Capitolo 6-Lost in confusion.

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"È seriamente rimasto qui?"domandò Mattia alle mie spalle.
"Non ci voglio credere."sussurrai e velocemente infilai un paio di infradito e scesi giù, in cortile.

Quando mi ritrovai a pochi passi da lui mi fermai per osservarlo. Era vestito come la sera prima, ciò vuol dire che non era proprio passato a casa. Era davvero bello... scossi la testa per mandare via quei pensieri e gli misi una mano sulla guancia. Gli scossi un po' la testa e lui aprì lentamente gli occhi.

"Lorenzo..."sussurrai.
Lorenzo si guardò intorno e scannerizzò tutto ciò che aveva intorno, me compresa.
"Diana... cazzo... come stai?" sbadigliò quella domanda mentre si stropicciava gli occhi.

"Io bene, tu piuttosto? Voglio dire, hai dormito su una sedia."
"Ho la schiena a pezzi, ma è il minimo. Ho anche considerato di dormire a terra, ma... no. L'importante è sapere che stai bene."
"Saresti dovuto tornare a casa."
"Lo so, ma tu stavi così male ieri e non volevo lasciarti del tutto sola."
"C'era Mattia con me."puntualizzai seria.
"Già, Mattia."ripetè sconsolato. "La persona che ti ha consolato in questi mesi."
"Sì, esatto, proprio lui." risposi indispettita indietreggiando di un passo e incrociando le braccia.

Lorenzo si alzó. "Se non fossi scomparso ora lui non sarebbe in casa tua."
"Ma sei scomparso, però. Dovresti pensarci due volte prima di compiere delle stronzate, mi sembra tu ne abbia fatte abbastanza."stavo iniziando ad arrabbiarmi. D'un tratto tutta la rabbia che in quei mesi avevo represso stava risalendo prepotente.
"E tu? Ti ho lasciato una lettera sotto la porta, prima di partire, e non ti sei fatta sentire."
"Beh sai, quando scopri che il tuo ragazzo manda foto del cazzo a complete sconosciute affermando di essere single... beh, un pochino il cristo ti sale."quella lettera era ancora da qualche parte in camera, l'avevo nascosta in un cassetto, sotto un cumulo di ricordi.

Vidi gli occhi di Lorenzo diventare improvvisamente lucidi e il suo respiro affannarsi, ma non sapevo cosa farmene di quel vittimismo immotivato. Ora dovevo solo parlare.
"E no, non me ne frega un cazzo se ad un tratto ti salgono i sensi di colpa, Lorenzo. Hai fatto un mucchio di cattiverie verso di me, sei scomparso e hai deciso di non farti sentire per mesi. Devi spiegarmi io che cazzo dovrei fare se non mandarti a fanculo ora, che ti ho davanti. Ieri ero completamente andata e ho detto cose a caso perché stavo male, perché averti attorno ora mi mette a disagio, devo sbollire tutto quello che mi hai fatto e soprattutto devo capire con che faccia ti ripresenti nella mia vita e pretendi che le cose tornino a essere normali. Mostra un minimo di maturità e fino a quel momento vai via, che sei tanto un grande su internet e poi dal vivo zero."

Non gli diedi il tempo di rispondere, lo guardai un'ultima volta e me ne tornai a casa, da Mattia.

"Che ti ha detto?"
"Stronzate."sbuffai. "Non ho tempo da perdere, non voglio pensarci, voglio divertirmi prima di iniziare a studiare."
"Parole sante, per questo ti avevo preparato una sorpresa."

Mi si illuminarono gli occhi e lo guardai. "Sorpresa? Quale?"
"Apri il mio zaino."mi sorrise lui.

Mi avvicinai al suo zaino verde della Vans e lo aprii. Dentro c'erano le solite cose: occhiali da sole, una maglietta, le sigarette, i preservativi... notai una busta bianca da lettere. La tirai fuori.

A Diana. c'era scritto sopra.

Gli lanciai un'occhiata curiosa e l'aprii velocemente come una bambina la notte di Natale.

Dentro c'erano due biglietti del treno destinazione Ravenna e una foto delle due statue dorate delle mascotte di Mirabilandia presenti nel parco.

"COOOOSA?!"urlai ridendo. "ANDIAMO A MIRABILANDIA?"lo guardai felicissima.
"Sì! Voglio farti vivere qualche attimo ancora da bambina prima di farti entrare nel mondo dei grandi."

Gli sorrisi felicissima. "Non lo hai detto a nessuno?"
"I tuoi lo sanno, se non avessi avuto il loro consenso non lo avrei mai fatto. Lo sanno anche Benedetta, Leonardo e i ragazzi del gruppo."

Osservai meglio un biglietto del treno. "Ma... questo biglietto è per oggi." ero sconvolta.
Mattia sospirò "Devo andarmi a fare una doccia... Preparati piccola, ti vengo a prendere tra due ore."mi diede un bacio sulla fronte, si alzò dal pavimento su cui eravamo seduti, prese le sue cose e uscì. Salutò i miei e lo sentii chiudere la porta.

Mi alzai scossa e felice da quella sorpresa.
Spalancai la finestra e mi ci affacciai.
Lorenzo era ancora lì e quando vide Mattia uscire lo fermò. Riuscii a sentire ciò che si stavano dicendo grazie alla calma di quella mattina.

"Hei, Mattia."Lorenzo gli corse incontro.
"Lorenzo, cosa ci fai ancora qua?"
"Come sta Diana?"
"Credo che ora stia molto meglio."il tono e la postura di Mattia erano freddi e distaccati.
"Come fai a dirlo?"
"Più tardi abbiamo un treno. Stiamo qualche giorno fuori. Le ho fatto questa sorpresa, non se lo aspettava, è felicissima, sembrava una bambina."
"Dove andate?"
"La porto a Mirabilandia e a qualche altro parco là vicino. Staremo qualche giorno da soli, io e lei. Se lo merita. Merita di stare tranquilla come quest'estate."
"Sono contento per voi..."
"Ora fammi andare, eh? E vai via anche tu, non credo sia il caso che tu rimanga." Mattia gli diede una pacca sulla spalla e andò via.

Lorenzo rimase solo lì, nel mio cortile. Alzò la testa verso la mia finestra e mi notò. Scappai dentro e lui urlò "DIANA!"
Non risposi. Rimasi ferma nel mezzo della stanza con il batticuore mentre Lorenzo continuava a urlare il mio nome.
A un tratto urlò "TI AMO DIANA! SEI LA DONNA DELLA MIA VITA! VAI CON LUI, STAI CON LUI, MA QUANDO TORNERAI FARÒ DI TUTTO PER FARTI TORNARE AD ESSERE MIA!" e detto questo corse via.

Chiusi le finestre confusa ancora più di prima. Nessuno, tantomeno Lorenzo, avrebbe potuto permettersi di rovinarmi quel momento. Pertanto tirai fuori un piccolo trolley e iniziai a riempirlo, dopodichè mi andai a fare una doccia. Mattia sarebbe tornato presto.

Lovefool.||FAVIJ. [SEQUEL]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora