Capitolo 1

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13 Maggio 2013
Io ci credo al destino?

Harry aveva fra le mani il suo giornalino di pelle con le pagine ingiallite e con quasi nessun spazio da riempire. Ormai lo scriveva ovunque ed era come se fosse il suo cuore.
Se Harry avesse potuto descrivere il suo cuore, lo avrebbe paragonato a quell'agenda con quel laccetto che teneva unite le due copertine. Due lacci separati aventi la stessa origine e la stessa fine.

Harry non aveva fatto molto caso al momento in cui si innamorò di Louis, sentiva come se, quando aveva visto i suoi occhi la prima volta, la sua vita precedente avesse perso totalmente significato, come se la parte più intima di sè vivesse solo grazie a quel ragazzo dagli occhi blu.

Harry strinse le coperte sotto di sè, in quella stanza grande d'albergo, vuota come la sua anima. Chiuse gli occhi e l'immagine di Louis gli sobbalzò nel cuore. Il ragazzo dagli occhi verdi strinse la mascella e socchiuse le palpebre, sentiva su di sè una pressione enorme, come se quella mancata presenza gli portasse troppo peso, come se quegli occhi blu gli portassero un improbabile e caparbia sensazione nel centro dello stomaco e nel fulcro del cuore.

Era passato un po' di tempo da quando lui aveva deciso di chiudere la loro storia.
Harry si sentiva morto, e quel giornalino posato sulle sue gambe stese, tremava trascinato dai singhiozzi del ragazzo che portavano con sè anni di battiti, di labbra rosse, occhi blu e tatuaggi.

Pensava a quella bella creatura e di come alla fine il mondo avesse vinto contro di loro, di come erano riusciti ad essere schiacciati da quei confini dei loro animi che ripercorrevano i tragitti della cinicità.
Eppure Harry non si rendeva conto, proprio non riusciva a concepire che non erano riusciti a custodire il loro sentimento prezioso avendo permesso a del marcio di schiacciarlo, come si fa con un qualcosa da distruggere di cui non bisogna lasciar traccia.
Harry moriva dentro, moriva dentro nel momento in cui in quelle così monotone interviste doveva fingere di amare qualcuno che non era Louis, qualcuno che non era il suo cuore. E quanto amaro che gli lasciava in bocca quando lo aveva ad un millimetro di cuore e non poteva toccare ciò che vedeva ciò che i suoi occhi bramavano sul serio.

Stesse labbra rosse, stessi occhi blu
Stessa maglia bianca, qualche tatuaggio in più
Ma non sei tu, e non sono io
Sa di dolce, sembra così vero
Sembra qualcosa che ho già provato
Ma non posso toccare cosa vedo

Le parole erano sbavate dalle lacrime del riccio, lui ricordava ancora tutti i respiri che aveva contato, che andavano così lentamente rispetto all'amore per il ragazzo dagli occhi blu.
Tremò con la mano e pianse al ricordo di quella notte a parigi.
La luce della luna illuminava le labbra di Louis, e Harry credette che non esisteva niente di così meraviglioso, ricordò il sapore al tabacco e caffè e quella t-shirt bianca che gli arrivava alle ginocchia.
Amava quando indossava la sua roba, gli faceva ridere l'anima l'immagine di lui steso nel letto completamente nudo coperto soltanto da quel tessuto bianco avente il profumo del riccio. Harry ne aveva una cinquantina di quelle magliette e lui aveva sempre il pretesto di prendergliele, con la scusa che gli piacevano.
Ma Harry lo sapeva che non era così, e che in realtà voleva solo sentirlo costantemente addosso.

Forse un giorno mi chiamerai e mi dirai che anche a te dispiace.

Spostò delicatamente il suo cuore dalle gambe, e tolse di dosso il costoso piumone bianco.
Quando si ama una persona si sente come un peso nel petto, come se la si portasse costantemente dentro, come se un cuore facesse battere due anime, due respiri.
Nonostante il punto fine era ben saldo, Harry riusciva ancora a sentire il respiro di Louis dentro di sè, e tutto ciò che li aveva accompagnati in quei cinque anni che portavano il peso di una lunga vita.

Provò a spostare la gamba e ad appoggiare il piede sul pavimento, e si tirò su con il busto, sedendosi sul bordo del letto.
Il forte male alle tempie lo colpì, e gli salì un forte senso di nausea, non aveva mai retto l'alcol e non ne era mai stato attratto in generale. Non ricordava nemmeno l'ultima volta in cui era stato così male, forse mai.
Il ragazzo dagli occhi verdi portò istintivamente le mani a coprirsi la bocca, mentre cercava di reprimere il vomito.
Tenne gli occhi chiusi e allungò all'indietro la mano per raccogliere il suo cuore.

Mi sono svegliato da solo in questa stanza d'albergo
giocando con me stesso
dov'eri?
Mi sono riaddormentato
ero ubriaco a mezzogiorno
non mi sono mai sentito così male.

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