Primo settembre.

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1 Settembre.
Ore 7.45
La sveglia in camera di Helena Valentino suona.
La finestra e le porte sono chiuse, la serranda è abbassata.
Entrano solo piccoli spiragli di luce, che bastano per illuminare lievemente l'ambiente.
La piccola è già sveglia, spegne la sveglia di scatto, si mette seduta con i piedi poggiati sul tappeto sotto il suo letto.
Si guarda intorno, l'ultimo giorno che vede la sua stanza fino a dicembre.
Si alza dal letto, alza le tapparelle e apre la finestra.
Entra un'aria fresca, autunnale nonostante sia ancora estate, qualche nuvola è nel cielo, gli uccellini cinguettano, e tutto sembra normale.
Ma non é tutto normale.
Helena oggi non si sente normale.
Va in bagno e si lava, si veste, si pettina, si asciuga i capelli mossi, si prepara per andare via.
Quando è pronta si guarda allo specchio, si sorride, è tutto normale, i capelli sciolti e lunghi, il maglione verde e i leggins neri profumati, ma lei non si sente più normale.
Torna in camera per vedere se ha preso tutto l'occorrente e vede la collana col serpente sul comodino.
La guarda come fosse la cosa più preziosa che ha e la indossa.
Si guarda allo specchio di nuovo, si sorride toccandosi la collana.
Scendendo le scale sembra tutto normale, l'odore di pancakes con la marmellata e di caffè inonda il piano di sotto come ogni mattina. La Tv è accesa sul telegiornale 24h, come ogni mattina.
Vede le sue valigie davanti alla porta d'ingresso, le viene il magone.
È tutto reale.
Entrando in cucina suo papà le sorride. Lei lo abbraccia.
La mamma le da un bacio sulla fronte mettendole la colazione in tavola.
Helena mangia in silenzio, e nessuno apre bocca.
Finita la colazione, Louise sparecchia mentre Anthony legge il giornale.
Era tutto troppo normale, quasi surreale, come se quella fosse una mattina come tante.
Ma non lo era, oh, se non lo era.
Finalmente i suoi genitori si guardarono, si sedettero sul divano e fecero sedere anche la piccola.
Anthony parló per primo.
<< Come ti senti, raggio di sole? >>
Le mancava sentirsi chiamare così dal suo papà.
<< Strana, però bene credo. >>
<< Sai che per qualsiasi cosa basta che parli con Silente, vero? Ti abbiamo spiegato tutto il necessario per ora ma se qualcosa dovesse andare storto, ti prego, parla con Silente. >> la pregó sua madre.
Helena annuí, pur chiedendosi come potesse fidarsi di un completo sconosciuto solamente dai racconti dei suoi genitori.
Ore 8.45
La stazione ferroviaria distava un'ora e quaranta da casa Valentino.
<< Dobbiamo andare. Il treno è alle 11. >> disse sommessamente Helena.
I suoi genitori si alzarono lentamente, svogliatamente.
Presero le chiavi della macchina, le valigie della piccola e uscirono di casa senza parlare.
Helena prima di chiudere la porta d'ingresso guardó per l'ultima volta la sua casa, annusó per l'ultima volta quell'odore tipico di ogni casa che quando senti ti ricorda proprio quella famiglia.
Accarezzó per l'ultima volta il muro del salotto.
Guardó per l'ultima volta le foto incorniciate sopra al camino.
Foto felici, una con lei e la mamma in spiaggia, aveva 2 anni.
Una con il papà sulla panchina di un parco che lei da bambina adorava, aveva 5 anni.
Una foto con tutti e tre insieme, davanti un edificio bianco con un bellissimo portico, la scritta sul palazzo è coperta dalle teste dei suoi genitori ma le dissero sempre che quello era l'ospedale dove lei venne partorita. In quella foto aveva un anno e mezzo.
Si mise le scarpe e si chiuse la porta alle spalle.
Respiró l'aria fresca del mattino e guardó per l'ultima volta la stradina nella quale era cresciuta.
Salí in macchina quando i suoi finirono di caricare i bagagli e misero in moto.
L'auto partí ed Helena si godette l'ultimo viaggio in macchina con i suoi genitori.
Iniziava una nuova vita.

Nati Malfoy. ~ [Born Malfoy.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora