6• Progetti

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Dopo essermi ripresa dalla crisi, telefono ad Ari, che mi manca molto.

"Pronto?" risponde.

"Oi sono io! Ho conosciuto il giardiniere!" le dico entusiasta.

"Ma dai?!? Dimmi un po', com'è fatto?"

"Occhi azzurri più chiari dei miei, castano, è un bellissimo ragazzo!"

"Dai che figo! Non vedo l'ora di tornare domani!!!"

"E io non vedo l'ora che torni. È una noia senza di te!"

"Lo so ahahahah comunque ci sentiamo poi... Perché devo andare a cenare. Muah, ciao Jenny!"

"Ciao Ari!"

Attacco e scendo in cortile. Sono le sette di sera, credo che per oggi basta far lavorare quel ragazzo...Ethan, giusto.

"Oi...Ethan,  per oggi può bastare così" gli dico, cercando di sovrastare il rumore del taglia erba.

"Perfetto a che ora devo tornare domani?"

"BAH facciamo per le quattro di pomeriggio d'accordo? Così mio zio sarà già tornato." gli spiego.

"Ah quindi il signor Laurent è tuo zio, non tuo padre."

"Già, mio padre è a Parigi"

"Ah ho capito...vabbe sarà ora che vada"

Ci salutiamo e rientro in casa. Mi passa accanto una delle cameriere più giovani, giovani ma sempre sui quarant'anni.

"Carino in giardiniere eh!" sussurra nel mio orecchio la cameriera e mi metto a ridere.

Il giorno seguente mi sveglio presto così faccio una colazione molto abbondante. Per ingannare il tempo nell'attesa che torni Ariana, scrivo qualche pagina del mio diario segreto, e scrivo anche della strana sensazione nel mio stomaco quando Ethan, il giardiniere, mi ha sorriso. Non mi era mia successo. Sarà che è un bel ragazzo e che mi mette in soggezione, o non so cosa, ma comunque... È proprio un ragazzo carino!

Mentre ero immersa a riempire di disegni e parole il mio diario, qualcuno mi posa le sue mani leggere sugli occhi e a quel punto capisco che Ariana e gli zii sono rientrati! Ci abbracciamo e rientriamo in casa per fare due chiacchiere. Mostro allo zio le scartoffie firmate da Ethan e lui mi fa i complimenti per aver gestito la situazione in modo eccellente. Nel pomeriggio Ethan si presenta per svolgere il suo lavoro, anche se alla fine non ha concluso nulla perché ha dialogato per due ore con lo zio!

Dopo cena, come sempre, io e Ariana andiamo sul tetto a guardare le stelle e a blaterare su ogni cosa. Parliamo di libri, di amicizia, di film e cose assurde mai pensate.

"Cosa facciamo domani, Jenny?" mi chiede.

Non ne ho idea, veramente. Facciamo sempre tante cose, quasi sempre le stesse, che non ho più idea.

"Perché mi è venuta un'illuminazione!" annuncia, come fa zio quando ci deve dare delle notizie.

"Spara!"

"E se...costruissimo una casa sull'albero? Io e te?" dice.

"Si che figo!"

"Ho tutti gli attrezzi e i materiali necessari sul retro, potremmo iniziare disegnando il progetto domani e organizzarci con ciò che ci serve che poi iniziare la costruzione."

"Idea ottima! Iniziamo domani!"

Ci scegliamo tutte e due molto cariche per il lavoro che ci aspettava. Prendiamo un enorme tavolo e lo portiamo in giardino per lavorare all'aperto, con quell'odore di castagne e foglie cadute meraviglioso!

Ariana prende un grande foglio blu e lo stende sul tavolo, tira fuori compassi, righello, goniometri, matite, gomme, temperini, tutto per disegnare la casa. Non pensavo fosse così faticoso. Credevo che disegnare il progetto con tutte le misure fosse una passeggiata, e invece abbiamo finito ora che sono le sei di sera.

"Okay abbiamo tutto! Domani si costruisce, cugina!" dico, urlacchiando.

"Si cugina!" risponde.

Sono così felice, la mia vecchia vita non mi manca per nulla. Ho trovato finalmente il mio posto nel mondo, un mondo che, visto da una certa angolazione, è perfetto.

American LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora