Capitolo 1

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Era un semplice e freddo pomeriggio di Dicembre: fuori dalle finestre si vedeva la neve scendere e si avvicinava il giorno di Natale, che aspettavo con ansia da tutto l'anno.
"Sofia, è arrivato il momento di addobbare l'albero di natale!" urlava mia madre dal piano terra, mentre io stavo in camera con le mie care cuffiette. "Arrivo!" risposi, e scesi al piano inferiore più veloce del vento per passare insieme alla mia famiglia uno dei giorni più belli di tutto l'anno. Mio padre arrivò pochi minuti dopo di me insieme al nostro fedele albero e le varie decorazioni, tenute nascoste in una stanzetta dello scantinato, e che vedevano la loro luce solo in questo periodo dell'anno. Io ero figlia unica, avrei tanto desiderato un fratello o una sorella per condividere anche con loro questi bei momenti, ma purtroppo mia madre dopo il suo unico parto ebbe seri problemi che comportarono la sua sterilità. Avevo 17 anni e ancora questo desiderio era acceso in me. Dopo aver completato l'opera accendemmo le luci di natale e, seduti sul divano con una cioccolata calda, le guardavamo accendersi e spegnersi. Io rimasi incantata a pensare davanti a quelle piccole lucette, e quasi mi venne da piangere. Poi, ad un certo punto, ebbi un brivido di freddo e mia madre, subito preoccupata, mi chiese se stessi bene. Io risposi di sì, e tornai in camera mia. Quella sera non volli mangiare e stetti immersa nei miei pensieri e nella mia musica. Ero una ragazza molto timida, quasi chiusa in me stessa, e che riusciva a parlare e aprirsi solo con poche persone: mia madre, la roccia a cui mi aggrappavo nei momenti bui, la mia migliore amica Chiara ed un'amica a distanza, Teresa, figlia unica come me, alla quale piaceva esattamente la mia stessa musica e con cui appunto mi sentivo attraverso messaggi e videochiamate da quasi 2 anni.
Le scrissi verso le nove della sera, confidandole il fatto che mi sentissi molto triste per essere figlia unica, e poi, aspettando una sua risposta, andai a guardare il mio profilo Instagram, nel quale avevo conosciuto anche lei e dove stavo conoscendo un altro ragazzo. Il suo nome era Daniele, abitava in Sicilia ed aveva 4 anni in più di me. Ci sentivamo da circa tre settimane e ormai avevo deciso di dargli il mio numero di cellulare perché mi sembrava un bravo ragazzo, con la testa sulle spalle; lui aveva i miei stessi interessi e condividevamo molti pensieri e idee. Insomma, ormai era diventato come un fratello maggiore ed anche lui mi disse una volta che mi sentiva vicino nonostante la distanza e che ero come una sorella più piccola per lui. Mi faceva sorridere davvero e non avrei desiderato niente di meglio nella mia vita, mi completava, era quella parte di me di cui avevo sempre sentito la mancanza.
Mi rispose pochi secondi dopo il mio messaggio ringraziandomi per la fiducia e subito mi contattò nei messaggi, dove in realtà era anche più semplice parlare. Mi disse di odiare Internet per svariati motivi e che l'unico valido per tenerlo era proprio il fatto che si potessero fare nuove conoscenze come la nostra che sono solamente fonte di gioia e mai di dolore. Con lui potevo parlare di tutto, confidarmi in ogni momento, perché mi sentivo davvero a mio agio, come se dietro quello schermo ci fosse un pezzo di casa mia ma che si trovava da un'altra parte, e che dovevo scoprire lentamente e custodire come se fosse una gemma preziosa da non perdere mai.

Una casa lontano dalla miaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora