Capitolo 8

6 3 0
                                    


Louise è stata tutta la giornata fuori, mi ha mandato tante foto e mi disse che domani alle 10 sarebbero iniziate le audizioni.
Ero annoiato, non volevo stare in quelle quattro mura; il cielo era così nuvoloso che i fiori del balcone erano talmente  annoiati da provare a buttarsi  di sotto. Decisi che non volevo fare la stessa fine dei fiori e così scesi nell'ingresso dell'Hotel e mi sedetti. Mi tolsi le cuffie. Di solito quanto toglievo le cuffie non sentivo più niente, perché a questo mondo servono delle cuffie enormi per continuare a vivere. Alzai lo sguardo e mi accorsi che sui muri dell'albergo c'erano appesi tanti quadri con delle frasi: "Non dimenticare di tenere accesi i tuoi sogni... Non importa quanto si aspetta, ma chi si aspetta...Non guardate indietro, ci siete già stati... Non cambiare per nessuno, ma migliora per chi lo merita..."
E poi arrivò... "Umani non abbastanza forti da reagire ma abbastanza fragili da annullarsi, dimenticarsi... cancellarsi per qualcuno..."
Ma forse era proprio vero... Siamo esseri viventi ! Anche se in pochi riescono a vivere, a essere abbastanza forti da reagire...
Ho imparato spesso che le persone non riescono o non vogliono comprendere quello che hanno davanti e quindi, di conseguenza non lo apprezzano. Ho imparato che da un giorno all'altro tutto può cambiare e io ne sono la prova, ho imparato che la cosa più preziosa è riuscire a fidarsi di qualcuno, ho imparato ad accettare le delusioni, e la più grande è stata quella di mio padre. Ho imparato ad andare avanti anche quando l'unica persona con cui vorresti parlare è la stessa che ti ha ferita e che non tornerà mai... e ho capito che tutto questo molte persone non lo hanno mai compreso. E che i vuoti che lasciano le persone non sempre possono essere colmati. E proprio quel giorno ho capito che non si finisce mai di imparare.
Quella sera non scrissi nulla a Billy, se non che ero arrivato a  Londra e che avrebbe ricevuto mie notizie nei prossimi giorni. Chiamai la zia e dalla voce si sentiva che aveva proprio un gran sonno!
Quella sera non volevo pensare alla mamma, ma a un padre... che sarebbe stato orgoglioso di me...
Tutti dovrebbero imparare a capire che certe cose finiscono ancor prima di incominciare, come io e mio padre...non siamo mai incominciati... ma siamo sicuramente finiti.
Eravamo appena andati a letto e la mia buonanotte a Louise sarebbe stata l'ultima cosa che avrei detto fino a domani mattina, lei però riaccese la luce del comodino e mi disse:
-"Voglio che tu sappia che comunque andranno le cose avrai sempre un piccolo posto nel mio cuore!"
E spense la luce. E sparimmo.
Infilai la mano sotto il cuscino e tirai fuori un biglietto da parte di Louise ovviamente: "La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro. Leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare..."
Guardai Louise che stava già dormendo e la immaginai come una di quelle persone che non se ne andranno mai.
Sapevo che, comunque sarebbe andata, domani la mia vittoria più grande sarebbe stata quella di essere capace di convivere con me stesso, di accettare i miei, forse troppi difetti... Sono molto lontano dall'essere umano che vorrei essere. Ma ho deciso che non sono tanto male, dopo tutto.

Dimmi che mi ami Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora