5. Preoccupazione

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Mi svegliai in ritardo come una qualunque mattina, ero solamente più stanca, visto l'orario in cui presi sonno.
Notai che Pansy non si era svegliata, e che mi aveva lasciato un foglietto sul suo comodino.
"Aby sto poco bene, se non mi sveglio per colazione tu vai senza di me e ti raggiungerò"
Non sapevo che pensare, in fondo ieri sera stava bene. Avrei voluto stare con lei, ma visto l'orario mi sistemai velocemente, e mi diressi in Sala Grande per la prima volta da sola.
Appena entrai vidi Draco e Blaise da soli, più silenziosi del solito.
Mi avvicinai e presi posto vicino a loro.
Blaise mi sorrise come sempre, Draco invece mi salutò con una voce spenta, mantenendo il suo sguardo sul piatto.
Subito dopo Zabini mi diede un leggero colpo al ginocchio sotto al tavolo e mi fece un cenno col capo, chiedendomi se sapessi cosa avesse Malfoy.
Scossi la testa facendogli capire che no, non sapevo cosa avesse. Infondo ci avevo parlato solamente una sera, avevo iniziato a conoscerlo da poco e non potevo sapere perché stesse male, anche se forse qualcosa lo sapevo eccome.
"Dov'è Parkinson?" mi chiese. "Sta poco bene e mi raggiungerà dopo a Pozioni, Blaise" gli risposi senza troppo trasporto.
Volevo molto bene a Pansy ma in quel momento la mia attenzione era rivolta interamente a Draco.
Quel ragazzo che osservava pensieroso il cucchiaio che faceva girare nel succo di zucca, che si reggeva la testa con il braccio sinistro, che per un po' non finiva sopra la mia torta di melassa.
Lui, mi trasmetteva una sensazione diversa da quelle che provavo normalmente.
Un insieme tra una curiosità per ciò che provava e una voglia di aiutarlo più grande di me anche se sapevo bene di non essere in grado di farlo.
Eppure allo stesso tempo il suo modo di fare a volte arrogante mi intimidiva.
Sentivo dentro di me un' insicurezza che si contraddiceva da sola, diventando in realtà una consapevolezza, che mi portava a voler sapere tutto su di lui e a sentire il bisogno di conoscere sempre di più.
Mi accorsi solo dopo tutti questi pensieri di essermi bloccata a fissare Draco, che per fortuna continuava a guardare in basso.
Spostai immediatamente lo sguardo da quei capelli quasi bianchi su Blaise, che aveva una faccia stranita ma divertita.
"Aby tutto bene?" mi chiese ridendo.
"Perché dovrebbe andare male?"
Il ragazzo rimase leggermente perplesso per la mia risposta, ma si riprese per poi propormi una nuova discussione.
"Allora, hai letto i giornali?"
"Chi non l'ha fatto.." risposi abbassando la testa.
Sapevo benissimo che argomento stava cercando di prendere, ma mi ero promessa di concentrarmi sulle lezioni e di evitarlo a qualsiasi costo, sino a quando non mi sarebbe stato più possibile.
"Tu che vuoi fare?" continuò.
"Cioè?"
"Starai dietro a Riddle o no?" mi chiese diretto.
Rimasi interdetta dalla domanda di Blaise, sapevo stesse parlando della situazione di tensione che stava iniziando a condizionare le vite di tutti noi, ma non pensavo avesse il coraggio di chiedermelo in quel modo.
"Non lo sa ancora Blaise, e sono cose che non ti riguardano" intervenne acido Malfoy.
Ma quindi stava ascoltando?
Non capivo se volesse difendermi o meno.
"Scusa se voglio sapere le scelte di una mia amica, dimmi: non potrò sapere manco la tua vero?"
"Non stiamo parlando di scelte nostre, e lo sai" sbottò Draco, alzando un po' la voce.
"Calmati Malfoy, voglio solo aiutarvi. Se i giornali dicono la verità e se sta andando veramente così là fuori siete entrambi nella merda"
"Lo siamo tutti Blaise" lo zittì, guardandolo dritto negli occhi.
Zabini tenne lo sguardo incastonato a quello di Malfoy bevendo un po' d'acqua, e dopo aver sbattuto rumorosamente il bicchiere al tavolo se ne andò.
Il tavolo Serpeverde era occupato solo da me e Draco, nel resto della Sala c'erano ancora degli studenti, ma non erano che una ventina.
"Come stai?" chiesi a Draco tenendo lo sguardo sul mio cibo. Ero un po' imbarazzata, non avevo mai posto questa domanda a nessuno se non a mia madre quando la vidi piangere anni fa.
"Tu come stai?" mi rispose.
"Penso bene" dissi con un tono da una sfumatura indecisa, che a Draco non sfuggì.
Sospirò rumorosamente, come se in un unico respiro racchiudesse tutta la tensione che provava e che voleva buttare via.
"So che vuoi fare finta di nulla, ma non penso potremmo continuare a lungo" ammise.
"Vedo che mi leggi nel pensiero" riposi.
Non so come fece a capire che la mia intenzione era proprio quella, ovvero fare di finta di niente.
Sperare in un cambio improvviso delle cose e non dover più seguire un destino che non sentivo per niente il mio.
"Non è che ti leggo nel pensiero, ma so benissimo come ci si sente" disse.
Tutta quella empatia da parte sua mi fece piacere.
Sorrisi leggermente.
"Che ne dici di parlarne stasera? Ho molto da dirti" mi propose.
Non avevo idea di che cosa dovesse dirmi.
Mi sarebbe piaciuto stare anche stasera con lui, anche se non lo reputavo affatto un appuntamento romantico, come sicuramente l'avrebbe definito Pansy.
Lo vedevo più come uno tra due ragazzi che stavano andando in contro a un ostacolo che non erano in grado di superare, ma neanche di evitare.
Insomma per un appuntamento romantico avrei preferito degli argomenti diversi, più leggeri e meno dolorosi. Quelli che non poteva permettersi nessuno in questo periodo, neanche Potter.
Pensai che parlarne fosse la cosa migliore per entrambi, così accettai.
"A stasera allora" disse alzandosi e uscendo dalla Sala Grande.
Lo seguii con lo sguardo finché non scese le scale.
Rimasi li a fissare il nulla, pensando a tutte le cose che avevo effettivamente da dirgli.
Avevo paura.
Una paura di tutto ciò che stava per arrivare.
Perché sapevo di non poterlo controllare.
La Sala Grande si stava svuotando sempre di più perciò mi diressi anche io verso le aule per seguire le mie lezioni.
L'ansia per tutto quello che doveva dirmi Draco mi portò via l'attenzione per tutta la giornata.
Sentivo la mia testa pesante a furia di pensare, ma non riuscivo a fare altro.
Lo avevo visto terribilmente preoccupato e non sapevo cosa aspettarmi.
Ero visibilmente nervosa e in molti durante le lezioni mi guardarono male, come se la mia preoccupazione mi rendesse trasparente agli occhi di tutti.
Ma mi bastò lanciare qualche sguardo vitreo per riportare la situazione alla normalità, per lo meno all'esterno.
Ma non nella mia testa.
Notai che non era presente a nessuna lezione, e sentii una forte mancanza dei nostri sguardi fugaci e della sua voce chiara.
Mancanza che non pensavo di poter provare.
Zabini mi ignorò per il resto della giornata, ma non mi interessava particolarmente, inoltre quel ragazzo se voleva riusciva a essere molto permaloso.

