Della scuola. Della magia. Sarà per questo che siete tristi. Perché non avevate ragione tutte le volte che mi avete troncato la voglia di sognare, perché tutto quello che dicevo era vero. Vi darà fastidio questo, no? >>
Disse Helena incrociando le braccia, con aria di sfida. Si sentiva molto forte dopo quel discorso, ma cominció a spezzarsi quando vide sua madre scoppiare a piangere e suo padre tirare su col naso.
<< Io non volevo... >>
<< Non è colpa tua. Sappiamo di questa cosa da quando sei entrata in questa casa. Siamo solo davvero straniti del fatto che sia arrivata in inverno, ci avevano detto non prima di giugno, ma non ha più importanza, è arrivata. Adesso è complicato per noi accettare che sia giunto il momento che tu conosca la tua vera... >> Louise interruppe Anthony << ...natura. >> disse tutto d'un fiato, tirando un'occhiataccia a suo marito.
Helena era molto confusa da quello scambio di sguardi arrabbiati e tristi a cui stava assistendo, ma non fece domande.
<< E non mi avete mai detto niente perché... >>
<< Perché speravamo che questo giorno non arrivasse mai. Non vogliamo lasciarti andare via così da noi. >> singhiozzó sua madre.
<< Ma sapete benissimo che tornerò durante le vacanze. Sarò via solo per pochi mesi alla volta... neanche ve ne accorgerete. >> provó ad abbozzare un sorriso la piccola, che sembró più forzato che altro.
<< Non tornerai. Lo sappiamo benissimo. E anche se tu ora dici così, è perché non sai ancora che lí troverai t... >> Anthony fu di nuovo interrotto da sua moglie. << tanti amici con cui ti troverai tanto bene, e quindi sarà difficile per te tornare a casa. >> disse di nuovo lei tutto d'un fiato tirando una gomitata a suo marito provando a non farsi vedere dalla figlia, ma fallendo.
<< Oh, insomma, cosa mi state nascondendo? >> alzó la voce Helena, facendo dondolare il lampadario. Lo guardó compiaciuta. "Chissà cos'altro impareró a fare in quella scuola." Sorrise al pensiero, ma tornó subito seria, aspettando una risposta dai suoi genitori che invece cambiarono discorso.
<< Questi saranno i tuoi ultimi mesi di scuola "normale" >> disse il genitore facendo le virgolette con le dita << dopodichè in estate ti spiegheremo quello che dovrai fare prima di partire. Io e tua madre siamo stati informati undici anni fa, quindi sappiamo tutto quello che serve. Ora non voglio che tu ci chieda più nulla di questa faccenda fino a che non sarà arrivato giugno, intesi? >> concluse arrabbiato suo padre, calmandosi solo alle carezze della moglie sulla schiena. Helena non voleva creare altri problemi. Aveva un sacco di dubbi: come la faccenda del "purosangue" o il significato di "babbana", ma di sicuro non andava giù ai suoi genitori che lei fosse una strega e lei non aveva intenzione di farglielo pesare ancora di più.
<< Vado a scuola. >> disse sconfitta uscendo dalla cucina. Nell'ingresso si mise le scarpe, il cappotto e lo zaino in spalla. Dopodiché uscì di casa sbattendo la porta.

<< Lo scoprirà a tempo debito, Tony. Non serve che glielo diciamo adesso. >> disse Louise piagnucolando.
<< È stato un colpo basso da parte sua mandarle la collana ieri sera. In dieci anni non lo aveva mai fatto.>> guardó l'orologio sul muro << Sarà qua a momenti, vieni. >> si alzó dal tavolo, andando davanti al camino. Sua moglie lo seguí e si mise in piedi accanto a lui, a giusta distanza dal fuoco.
8 del mattino. Fiamme verdi si alzarono, riempiendo la stanza di una luce innaturale.
I signori Valentino si coprirono gli occhi, aspettando che le lingue di fuoco cessassero.
Li riaprirono dopo pochi secondi e un uomo alto, vestito di nero con i capelli lunghi e bianchi, occhi ghiaccio e un bastone tra le mani apparve nel loro salotto.

<< Anthony, Louise. >> disse l'uomo chinando leggermente il capo verso i due.
<< Lucius. >> dissero in coro i genitori di Helena, chinando il capo a loro volta.

Nati Malfoy. ~ [Born Malfoy.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora