They took him. || Prima parte.

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Segue il filo narrativo di "Hurt", quindi potrebbe essere visto come il sequel? Credo.

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Uscendo dalla doccia mentre si preparava per un'altra giornata, Connie pensò all'assoluta stupidità dei cellulari e, in particolare, ai proprietari dei cellulari. L'umana si tenne occupata con la sua routine mattiniera, ma internamente era ancora furente dalla notte scorsa. Non riusciva a capire perché tutti ne avevano uno e non rispondevano mai, perché si era disturbata chiedendo ai suoi genitori di comprargliene uno quando tutto quello che facevano era confiscarglielo, perché Steven non pensava ad usare il suo stupido telefono per farle sapere sulle missioni...

A quel punto, la tredicenne stava prendendo con circospezione la sua borsa d'allenamento contenente la spada, nascosta attentamente dietro dei cappotti invernali. Sua madre e suo padre sapevano entrambi dei suoi allenamenti con le Crystal Gem, ma nonostante questo, sentiva fosse meglio mascondere la borsa nel caso i suoi genitori decidessero di ficcare il naso nella sua stanza. Aprì la cerniera e ne esaminò il contenuto, un abitudine che aveva adottato da un po', e controllò che fosse tutto al loro posto: bendaggi per le mani ormai callose, due bottiglie d'acqua, un cambio di vestiti post-allenamento, una bottiglietta di analgesico tascabile, e, certamente, la spada di Rose. Poggiò una mano sul fodero, rigido e pesante, e prese un profondo respiro.

Chiudendo la borsa, Connie tornò alla sua routine e ai suoi pensieri. Nonostante la frustrazione, si era rassegnata ad usare il telefono di casa Maheswaran per chiamare Steven due volte quella mattina, per confermare l'orario dei suoi allenamente e la sua presenza, solo perché la chiamata andasse direttamente alla segreteria. Non era inusuale, qualche volta Steven si addormentava dimenticandosi di mettere il cellulare in carica, ma tutta quella cosa era irritante. Oggi fra tutti gli altri giorni, voleva essere sicura del programma di allenamento all'ora prefissata, ma dopo la seconda inutile chiamata al cellulare di Steven, era stata obbligata a fidarsi del suo istinto e della sua memoria.

Solitamente, Connie e Steven si allenavano di Sabato con Perla, ma sua madre aveva specificatamente programmato di visitare dei parenti sparsi per tutto lo stato in occasione di un matrimonio o qualcosa del genere. Normalmente, Connie avrebbe tentato di protestare, ma stava cercando di restaurare la relazione con sua madre da quando era venuta a sapere di Steven, delle Gemme, di tutte le avventure magiche...

Così, il giorno prima, Connie aveva accettato di andare con sua madre, solo perché lei fosse chiamata per del lavoro in ospedale che aveva mandato in fumo tutti i loro piani. A casa tutto il giorno con suo padre, che era solo un pochino meno severo di sua madre, Connie l'aveva convinto a lasciarla uscire con Steven durante il giorno e di andare all'allenamento il giorno dopo.

Sfortunatamente, si era divertita talmente tanto con Steven, che aveva finito per dimenticarsi di avvisarlo che ci sarebbe stata all'allenamento come di consueto, e che sua madre aveva avuto del lavoro urgente di cui occuparsi. Si era solamente fatta accompagnare a casa, aveva chiuso la porta dietro di sé e solo un paio d'ore dopo si era ricordata dell'allenamento e aveva provato a chiamarlo. Ma non aveva risposto.

Distrattamente, la ragazza acconciò i suoi morbidi, lunghi capelli in un'intricata treccia e controllò la sua stanza un'ultima volta.

La chiara vista di tutte le sue cose, organizzate nel modo che più le piaceva, disturbate solo dalla presenza della borsa da allenamento, la fece in qualche modo sentire meglio. Connie non voleva per niente essere cattiva, soprattutto con Steven, ed era sicura ci fosse una buona ragione per cui non le aveva risposto, però...
Gli aveva mandato qualche messaggio, provando a non far trapelare in modo troppo ovvio la sua delusione dal fatto che non le aveva risposto nemmeno per messaggio, ma gli mancava. Era un pensiero imbarazzante che le agitava lo stomaco, ma trovò stupido provare a negarlo. I momenti che avevano passato insieme (e i momenti che avevano passato insieme, se si contava Stevonnie) erano alcuni dei momenti più speciali della sua vita. Il mondo sembrava muoversi al rallentatore quando Steven era con lei, giorni e notti si riempivano di risate e lavoro di squadra, il modo in cui la faceva sentire così sicura di sé, il modo in cui a volte le prendeva la mano quando era stressato o giù di morale...

It's okay.|| Steven UniverseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora