Wolfram si avvicinò alla macchina e con lo scatto di una maniglia in legno fece entrare Sophie nel "Teletimorviaggio". Le diede un contenitore che assomigliava lontanamente ad una ciotola rovesciata a cui erano collegati molti cavi e le disse di posarlo sulla testa. La bambina lo prese in mano e lo adagiò lentamente sul capo; era troppo grosso rispetto alla sua testa e così le scivolò in avanti sugli occhi per poi posarsi sul naso. Subito però Sophie lo prese e lo rimise al suo posto.
"Okay Sophie, è tutto pronto; cosa ne dici, cominciamo?"
Sentiva il cuore esploderle in petto, come se un fuoco di curiosità ed entusiasmo la stesse attraversando. Non aveva mai provato una sensazione simile, sembrava un misto di paura, ansia e felicità, ma con anche un pizzico di euforia e spirito di avventura. Allora chiuse gli occhi e fece un respiro profondo, per poi riaprirli e rivolgersi a Wolfram:
"Sono pronta."
Quanta determinazione esprimevano quei suoi grandi occhi scintillanti! Allora Wolfram chiuse lo sportello e girò una manovella.*
Aprì gli occhi: fronde di fitti alberi si intrecciavano incombenti oscurando il cielo. Allungò le mani, il muschio umido le accarezzò i palmi; inspirò l'aria, profumo di erba e pino le riempì i polmoni: era nel suo mondo, il bosco.
Sollevò il busto e si appoggiò alla corteccia fredda di un pino. Una folata di vento gelido le gettò i capelli in faccia. Infreddolita e confusa, avvicinò le gambe a sé e le cinse con le braccia; affondò la testa tra le ginocchia cercando protezione e chiuse gli occhi.
Come era finita lì? Cercò di pensare a cosa si ricordava e le venne in mente l'ultimo rumore che aveva sentito: il sordo cigolare di una manovella che qualcuno aveva girato. Ma certo! Come aveva potuto dimenticarlo? L'invenzione di Wolfram allora aveva funzionato! Quindi lei doveva trovarsi nella sua prima paura... Ma come? Non aveva mai avuto paura del bosco, era da sempre il suo migliore amico!
Si alzò immersa in questi pensieri e cominciò a guardarsi intorno. I rami degli alberi oscuravano la luce del sole, le ombre scure che tracciavano erano veramente paurose e non si sentiva il candido cinguettare degli uccelli.
Quel luogo le era familiare, ma proprio non riusciva a ricordare perché; fu allora che lo scricchiolare delle foglie davanti a sé la fece sussultare e un flash balenò nella sua mente: il lupo! Alzò lo sguardo e lo vide, proprio davanti alla pianta dove l'aveva incontrato la prima volta. Stava per mettersi nuovamente a correre con tutte le sue energie, quando una luce bianca e accecante la costrinse a chiudere gli occhi.
Ascoltò intorno a sé, regnava un silenzio surreale, rotto solo dal suo respiro; riusciva perfino a sentire il battito del suo cuore impazzito.
Forse però c'era anche un altro rumore: un ticchettio a intervalli regolari che somigliava a quello dell'orologio a pendolo della nonna.Incuriosita riaprì gli occhi riparandosi con la mano da una luce bianca come neve: tutto si era come bloccato, tranne lei; il lupo era immobile, gli alberi anche, il vento era cessato e le foglie che poco prima stavano cadendo dai rami erano sospese nell'aria.
Allora, con gli occhi semiaperti, rivolse lo sguardo al raggio di luce e si accorse che proveniva proprio da un orologio:
"Sophie, sono il Tempo, e sono qui per aiutarti. A volte basta guardare le nostre paure con occhi diversi; basta mettere da parte il terrore e tirare fuori la nostra curiosità."Allora la luce scomparve e accanto a Sophie apparì un grosso pezzo di carne.
La bambina, ancora a bocca aperta per l'accaduto, pensò alle parole che le aveva detto il Tempo. Osservò il lupo, e si sforzò di guardarlo con occhi diversi.
Allora si accorse che era solo un cucciolo, e scorse nel suo sguardo la stessa paura che provava lei, la tenerezza e l'affetto.Proprio in quel momento il tempo ripartì e Sophie si scoprì inginocchiata davanti al lupo, non impaurita, ma desiderosa di aiutarlo. Fu allora che con la coda dell'occhio vide il pezzo di carne; lo porse al cucciolo che, anche se un po' titubante, si avvicinò alla bambina e lo prese delicatamente dalle sue mani.
I loro sguardi si incontrarono ancora un momento e Sophie lesse negli occhi del cucciolo gratitudine e amore. Poi il lupo si allontanò e un sorriso illuminò il volto di Sophie: era riuscita a superare la prima delle sue paure!
E così in un attimo tutto si dissolse e lei si ritrovò nel mondo reale.L'immagine del capitolo è l'ultimo disegno che ho appena realizzato.
Non so se aggiungere uno sfondo... Voi cosa ne pensate?
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Il coraggio di Sophie
Fantasy{COMPLETA} Una bambina, un bosco, una casetta: potrebbe sembrare la solita favola della buonanotte... Se invece fosse diversa? Il valore dell'amicizia e il coraggio di affrontare le proprie paure raccontati con la spensieratezza del mondo fiabesco...