Ginnastica ritmica

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Eleonora si sentiva soddisfatta.
La sua vita stava andando finalmente bene ma c'era una cosa che ancora non aveva risolto, taylor.
Non l'aveva più visto, ne sentito.
Decise di chiamarlo.

"Pronto?" Disse lui.
"Taylor dove sei finito?" Disse Eleonora.
"Ecco, Non te l'ho detto ma quella mattina che ti ho accompagnata a casa, dopo avrò fatto sono partito."
"Partito?Dove?" Chiese Eleonora.
Ci fu silenzio ma dopo un minuto peró.

"Per l'America, i miei mi vogliono far continuare gli studi qui".
Eleonora attaccó.
Dopo aver lanciato il telefono per terra mise la testa sul cuscino e una le lacrima scese.
Era strano che piangesse per qualcuno. In genere a lei non interessavano gli altri ma pensava di aver trovato la persona giusta.

"Non sarò mai felice, mai nessuno ci terrà a me, tutti mi prenderanno sempre per il culto e mai nessuno mi vorrà" questa frase Eleonora la diceva spesso.
Ad un certo punto decise di alzare la testa dal cuscino e di guardare la realtà.
Era inutile stare lì a piangere.

Ormai il danno era fatto.
Si deve forza e andó al lavoro.
Ultimamente avendo questi impegni, nonostante lei si allenare tutto il giorno, sentiva di trascurare un po troppo la ritmica.
Ma lei ci teneva e, il giorno della gara era arrivato.

Questa era la gara decisiva, quella che avrebbe segnato tutta la sua vita.
Superata questa gara tutto sarebbe stato più semplice.
Raccolse i suoi lunghi capelli biondi e si truccó di azzurro, come il suo body.
Prese il treno perché la palestra era in un'altra cittá della Russia, piomeno ad 1 ora da Mosca.

Non appena entró, mille persone sedute sugli spalti tiravano nomi.
Non appena lei fece il suo ingresso in sacco di persone le fecero foto.
Andó nello spogliatoio e guardó il tabellone.
Sarebbe stata la seconda a passare.
Fece il suo ingresso con il batticuore e mille emozioni.

Senti il "bip" e la musica partí.
All'inizio tutto bene ma quando stava facendo il giro il suo piede, forse dall'ansia non riuscí a reggere.