King's Cross

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Arrivarono in stazione, parcheggiarono la macchina e scesero tutti insieme.
La madre teneva a stento le lacrime, il padre portava le due valigie della figlia ed Helena stringeva a se' la collana col serpente come fosse l'unica cosa che importasse veramente in quel momento.
Si ritrovarono davanti ai vari binari e corsero verso il 9.

Ricordandosi che avrebbe dovuto attraversare un muro casuale (ma non troppo) tra il binario 9 e 10, stando bene attenta a non farsi vedere da nessun "babbano" (aveva già imparato questa nuova parola per descrivere gli umani non magici), insieme ai suoi genitori ci corse in contro e sparí.
Come se avessero semplicemente attraversato una strada, boom, il binario nove e tre quarti si presentò davanti ai loro occhi in tutta la sua magnificenza.

Helena era incredula, sognante, immobile a fissare il treno fermo al binario mentre veniva occupato dai ragazzi subito dopo che finivano di salutare le loro famiglie. Dai più grandi che stavano per frequentare il loro ultimo anno di scuola ad Hogwarts, ai più piccini che sembravano tutti spaventati quanto Helena. Guardando quella scena così caotica ma quasi familiare, si sentí meno sola.
Niente però sembrava vero, le pareva più un sogno.

<< Hel? Hel? >>
Si risvegliò da quello stato di trance nel quale era caduta.
<< Sí? >>
<< Ho controllato mille volte le tue valigie ed hai tutto il materiale occorrente. >> disse tirando su col naso Louise.
<< Hel, per quanto ci faccia male dirlo, devi salire sul treno adesso o partirá senza di te... >> disse Anthony con tono triste e un po' di rimprovero.
<< Ma, ma io... >> non le uscivano altre parole, non sapeva cosa dire o cosa provare. Le sembrava quasi che stesse vivendo quest'esperienza al di fuori del suo corpo talmente surreale era il tutto.
<< Vai, Hel.>> disse secco Anthony che aveva messo la corazza da "uomo forte" per nascondere il dolore di star lasciando andare davvero sua figlia per la prima volta da quando era nata.
Helena si fece coraggio, abbracció i suoi genitori per l'ultima volta senza fiatare per non rendere la situazione ancora più strappalacrime. Poi prese le sue valigie e salí sull'Hogwarts Express senza guardarsi indietro, ancora una volta per non rendere le cose più difficili di quanto già non lo fossero.

I cambiamenti l'avevano sempre spaventata, lasciata come paralizzata, ma stavolta era diverso. Nonostante sentisse che la nostalgia di casa già la stava avvolgendo, sapeva nel profondo che quel cambiamento era esattamente quello che a lei serviva adesso, e che quindi piano piano non solo si sarebbe abituata all'assenza da casa sua, ma col passare del tempo avrebbe realizzato che solo quella in cui era arrivata in quel momento era la situazione perfetta per lei.

Entró così in uno scompartimento vuoto e si sedette vicino al finestrino giusto in tempo per riuscire a vedere e salutare i genitori al binario con la mano e guardare mentre la stazione di King's Cross si allontanava sempre di più dalla sua visuale.

Chiuse gli sportelli dello scompartimento perché c'era troppo rumore di ragazzi che parlavano, ridevano e correvano fuori nei corridoi e nonostante lei non fosse quello che si dice un "lupo solitario", era piuttosto timida e ancora non se la sentiva di iniziare a socializzare, così si mise a leggere il suo solito libro preferito indisturbata... o quasi.

<< Si può? >> chiese un ragazzino dai capelli rossi entrando senza bussare nello scompartimento ormai non più così vuoto.
Helena si giró di scatto, sorpresa.
<< Sí, certo. >> disse educatamente nonostante odiasse essere interrotta mentre leggeva, ma in questo caso forse non le aveva dato così fastidio.
Che stesse per farsi un nuovo amico?

