5. Elizabeth

165 65 33
                                    

''Ragazze, devo dirvi una cosa'' inzia Lauren.

''Che succede?'' Liz.

''Riguardo alla discussione dell'altro giorno, prima dell' incontro con il preside... Camila ha ragione. Qualcosa che non va c'è.''

''Cosa ti frulla in testa'' le chiede Kim.

''Quella famosa grotta prima della Baya.... È quello l' accesso esterno. Ne sono sicurissima. ''

''Come mai ne sei così convinta?'' la intimida Elizabeth.

''Mio padre, mi portò lì quando avevo dieci anni, non mi disse cos'era la grotta, mi fece capire che era un posto speciale. Di cercare dentro me stessa. Quando sono praticamente scappata in camera mia quella sera, ho riflettuto, e poteva essere solo l' ingresso della biblioteca.''

''Bene, finalmente qualcuno che come me passa del tempo a riflettere'' dice scherzando Camila.

''Io dico, che dovremmo fare un salto in biblioteca.'' continua perplessa Elizabeth.

''Ah, ma allora abbiamo una ribelle?'' urlò Ashley.

''No, abbiamo una che cerca risposte. Che vuole risposte. Sono stata miliardi di volte in biblioteca e oltre a libri di ogni genere, il custode e la macchinetta del caffè, non ho mai notato nulla di particolare.'' ribatte Liz.

''Forse non hai fatto un salto nel lato segreto'' le sussurra nell'orecchio Ashley, in modo irritante.

''Ash, non sarò ribelle come te, ma certe regole vanno rispettate... Però in effetti... Perché è nascosta? Cosa c'è di così particolare? Nessuno lo ha mai nemmeno accennato...'' pensa Elizabeth.

''Bhe, intanto noi già sappiamo che esiste, e non dovremmo, grazie alla sbadata di Sandy, che senza volerlo parla nel sonno e ci ha svelato che è lei a fare le pulizie li.'' commenta Lauren.

''Quindi riassumendo: esiste questo lato nascosto, lo sappiamo, non ci siamo mai state, ma sappiamo che una persona a noi fidata conoscerà di certo qualcosa in più di noi. Dobbiamo parlare con Sandy. Il prima possibile. Chiederle cosa sa, e provare a convincerla a farci entrare.'' conclude Liz.

''Mmh, conoscendola è molto timorosa, non parlerà così facilmente.'' continua Kim.

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

Elizabeth è tornata in camera dopo la pausa pranzo, ha troppe cose in testa:

Deve richiamare sua madre il prima possibile, non sopporta la segreteria più di tre volte di fila, nemmeno in orario scolastico.

''Ehy, Mamma''

''Ciao Liz, perché non hai risposto?''

''Scusami, ero a pranzo, non l' ho sentito.''

''Ok.'' le risponde scocciata

''Di cosa avevi bisogno?''

''Volevo sapere come stavi''

''Non credo, comunque bene''

''Liz, calmati''

''Non chiamarmi Liz, sto bene, mamma. Mi raccomando ricorda a papà che esisto, buona giornata'' riattacca.

''Pff.'' sbuffa e si butta nel letto.

Ultimamente con i suoi non va. Le vacanze insieme erano state un fiasco, solo cene di gala con i parenti e gli amici dei genitori, nessuna amica, nessuna coetanea con cui conversare, nessuno svago. Tutto un loop di giornate deprimenti. Era stanca dei loro atteggiamenti, del loro sperare che cambiasse idea e che tutto ad un tratto decidesse di fare politica.

''Elizabeth non è, e non sarà mai il loro burattino'' pensa.

Vuole scegliere da sola. Essere LIBERA. Come tutte le ragazze del College, di scegliere cosa vogliono dalla loro vita, e lei, non voleva la stessa cosa che speravano che facesse. Lei è Diversa.
Lily e Corven lo sapevano bene.

''Amore, posso disturbarti?'' è Lily a parlare, la madre di Liz.

''Si, dimmi.'' risponde Corven, il padre

'' Ho chiamato tua figlia, inizialmente non mi ha nemmeno risposto.'' continuò lei.

''E?''

''Nulla, poi mi ha richiamata ed era arrabbiata, mi ha chiuso subito, mi ha chiesto di salutarti''

''La richiamo io appena posso, non preoccuparti. Devo parlare, stacco che vado in riunione, a stasera''

'' A stasera.''

Liz, per staccare un po' dal pensiero assillante dei suoi decide di mettersi a leggere, e, mentre scorre le pagine, si ricorda di un particolare...

Nell' ufficio di suo padre, c'era una piccola stanza dietro a una parete, dove lui trascorreva i pomeriggi a sorseggiare the e leggere vecchi articoli di giornale.

Si ricorda che un giorno, mentre era lì ad annoiarsi, frugando in un grande forziere vintage Dell' Epoca Coloniale, aveva visto una strana mappa tutta raggrinzita all'interno di una teca di vetro. Si ricordò di averla aperta eh...

Ecco! Si! La mappa rappresentava l'Isola cinquecento anni prima!

Se c'era un posto dove doveva cercare era lì. Doveva andare da suo padre.

Una cosa non capiva: perché sembrava sempre di più che gli adulti sapevano cose che lei e le altre non sapevano? Cosa stavano nascondendo? Era sempre più turbata.

-Spazio Autore-
Ehy✨ Un' altro capitolo è fatto! Spero vi sia piaciuto! Sono molto contenta dei risultati! Più di 120 followers e 0,4k di letture **-** grazie a tutti. Veramente. Grazie a tutti anche per i consigli, (infatti ho cercato di fare il capitolo un pochino più lungo come mi era stato chiesto), grazie per i consigli sulla grammatica, che a volte sbaglio anche io! Continuate ad aiutarmi a migliorare questa storia, grazie Mille a tutti!
Ora inzia la scuola, cercherò di aggiornare comunque una sicuramente, due volte a settimana quando ho un' attimo libero. Vi prego di capirmi.
Kiss,
-Silvia🌙

Girls' Blood Ties Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora