Capitolo 7

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Harry e Louis erano sempre stati l'ispirazione delle canzoni sentimentali della band. Capaci di illuminare con piccole vibrazioni dei loro cuori all'unisono anche i momenti più bui.
Così la pensava Edward, in arte Ed sheeran che si lasciò cullare da quest'ultimi in alcuni dei suoi più famosi componimenti.
Little things era una di questi.
La canzone impersonava Harry che parlava a Louis, fin da sempre in continuo conflitto con il suo corpo. Ma alla fine, per grande tristezza del rosso, non potette inserirla nel suo album. Allora fu così che pensò, una mattina primaverile, di dare quella poesia a coloro che ne avevano ispirate le parole.

"Harry, ho saputo che sei a Londra, passa di qui, devo darti una cosa"
Ed si appoggiò al comò in legno che vi era nella sua camera, mantenendo con una mano il telefono mentre l'altra torturava gli angoli del foglio su cui vi era scritto il componimento.

"Sì finalmente un po' di casa, non credevo che andare in tour fosse così stancante" Harry rise, che fu seguito a ruota dall'amico, poi continuò
"comunque vabbene amico, passerò per stasera, sai com'è, mamma insiste nel farmi stare al riposo a casa, dice che andrò in esaurimento prima del tempo."

Harry era contento di rivedere Edward, era stato il primo a cui si era legato, e ne rimase piacevolmente colpito dalla sua bontà ed umiltà. Fu l'unico, dopo i ragazzi e la mamma, a sapere di lui e Louis.
Bussò sul portone in legno, la casa era molto grande e bianca, intorno ad essa c'era un giardino, non molto ampio, ma con fiori curati e con alberi prosperi di frutti.
Il rosso aprì le porte, e lo accolse con un abbraccio che fu prontamente ricambiato.
"Era da troppo tempo che non ti vedevo! Louis come sta?" i due ragazzi si sedettero in salone dove al centro della stanza c'era un pianoforte bianco a coda, Harry lo osservò per un momento immaginando Louis quanto fosse stato ancor più meravoglioso nel suonarlo.

"Tutto bene per dire, ma fin quando le cose vanno come devono andare non posso lamentarmi. È sempre difficile controllarsi davanti le telecamere e sono sempre di più le notti dove mi incombe la paura che non riusciremo a reggere tutto questo, ora lui è tornato a Doncaster e ormai il tempo che passiamo insieme è più sotto i riflettori che a casa."
Edward appoggiò una mano sulla spalla del riccio e gli sorrise.

"Ce la farete."
dopo un attimo di silenzio il rosso proseguì, volendo comunicargli la ragione per cui l'aveva invitato, oltre al fatto che voleva vederlo.

"Allora Harry, mi hai parlato del fatto che stiate progettando il vostro secondo album ed io ho scritto qualcosa per voi. Ci sono alcune parti da modificare non so, vedete voi"
Harry prese interessato e curioso il foglio leggermente rovinato agli angoli e leggendo il testo quasi si commosse.
"Ho cercato di scriverlo prendendo come base le tue infinite smancerie su Louis" Ed cercò di smorzare l'aria, nonostante si sia sentito profondamente orgoglioso della reazione dell'amico.
Harry non riuscì nemmeno a trovare le parole per esprimere l'immensa gratitudine, ma si limitò ad abbracciarlo forte cosa che il rosso apprezzò infinitamente.

Il venticello fresco di Aprile soffiava leggero su Londra. Era debole ma tremendamente gelido. Quel giorno Harry decise di raggiungere Louis a Doncaster e di comunicare la nuova notizia agli altri della band. Manager compreso che avrebbe dovuto sistemare le carte per dichiarare una collaborazione ufficiale.
Era riuscito a scappare dalle grinfie della mamma, che lo aveva cresciuto con tutto l'amore e i valori possibili. Alla fine, come visto ne aveva fatto davvero un bel lavoro e fu più o meno in quegli attimi, sul vecchio treno che segnava la strada per andare dal suo amato, che cacciò tutto l'amore possibile e scrisse quella parte mancante che serviva a little things.

Chiuse gli occhi e si lasciò assalire dai ricordi. Vide un Louis con le spalle al muro e la testa bassa. Ricordava perfettamente quel momento, dopo le registrazioni del primo album. Tra i due, anche se non sembrava, il più sicuro era Harry che non smetteva mai di urlare, ripetere e sussurrare a Louis quanto in realtà fosse meraviglioso, elecandogli ogni singola cosa che lo aveva fatto innamorare di lui.

so che non hai mai amato
il suono della tua voce registrata
non hai mai voluto sapere quanto pesassi
continui a volerti strizzare nei tuoi jeans
ma tu sei perfetto per me

non lascerò che queste piccole cose
escano fuori dalla mia bocca
ma se è vero, sei tu, oh sei tu
e si aggiungono al motivo del perchè
io mi sono innamorato di te
e di tutte queste piccole cose.

Arrivò a Doncaster a tarda serata, alla stazione vi era Louis, seduto su una panchina in legno, sotto il porticato della biglietteria. Harry lo vide attraverso il finestrino e sorrise.

Si abbracciarono forte, prendendosi in seguito reciprocamente la faccia tra le mani e spingendo le loro labbra verso l'altro il più intensamente possibile. Non si vedevano da due settimane e quasi avevano dimenticato cosa significasse avere il cuore caldo.

La casa di Louis era arredata in modo rustico e tipicamente inglese. Johanna ci teneva molto all'arredamento e all'ordine. In quella casa non mancava mai il sorriso e in quegli ultimi tempi la posizione di Louis aveva, d'altronde, migliorato il tenore di vita a tutti.

"Devo parlarti di una cosa" Harry si posizionò tra le gambe del più grande e appoggiò la testa sul suo petto. Erano stesi sul letto di Louis a sgranocchiare patatine. Non avrebbero saputo chiedere di meglio.
"ti hanno trovato un'altra ragazza con cui devi fingere che ti piaccia la sua merce? Oppure hanno detto che sembri troppo gay in un'intervista, oh aspetta forse non dovevi twettare e mettere like a quella foto di gattini! Anzi no! Ci sono! Devi tatuarti una patata!" Harry rise
"stupido!" Louis gli baciò la testa sghignazzando.
"Allora cosa?"
"Edward"
"è morto."
"Louis! No! Ha saputo che stiamo lavorando al take me home e ha deciso di darci una delle sue canzoni, aspetta, ce l'ho qui" il riccio si alzò dal letto seguito dal lamento del fidanzato e si avvicinò al suo cappotto. Prese il pezzo di carta nella tasca e andò di nuovo verso Louis che aveva assunto una posizione più comoda sotto le coperte.

"È molto bella" Harry si unì a lui e diede la canzone al suo amato.
"È bellissima." confermò quest'ultimo dopo aver letto e indistintamente capito che quella poesia ritraeva proprio loro.

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