Fu così che arrivò finalmente l'ora di cena di una giornata passata tra l'ansia e la solitudine.
Pansy si svegliò per l'imbrunire e la vidi solamente appena arrivai in Sala Grande.
Lei era seduta alla mia sinistra, Zabini alla mia destra, ma era come se non ci fosse considerando che non mi rivolgeva la parola.
Inutile dire che avevo lo stomaco chiuso e riuscii a buttare giù solamente un po' di patate arrosto.
"Aby che hai?" mi chiese Pansy preoccupata, ignara di tutto ciò che avevo deciso con Malfoy.
Non le avevo spiegato nulla, e dato che non vedevo l'ora di andare via da quel luogo affollato, dove i pettegolezzi erano più del cibo mi limitai a dirle che ero solo un po' giù.
Draco non era venuto neanche a cena, e la mia preoccupazione non fece che aumentare.
Appena vidi i primi studenti uscire, feci lo stesso e cercai di raggiungere i Sotteranei il prima possibile.
La Sala Comune Serpeverde era deserta, ma notai la persona a cui non feci che pensare tutto il giorno intenta a guardare fuori dalla finestra.
Mi avvicinai a lui.
"Ciao Aby" mi salutò.
"Dimmi tutto" dissi direttamente.
Non riuscivo più a frenare le mie emozioni.
"Non possiamo parlarne qui, la cena sta per finire e ci sentirebbero, andiamo in camera mia" mi disse iniziando a raggiungere la scalinata.
Lo seguii senza dire una parola.
Non nascondo che appena mi disse di andare in camera sua il mio battito cardiaco aumentò leggermente ma cercai di non farci caso.
Avevo ben altro a cui pensare.

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