11. Non ti salverò

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Quella notte Draco non riusciva a dormire.
Non fece altro che pensare al ritorno di Walden Macnair da Azkaban, alla maledizione Cruciatus che inflisse a Dafne, alla imminente rovina in cui erano appena caduti lui e la ragazza che voleva proteggere e a cosa potessero realmente significare quelli avvenimenti.
Pensò che come lo zio di Macnair, probabilmente anche suo padre fosse stato rilasciato.
Per la prima volta nella sua vita non sapeva cosa fare, non sapeva come affrontare ciò che stava accadendo e soprattutto aveva paura.
Non l'avrebbe detto a nessuno, perché Malfoy adorava nascondere le sue emozioni e farsi vedere forte; ma infondo era spaventato eccome.
Fissava il soffitto della sua camera da letto con uno sguardo perso, intento ad ascoltare il rumore della fitta pioggia battere sul vetro della finestra.
Ad un certo punto Dafne si svegliò, e il ragazzo senza neanche accorgersene divenne improvvisamente più felice.
"Ei" sussurrò semplicemente.
La ragazza si guardava attorno come confusa, sensazione alquanto comprensibile viste le numerose ore di sonno che aveva appena terminato.
"Draco, che.. dove sono, e che ore sono" chiese lei, con voce impastata dal sonno.
"È notte fonda, stai dormendo da un sacco. Come stai?" le chiese il ragazzo in modo premuroso.
"Per un attimo mi ero dimenticata tutto, ora ricordo che purtroppo non è un incubo" rispose la ragazza portandosi i capelli dietro le orecchie.
"Dafne non sai quanto mi dispiaccia" gli confessò.
La ragazza lo cercò nel buio della stanza.
"Non è colpa tua Draco" rispose lei.
Malfoy appoggiò le sue mani su quella di Macnair, come per avvolgerla.
"Dafne ti proteggerò comunque" ammise lui.
"Devi proteggere anche te stesso, non devi dimenticarlo" disse lei come rifiutandolo, per dimostrare una volontà di stare da sola di fronte al pericolo, volendo rappresentare ancora una volta di essere abbastanza forte.
Volontà che non avrebbe abbandonato facilmente.
Dafne odiava il modo in cui Draco sottovalutasse e trascurasse se stesso, e voleva cercare di aiutarlo nel migliorare questo suo lato menefreghista.
Infondo di sarebbero dovuti aiutare l'un l'altro.
"Non voglio che tuo zio torni qui ad Hogwarts e che ti rifaccia del male" confessò.
"Non puoi controllarlo Draco, anzi non voglio che tu lo faccia. Ha ucciso mia madre, e usato la Cruciatus su di me, non voglio manco pensare a cosa potrebbe farti" si sfogò lei.
"Non mi farà male, stai tranquilla" gli rispose.
"Devi stare il più possibile con me, se ti ritrova da sola.." si bloccò lui, non volendo continuare la frase.
"Va bene" disse semplicemente.
"Lumos" pronunciò Draco, per poi illuminare la stanza con la sua bacchetta.
Gli sguardi dei due Serpeverde si rincontrarono dopo ore di astinenza e niente poteva rendere quel momento migliore di così.
Draco guardava Dafne coi suoi occhi grigi, con uno sguardo magnetico e lei, senza saperlo, ricambiava nel modo più amorevole possibile.
Illuminò il suo viso con un leggero ghigno, che fece poi svanire per continuare a osservare la ragazza.
"A che pensi ora?" le chiese.
"Sto pensando alle vacanze di Natale, credo resterò ad Hogwarts" ammise lei.
"C-Come non parti con me?" disse Draco con una voce rotta e dispiaciuta.
L'idea di prendere l'Hogwarts Express con Macnair e di poterla vedere durante le vacanze lo rassicurava, infondo Malfoy Manor era buia e triste e avrebbe preferito stare meno tempo possibile assieme a suo padre e ai suoi amici.
"Non posso andare a casa, con questa situazione" disse lei sentendosi tremendamente in colpa per aver rattristito Draco.
Il ragazzo tuttavia capii la sua motivazione.
"Se restassi con te?" le propose dopo qualche secondo di silenzio, nel quale la pioggia si fece sentire. Dafne lo guardò e sorrise timidamente, guardando verso il basso.
Avrebbe adorato l'idea di passare il Natale in quel modo, ma d'altronde sapeva benissimo che la famiglia Malfoy non avrebbe accettato un comportamento simile da parte del figlio.
"I tuoi genitori non vorrebbero" disse lei, triste.
Passare il Natale in solitudine non era affatto la cosa migliore del mondo, ma la ragazza non voleva tornare nella sua casa, soprattutto dopo la morte dell'amata madre.
"Quello non è un problema" rispose.
"Sei fortunato" disse dal nulla lei, osservando il viso del ragazzo, che non faceva che piacerle sempre di più.
"Perché dici questo" rispose Malfoy, con tono quasi dispiaciuto.
"Hai una famiglia con qui stare Draco" disse Dafne stringendosi su ste stessa, portando le ginocchia al petto.
Il ragazzo sospirò.
Voleva farla sentire capita e soprattutto non sola, ma allo stesso tempo faceva fatica, perché sapeva che nella realtà le cose non erano tanto differenti.
"Dafne sai benissimo che la mia famiglia c'è ma è come assente" disse Draco, con una nota di amarezza.
Lui ci aveva sempre tanto sofferto per questo, era sempre stato usato e mai amato.
Malfoy non aveva mai ricevuto un regalo fatto un col cuore, un "ti voglio bene" o il conforto che solo una famiglia può dare. Si era sempre sentito come in prigione, ma mai a casa.
E la ragazza si scusò per ciò che aveva detto, sentendosi quasi in colpa, ma lui infondo sapeva che la verità fosse quella. Sempre più amara da mandare giù, ma sempre più reale.

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