4. Un'innocente bugia

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Io e Lorenzo siamo appena arrivati al pub Hendrix.

Lo seguo in ogni suo passo. Si dirige verso un tavolo.

<<Vieni con me. Vado a salutare un attimo>> mi dice tenendomi per mano.

Ci avviciniamo vicino al tavolo dove erano seduti Luca e Andrea.

Abbasso lo sguardo per l'imbarazzo.

<<Lei è Camilla>> mi presenta ad Andrea precisando che sono la sua ragazza.

Allungo la mano con molta nonchalance. E sforzo un sorriso.

Poi andiamo a sederci  ad un tavolo riservato a noi.

<<Andrea non era il tizio per cui andavi matta come tutte le altre?>> mi domanda guardandomi fissa negli occhi.

<<Io? Macché, a me stava sulle scatole.in realtà, Non so cosa ci trovavano in lui. >> distolgo lo sguardo e sorseggio il mio cocktail analcolico.





I riflessi del sole penetrano dalla finestra avvisandomi che un nuovo giorno è ormai giunto.

Oggi non posso permettermi di fare tardi a lavoro.

Il signor Longo deve presentarci la nuova proposta editoriale.

Così, metto i piedi giù dal letto e striscio verso il bagno.

Il getto dell'acqua calda mi aiuterà ad allontanarmi l'immagine di Andrea fissa nei miei pensieri da quando l'ho rivisto.

Credevo di averlo dimenticato.

Credevo di aver superato quella fase adolescenziale. Ma averlo incontrato di nuovo ha riacceso in me quella fiamma legata solo a lui.

L'altra parte di me, invece, era d'accordo con il piano diabolico di Anna: farlo innamorare di me e poi piantarlo in asso. Mentre l'altra me, pensava a Lollo.

Decido di indossare delle ballerine nere, un jeans scuro ad alta vita e una blusa bianca. Allaccio un cinturino di pelle nero sotto il seno per tenere un pò stretta la maglia.

I capelli li raccolgo in una lunga coda di cavallo.

Una volta aver terminato di prepararmi, mi assicuro di aver preso tutto l'occorrente per il lavoro.

Ad un incrocio con diritto di precedenza proseguo diritto, un'auto mi taglia la strada.
Facendo cadere me e la mia vespa per terra.
Mi rialzo dopo aver subito il leggero urto.

<<Ma sei matta? >> mi urla l'uomo che scende dall'auto che ha causato l'incidente.

<<<ancora tu! >>esclama.

Quell'uomo era Andrea.

Non potevo crederci.

Era diventato un mio perseguitatore.

<<Ma guarda che la tua graziosa macchina non ha neanche un graffio. Guarda invece i miei jeans nuovi. Si  Sono strappati>> l'affronto decisa.

<<Dai, che ormai sono di moda. Tu li hai avuti gratis>> si gratta la testa ridendo.

<<Non sei divertente>> replico.

Sollevo la vespa e avvio il motore che purtroppo sembra non volermi dare segni di vita.

Così, trascino il mio Beverly al parcheggio e mi avvio verso l'auto di Andrea.

<<Visto che hai causato tu l'incidente e prima che chiami i carabinieri per denunciare l'accaduto sei costretto di darmi uno strappo fino a lavoro.>> affermo aprendo la portiera della sua auto.
<<Subito che sono in ritardo a causa tua>> puntualizzo.

Così senza nessuna replica saliamo in macchina e gli indico la destinazione.



My mess is you.  ( IN PAUSA) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora