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Matthew girava complusivamente nella stanza, torcendosi le dita nervosamente. Una vena pulsava sulla sua fronte dalla pelle pallida, delle gocce di sudore scivolavano lentamente lungo le sue tempie.
Si passò frettolosamente una mano tremante fra i suoi capelli castani tendenti al biondo, scompigliandoli un poco.
All'improvviso qualcosa nella sua testa gli suggerì di tirare una secchiata d'acqua dalla finestra. Magari li avrebbe allontanati da lì. E se invece fossero andati su tutte le furie? Tentare non nuoceva a nessuno, e poi avrebbe comunque potuto chiamare Scotland Yard.

Entrò in bagno e afferrò febribilmente un secchio e lo riempì d'acqua. Si diede uno sguardo alla sua figura riflessa sul suo lucido specchio.
Aveva un che di selvaggio:capelli scompigliati, faccia rossa dal sudore, camicia sbottonata ai primi bottoni. Sembrava fosse appena riemerso da una passeggiata in qualche luogo ostile.

Uscì dalla stanza pensieroso.
Decise che non avrebbe guardato verso dove tirava la secchiata. Sarebbe andato a naso. Non gli andava di vedere di nuovo quei due uomini.
«Il mio nome completo è Matthew Richard, Richard come Riccardo Cuor di Leone. Sono proprio come lui eh?»autoironizzò il ragazzo aprendo con difficoltà la finestra che aveva bisogno di essere risitemata al più presto. Era da un po' di tempo che opponevano resistenza, quei dannati infissi.

Voltò lo sguardo verso la sua camera. Stranamente qualcosa gli diceva che la sua secchiata avrebbe preso la signora Brown, un'odiosa gattara che abitava alla villetta tutta buia accanto a casa loro. Passava tutto il suo santo tempo a prendersi cura di Molly, Polly, Jolly, Lilly, Milly, Jelly, Lelly e tanti altri felini, a fare il suo abituale giro del quartiere, magari fermandosi ad ogni angolo della strada e ascoltando casualmente ciò che la gente si diceva, e a bere thè con le sue amiche ultra ottantenni non meno odiose di lei che si dilettavano nel loro sport preferito e che tra l'altro gli riusciva più che eccezionalmente: sputare pettegolezzi dalle loro bocche dall'alito schifoso.
Il loro argomento preferito era la signorina Lucy Bell, la figlia di John Bell il guardiano della palazzina di fronte casa di Matthew. Lei cambiava un fidanzato a settimana, inutile dire che era perfetta per le chiacchiere di quelle pettegole.

Matthew sentì che quella era la cosa giusta. E poi se avesse preso la signora Brown non avrebbe fatto grandi danni, no?
Tirò ad occhi chiusi la secchiata.
Aspettò qualche secondo finché un grido stridulo squarciò il silenzio in mille pezzi.

Il ragazzo si affacciò timidamente.
La signora Brown fissava furiosa il volto imbarazzato di Matthew che però dentro di sé gioiva. Finalmente gliene aveva fatta una a quella vipera.
Il trucco nero colava lungo le guance zuppe della donna. I capelli brizzolati e ricci le si erano appiccicati al suo viso. Teneva furiosa il cappellino fra le sue magre mani tutte ossute e dalla pelle cadente.
La donna digrignò i denti ingialliti.
I suoi vestiti firmati Paul Smith, Christopher Kane erano ridotti a degli stracci bagnatissimi.

«Questa me la paghi Jones!»strillò la donna, gli occhi fuori dalle orbite.
Poi si ricompose, si spostò una ciocca di capelli da di fronte gli occhi e si infilò il cappellino, solo che appena lo rigirò sul suo capo, l'acqua sgorgò ininterrottamente sulla sua odiosa faccia da rospo.
Al contatto con l'acqua rabbrividì, poi con fare altezzoso fece ruotare il suo bastone da passeggio prima di rimetterlo a terra, poi si incamminò a passi lenti, ma pieni di orgoglio.

Matthew la osservò divertito allontanarsi, poi tutta la sua euforia svanì quando, non notando i due uomini sotto casa sua, senti dei sordi battiti alla porta di camera sua.
Un brutto, bruttissimo presentimento pervase il suo corpo, poi aprì la porta lentamente, stringendo nella mano destra nascosta dietro alla schiena, una coppa che aveva vinto quando era piccolo.
Le figure degli uomini del suo incubo si stagliavano di fronte alla figura alta e slanciata del ragazzo.

Le cronache dell'ordine di PoseidoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora