8

13 0 0
                                    

«E questa sarebbe la stanza dive dormiremo?»domandò incerta Sara all'uomo che li aveva accompagnati ai dormitori.
L'uomo annuì e si chiuse la porta alle spalle, senza salutare.
La stanza era bianca, il pavimento lucido, due file di letti sistemate una di fronte all'altra. Tanti piccoli comodini si trovavano accanto ad ogni letto dalle candide coperte, due piccole porte, sul fondo, entrambe che portavano ai due bagni, quello femminile e quello maschile. Una grande finestra a semicerchio divideva le due porticine dando spazio alla vista di una statua colossale aldilà della camerata, nel cortile del campo.
Altre due finestre a semicerchio si trovavano sopra alle due file di letti, una di fronte all'altra.
Al centro della stanza vi era una piccola statua di Poseidone con il suo tridente stretto fra le robuste mani.
Sui cuscini vi erano le divise: una camicia di seta azzurra dal colletto alla coreana e dei pantaloni sempre di seta azzurra per i maschi, mentre per le ragazze vi era un vestito bianco con uno scollo drappeggiato e più stretto in vita e la gonna ampia. Una sottile cintura nera donava più movimento al vestito.

Invece, sotto al cuscino, vi era la tenuta da battaglia. Per le ragazze vi erano un leggins in pelle nero, una camicia verde, scarpe da ginnastica ed una cintura con dei passanti per infilarvici delle armi.
Per i ragazzi invece, c'erano dei pantaloni neri, scarpe da ginnastica​ ed una camicia blu. Anche per loro c'era la medesima cintura.
I nuovi membri dell'ordine si misero in fila di fronte ai bagni per cambiarsi.
Sara stringeva fra le sue mani il vestito. Non voleva indossarlo, non era da lei indossare vestiti, ma lo avrebbe fatto.
Una ragazza dai capelli dorati, era intenta nel legarsi i capelli in due piccole trecce alla francese.
Le sue labbra fine si alzarono in un timido sorriso rivolto alla bruna.
Possedeva dei grandi occhi verdi smeraldo che esprimevano un po' di nervosismo. Delle piccole lentiggini erano posate sul suo nasino.
La ragazza notò lo sguardo ammirato di Sara mentre la osservava sistemarsi i suoi capelli in quelle due ordinate trecce, quindi sorrise nuovamente alla ragazza dietro di lei e con voce fina le propose:«Vuoi che ti faccia due trecce?»
Sara divenne rossa per l'imbarazzo e rispose con voce tremante:«Oh no, no, tranquilla. Comunque piacere, Sara»
L'altra le porse la mano pallida timidamente:«Geneviève, piacere»
Sara sorrise nell'udire quel nome. Le era sempre piaciuto, peccato che la traduzione italiana non fosse altrettanto musicale e bella. Genoveffa non era il miglior nome del mondo.
«Da dove vieni di preciso?»domandò curiosa la bruna, gli occhi grandi che fissavano la ragazza di fronte a lei.
«Da Lione. Tu?»rispose l'altra legandosi la seconda treccia.
«Roma. Senti, per la cosa delle trecce, ecco, non è che me ne potresti fare due pure a me?»chiese Sara lievemente.
L'altra le rivolse un sorriso gentile, prese due laccetti dalle tasche, fece girare la sua nuova amica e cominciò a dividere i capelli lisci in due ciocche.
«Conosci già qualcuno?»domandò la bionda intenta a sistemare i capelli dell'altra.
«Sì. Jennifer De Sá e Matthew Jones»
«Jennifer non ce l'ho presente, ma Matthew non è quello con gli occhi grigi belli e i capelli castani chiari chiari?»

Sara roteò gli occhi. Le duoleva ammetterlo, ma Matthew era proprio un bel ragazzo. E poi quegli occhi... uh quanto le sarebbe piaciuto averli al posto dei suoi scuri!
«Già proprio lui»concluse poi con un fil di voce.
«Beh, un bel ragazzo!»commentò l'altra ridacchiando.
In quell'istante un'altra nuova compagna si girò verso le due. Aveva dei capelli castani ondulati sulle punte, occhi verdi e delle guancie rossicce.
«Beh, mai quanto lui»disse indicando lentamente il ragazzo dai capelli corvini e gli occhi blu:«comunque piacere, Catherine, vengo da New York»
Furono nuovamente interrotte dalla voce acuta di una ragazza indiana, i capelli nerissimi legati in una stretta treccia, un piccolo neo sulla guancia destra.
«Ma tu non sei la gemella di Eleanor? Il mio gemello Devilal é stato diviso nello stesso ordine di una ragazza uguale a te»disse rivolgendosi a Catherine:«Comunque piacere a tutte quante, io sono Jasmine»
Ogni ragazza si presentò alle altre.
Sara scoprì che effettivamente Catherine era la gemella di questa misteriosa Eleanor.

Poco tempo dopo il suo turno al bagno arrivò.
Posò i suoi piedi nudi sulla superficie marmorea della stanza rosea.
Si spogliò dei suoi abiti indossando in vestito.
La cintura lo rendeva stresso in vita, lo scollo drappeggiato e l'ampia gonna movimentava un po' la figura del vestito di un bianco candore.
Le trecce non le donavano particolarmente, ma le avrebbe tenute poiché Geneviève ci aveva messo così tanta dedizione nel legarle così meticolosamente.
Uscì dal bagno e trovò solo Nikandros, intento a sistemare i suoi vestiti vecchi sotto al cuscino.

Sara si avvicinò al ragazzo timidamente e con una voce che pareva sussurro gli domandò dove fossero gli altri.
Dopo qualche secondo il greco le propose di seguirlo, li avrebbero raggiunti nel cortile assieme.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 15, 2017 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Le cronache dell'ordine di PoseidoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora