Sono passati 6 anni da quel giorno in cui feci la mia prima lezione di danza. Era cambiato tutto e nulla. Avevo 18 anni e stavo completando gli studi a scuola. La zia si preparava ad andare in pensione e Pargly era sempre più grasso.
La cittadina era sempre la stessa, il paese era sempre lo stesso.
Io non ero più lo stesso da quando incominciai a ballare.
Il mio vivere era un vivere discontinuo, l'unico modo di vivere era quello di farmi del male. Perché stavo amando e mi ero ripromesso di non farlo mai.
Amavo la danza. Amavo sentire la musica scorrere nelle mie vene. Era come una droga per me.
Come le torte irresistibili della zia. Vivevo solo per quelle due ore al giorno di danza. Da quando sentivo i miei piedi a contatto con il pavimento, da quando le gocce di sudore mi scivolavano dal viso e fino a quando l'asciugamano non le toglieva dal mio corpo. Io vivevo. La danza mi teneva in vita.
Per quel poco che facevamo nel mio paese i saggi di fine anno di danza per me erano come delle audizioni in Accademia.
Mi ero appassionato alla danza contemporanea, pensavo solo a quello.
Era il 13 Giugno, ultimo giorno di scuola, esami scolastici.
Erano le otto del mattino e con la mia bicicletta ero sotto casa di Billy, l'unico ragazzo della città a cui ho mai rivolta la parola.
Il nostro fu un incontro casuale. Io ero appena uscito dalla scuola di danza e stava piovendo molto forte. Di lì a poco un motorino si ferma e un ragazzo disse:
-" Ti serve un passaggio per tornare a casa?". Era Billy. Io accettai e da quel momento in poi diventò mio amico.
Era fidanzato da un anno con April una ragazza della scuola. Un ragazza discretamente bella, ma che per Billy era la più bella del mondo. Io non parlai mai con April, non mi è mai interessato avere una conversazione con lei, ecco perché lei mi reputava pazzo e cercava di convincere Billy a non parlarmi più. Ma questo non accadde mai.
Ero diventato un ragazzo molto "carino" secondo mia zia. La danza mi aveva fatto diventare molto alto. Capelli lunghi e biondi, che spesso fermavo con una fascetta elastica durante le lezioni di danza, occhi verdi.
Eh si la danza mi aveva cambiato... ma forse non del tutto. Ero felice ma non completamente.
Erano le 8:15 e finalmente Billy scende. Lascio la bicicletta a casa di Billy e salgo sul suo motorino.
E finalmente arriviamo a scuola.
Avevo preparato una tesi di argomento scientifico. "Le emozioni e il nostro corpo".
Quel giorno fu una soddisfazione, almeno per la zia.
Per me era un pensiero in meno. Adesso volevo solo andare a danzare.
Erano le 16, posai la bicicletta ed entrai a scuola di danza. Louise, la mia insegnante era felicissima o almeno sembrava di esserlo, quando entrai. Stavo posando la borsa quando mi abbracciò, mi baciò sulla fronte e mi diede un regalo.
Una carta colorata con un bel fiocco rosso teneva nascosto il misterioso regalo.
-" Non è il mio compleanno Louise..." Le dissi.
-"Lo so ma tu aprilo lo stesso, spero che ti piaccia, o che ti sarà utile..."
Non avevo la minima idea di cosa mi avesse regalato, ma lo ammetto ... ero abbastanza curioso.
Strappai la carta da regalo, tolsi il fiocco, e vidi un libro o almeno dall'esterno sembrava proprio un libro. Copertina verde scuro e pagine gialle, antiche, bellissime e profumate. Non c'era scritto niente.
-"A cosa mi serve un libro se non c'è scritto niente?".
-" Non è un libro Jo, è un album fotografico."
-"Allora a cosa mi serve un album fotografico?".
-"Vieni con me Jo".
Allora entrammo in sala, ci sedemmo e mi diede un volantino. "Audizioni Accademia Inglese di danza contemporanea".
-"Sai Jo, dopo Peter tu sei stato il più bravo allievo che in tutta la mia carriera io abbia mai avuto, sei pieno di talento. A settembre si terranno a Londra delle audizioni. Io vorrei prepararti per riuscire a farti entrare in quella scuola. Te lo meriti. Così, se andrai a Londra potrai conservare tutte le tue foto nell'album. Che ne dici?"
Ero estasiato, toccavo le nuvole con un dito, ma non potevo lasciare così zia Mary, non volevo che lei rimanesse sola. E Billy? Mi sarebbe mancato troppo. Ci devo pensare.
-"Louise, grazie veramente. Ma non so se posso farlo. Ci devo pensare."
-" Va bene, certo! Non ti preoccupare, prenditi tutto il tempo che ti serve. Tieni però lo stesso
l'album."
Quel giorno ballai con mille pensieri per la testa. "E se non fossi bravo abbastanza, "E se la danza fosse l'unica cosa che mi teneva in vita?...e se forse mi facesse del male?"
Finita la lezione, salutai Louise e uscì.
Ad aspettarmi fuori c'era Billy.
-"Possiamo parlare?". Mi disse.
-"Certo! Allora passeggiamo un po', è una bella giornata."
-"Adesso che la scuola è finita cosa pensi di fare Jo?". Mi disse.
-"Non lo so davvero Billy, e tu?".
-" La scorsa settimana mi è arrivata una borsa di studio per Oxford..."
Billy ed io eravamo i più bravi della scuola, non mi stupisce affatto che lui abbia ricevuto questa borsa di studio. Ed ero felice per lui, forse era l'ora di dire addio a Billy e dividerci per sempre. Io all'Accademia, se fossi entrato, e lui ad Oxford.
-" Congratulazioni Billy. Quando te ne andrai?"
-"Fra tre giorni".
-"April come ha preso la notizia? Insomma cosa avete deciso?".
-" Io ed April ci amiamo e lei vuole stare con me per tutta la vita. Abbiamo deciso che lei andrà via con me. Incomincerà a lavorare, ma continuerà a studiare. Pensiamo di affittare una casa assieme e costruire la nostra vita là.".
-"E' una bellissima idea e un bellissimo progetto di vita. Buona fortuna amico!".
-"Jo, spero che verrai a salutarmi fra tre giorni all' aeroporto...".
-"Ma certo Billy! Non mancherei per nulla al mondo.".
-"Bene! Allora ti offro un gelato.".
Mentre passeggiavamo ero molto distratto e buttavo spesso gli occhi in cielo.
-"Jo, cosa ti preoccupa?". Continuò lui.
-"Sai oggi Louise mi ha dato un volantino per delle audizioni all'Accademia Inglese di danza
contemporanea, si terranno a settembre, fra qualche mese.".
-"Fantastico Jo! Ma cosa aspetti. Accetta subito.".
-"Secondo te è la cosa giusta da fare Billy?".
-"Ma certo, la danza è l'unica cosa che ti mantiene in vita.".
-"E se non mi prendono?".
-"Allora vuol dire che non avrai dato il 100%.".
-"Potrei non amare mai più la danza, potrei non vivere più".
-"Corri questo rischio, fidati, andrà tutto bene.".
Detto questo ci congedammo e io ritornai a casa dalla zia.
-"Ti vedo particolarmente allegro, non è mai capitato che tu sia tornato a casa così felice. E' successo qualcosa?".
-" Cosa ne pensi, zia, se a settembre io tenessi un audizione a Londra, per entrare all'Accademia di danza?"
La zia era commossa. Non so se lo fosse perché lei mi vide così felice o fosse commossa per la notizia che le ho dato. Ma subito rispose.
-"Oh, Joseph Miller questa è la più bella notizia che una persona mi potesse dare.". E in lacrime mi abbracciò.
-" Sei sicura che non starai troppo sola?".
-"Oh suvvia Jo, sono sempre stata sola, ma sapendo che tu sarai felice, lo sarò anche io. E poi ci sarà Pargly con me. Intanto la cosa più importante è impegnarti a fondo tutta l'estate."
-"Si zia, mi impegnerò giorno e notte. Lo farò per te che ti sei sempre presa cura e di me, e anche per la mamma.".
-"Tua mamma mi manca sempre tantissimo. Vieni in salotto devo darti una cosa.".
Andammo in salotto e da un grande cassettone tirò fuori una foto di quando la zia e la mamma erano bambine.
-"Prendila, così ci avrai sempre con noi! Ti voglio bene Jo.".
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Dimmi che mi ami
RomanceJoseph Miller vive a West Linton dalla zia Mary dopo la morte della madre. Abbandonato dal padre quando era piccolo aveva promesso di non affezionarsi più a nessuno .... o almeno così credeva, finché un giorno deciderà di inseguire il suo sogno : di...