1 Settembre: dopodomani ci saranno le audizioni, e Louise ed io stavamo prenotando un albergo per
soggiornare quella settimana.
-"Sei emozionato Jo? Ormai ci siamo.".
-"Sto bene Louise, non ti preoccupare".
Non ero mai riuscito ad aprirmi del tutto con Louise, però quel giorno ho voluto farlo una volta per tutte. Volevo raccontarle tutto quello che provavo in quel momento, subito.
-"Sai Louise, io non ti ho mai ringraziato abbastanza! Sei riuscita a non farmi mai abbattere, hai sempre
creduto in me in qualunque cosa facessi. Ogni tua decisione, ogni mia scelta, eravamo sempre io e te. Sei la mia migliore amica. E io ti devo ringraziare di una cosa ancora più importante della nostra amicizia."
-"E di che cosa mi devi ringraziare, sentiamo?"
-"Sei riuscita a fare innamorare una persona che aveva promesso che non avrebbe più amato niente.
Mi hai fatto innamorare della danza.".
Eravamo commossi entrambi, e così ci abbracciammo.
-"Ti voglio bene Jo."
Ecco fatto! Ecco un'altra persona che mi vuole bene a cui io non so risponderle.
Quel giorno, dopo un lungo pomeriggio di prove tornai a casa distrutto. Mi feci una doccia e mangiai un boccone perché ero veramente stanco, ma non troppo stanco per leggere l'ultima e-mail di Billy.
..." Caro Jo, finalmente domani partirai per coronare il tuo grande sogno. Vivere. Ballare per
vivere. Credo in te! Fra qualche giorno April farà 19 anni e io voglio regalarle qualcosa di speciale.
E' da un po' che pensavo di chiederle di sposarmi, e ho messo da parte un po' di soldi per comprarle un anello abbastanza decoroso per la nostra giovane età e per la nostra prematura decisione. Ma io la amo e voglio stare accanto a lei per sempre. Spero che ci sentiremo presto. Buon viaggio e ancora una volta in bocca al lupo!"...
"Lui è fortunato", diceva sempre zia Mary. "Almeno lui ha trovato la sua anima gemella"...
Lei sapeva che io non credevo nell'amore, perciò quando esclamava con frasi del genere, pensava a se stessa e a quanto, forse, sarebbe stata felice accanto all'uomo che amava. Zia Mary fra qualche mese avrebbe fatto il compleanno e speravo di poterci essere, come lei c'è stata per i miei 14 anni o i miei 18 anni. E' veramente una brava persona e di certo non si meritava di vivere una vita senza aver sperimentato cosa è l'amore, non si meritava di certo anche crescere un figlio che non era nemmeno il suo.
Ecco cosa è la bontà. Dare tutto l'amore senza aspettarsi nulla in cambio.
E fu in quella sera, mentre sistemavo gli ultimi vestiti nella valigia, che compresi cosa è il bene, e che questo continuava a non essere fatto per me.
Sistemato tutto mi addormentai, o più che altro cercai di addormentarmi. Ma non ci riuscivo,
stavano combattendo davvero troppe emozioni dentro di me, tanto da impedirmi di dormire.
Solo la tisana calda della zia riuscì a farmi prendere sonno.
Quella sera sognai la mamma. Stavamo ballando nel salotto e ascoltavamo la sua canzone preferita
"Come and get your love" di Redbon. Ero piccolo e lei stava ancora bene da prendermi in braccio e così facevo finta di essere il suo fidanzato e ballavamo insieme. Poi ci sedemmo sul divano e lei mi abbracciò dicendomi: -"Joseph, io sarò sempre con te e tu sarai sempre con me, te lo prometto".
Ad un certo punto la mamma e il salotto erano spariti e io ero circondato dal buio, così mi spaventai
e mi svegliai gridando. Feci alzare la zia che in pena per me entrò in camera mia.
-"Tutto bene Jo?". Mi disse accarezzandomi la fronte."
-"Si si, certo. Tutto apposto. Scusa se ti ho svegliato". Mentii.
-" Hai fatto un incubo?".
E io dissi in lacrime, senza riuscire a camuffare le mie emozioni:
-"No zia, era un sogno bellissimo!".
-" E allora perché piangi?".
-"Perché volevo che fosse vero...".
-"Vuoi raccontarmelo?".
-"No zia, davvero, torna a letto." Mi dispiace non poterle raccontare tutto, ma non ci riuscivo.
–"Forse un giorno te lo racconterò zia, per ora buonanotte!". Mi sentivo un mostro, ma forse lo ero
veramente. La vita mi aveva fatto diventare così.
-"Buonanotte Jo." Disse la zia, chiudendo la porta.
Quella sera decisi di non dormire, o almeno finché non crollai nel letto completamente assopito.
Presi l'album e lo sfogliai dall'inizio. E piangevo, mi sembrava così bello piangere in quel momento. Eppure un mostro non provava emozioni... "E allora perché mi sentivo così..." Forse non ero del tutto un mostro. Forse stavo amando troppo per essere un mostro. Mi ritornava in mente tutto... ogni giorno passato con mia mamma, ogni litigio con lei, la malattia, il suo funerale...
Però... forse sarebbe stato meglio essere al posto suo. Almeno non avrei sofferto così tanto.
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Dimmi che mi ami
RomanceJoseph Miller vive a West Linton dalla zia Mary dopo la morte della madre. Abbandonato dal padre quando era piccolo aveva promesso di non affezionarsi più a nessuno .... o almeno così credeva, finché un giorno deciderà di inseguire il suo sogno : di...