<< Ron, comunque.. Weasley. >> disse il rosso porgendo la mano alla piccola, che subito la strinse.
<< Helena Valentino. >> sorrise leggermente.
<< Wow "Valentino", sembra quasi un nome finto, direi da nobile >>
<< Da nobile? Ma magari... >> ridacchió Hel un po' in imbarazzo.
Scambiarono per un po' qualche parola sulle loro vite e fecero qualche battuta a volte sensata e a volte meno, quando ad un certo punto ad Helena venne in mente che c'era un'unica cosa che le sfuggiva più di altre e che purtroppo nei libri in biblioteca non aveva potuto studiare.
Magari Ron sapeva qualcosa in più, d'altronde anche lui era un mago purosangue e, da quello che le aveva raccontato in quei pochi minuti, tutti i suoi fratelli avevano frequentato o stavano frequentando attualmente la scuola di magia e stregoneria. In più suo padre lavorava per il Ministero della Magia.

<< Senti, Ron... tu sai qualcosa di Harry Potter? >> chiese un po' titubante la piccola.
<< Oddio, beh, in realtà credo di sapere quello che sanno tutti cioè solo di come ha ucciso... beh, insomma... tu sai chi... ecco, ma non l'ho ancora visto di persona e non so altro, scusa. >> disse Ron grattandosi la testa nervosamente e guardandosi intorno con ansia.
Helena annuí con convinzione perché era la stessa cosa che sapeva lei e a questo punto pensava che sapesse lo stesso anche tutto il resto del mondo magico.

Ma parlando del diavolo...
<< Scusate, possiamo sederci qua con voi? Gli altri scompartimenti sono pieni. >> disse un ragazzino con gli occhiali rotondi, bassino e magro entrando con una ragazza sicuramente del primo anno, con i capelli castano chiaro e gonfi che sembrava molto snob.
<< Io sono Hermione Granger, e tu.. sei? >> disse sedendosi nel divanetto davanti a Ron, quasi ignorando la presenza di Helena accanto a lui.
<< Ron Weasley. >> disse deglutendo per l'imbarazzo.
<< Piacere di conoscerti. E tu come ti chiami? >> finalmente aveva degnato di un po' di attenzione anche Helena.
<< Helena... Valentino. È il mio primo anno. >> e sia Hermione che Ron dissero in coro che anche loro erano al primo anno, facendo seguire a questo coretto uno scambio di sguardi imbarazzati e allo stesso tempo divertiti tra i due.
<< Anche per me lo è in realtà... ah, Harry comunque. >> disse quello con gli occhiali che fino a quel momento aveva solo guardato la scena sorridendo di poco.

Ci fu un momento di silenzio.

<< Potter? >> chiese Helena curiosa.
Harry annuì senza darci molto peso, ovviamente non avendo la minima idea di cosa significasse essere lui.
<< COM'È STATO UCCIDERE COLUICHENONDEVEESSERENOMINATO? >> gli gridò in faccia Ron esaltato, senza un minimo di tatto.
Hermione lo sgridó, pensando che Harry potesse trovarlo un argomento inopportuno ma, anzi, fu divertito dal modo di approcciarsi del rosso.
<< Non mi ricordo granché sinceramente, solo tanta paura e tanta luce. So però anche che da quella notte ho questa cicatrice qua. >> e si alzò i capelli dalla fronte per mostrare il disegno esatto di un fulmine.
Helena rimase spiazzata dalla calma che mostrava quel ragazzo nel raccontare che (anche se molto poco) si ricordava di come aveva ucciso uno dei maghi più forti di tutti i tempi quando era solo un neonato, ma lo ammirava molto anche per questo.

Il resto del viaggio lo passarono tutti e quattro a chiacchierare, a scherzare e ad imparare piano piano a conoscersi, condividendo ricordi o aneddoti delle loro rispettive vite, ma anche parlando di cose generali della vita e tutti erano contenti del fatto che avrebbero dovuto vivere di lí a poco la stessa identica esperienza ( o quasi ) in quella nuova scuola e che non avrebbero mai più dovuto affrontare niente da soli da quel momento in poi, perché già si sentivano legati nel profondo.

Il tempo passó talmente in fretta sopra quel treno, che senza che i quattro se ne accorgessero era giunto finalmente il momento di scendere da lí e di iniziare a tutti gli effetti la loro nuova e vera vita.
Insieme.

Nati Malfoy. ~ [Born Malfoy.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora