Capitolo 11

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Anastasia's Pow

Quando riapro gli occhi, non mi ritrovo nel luogo dove avevo perso coscenza, ma in una stanza che pareva d'albergo, da sola, ma non delle bettole di periferia.... Anzi di un albergo di alta classe, le stanze riservate ai ricchi, quelle dove ci potevano stare 30 persone invece che una sola.

Mi misi a sedere sul letto e osservavo la stanza dove ero situata.

Man a mano che guardo, mi accorgo che le pareti sono tutte sgrostate (?), i mobili pieni di centimetri di polvere, le porte scardinate e scolorite, ma la cosa che mi  incuriosisce maggiormente sono le finestre completamente sbarrate, con assi di legno e sopra delle tende ancora per coprirle.

Tutto sembra abbandonato da anni, anche se quel luogo conserva ancora il suo antico splendore, nonostante il tempo abbia rovinato la struttura e i beni contenuti. L'unica csoa che sembra tenuta con cura, sono appunto queste finestre. Sembra come se chi abitasse in quel luogo avesse paura del sole.

Così mi alzo e mi avvio verso la finestra, sposto le tende e mentre avvicino la mano alle assi per toglierle, per riuscire così a vedere cosa si cerla fuori, RICORDO.

Ricordo la rilevazione di Carlo, il dibattito tra noi e dopo la sua resa la mia trasformazione.

Allora cerco con lo sguardo uno specchio per vedere se quello che lui mi ha detto è vero, oppure solo una menzogna. Guardo in ogni angolo della stanza, ma non riesco a trovarlo. Mi butto sul letto e guardando il soffito noto un piccolo riflesso, provieniente da sotto il cassabanco. Un piccolo raggio di luce sta sfiorando un piccolo specchio.

Lo afferro, ma lo copro con la mano, per paura di quello che posso vedere riflesso. Ovvero un mostro con gli occhi rosso sangue e canini più affilati di un leone.

"Anastasia" mi dico "Hai voluto tu che lui ti trasformasse, quindi adesso sposti quella mano dallo specchio, lo pulisci e ti guardi!" Allora vado verso quella che pare la porta la porta di una cucinina privata, lavo lo specchio, ci rimetto su la mano e torno in camera. MI siedo sul bordo del letto, conto fino a tre, levo la mano e mi guardo.

Non riesco a riconoscere la persona riflessa, quella non sembro io anche se so di esserlo, la persona riflessa è troppo magnifica, mozzafiato  perchè sia io.

Come mi era stato detto i miei occhi erano restati del loro colore naturale, al vedre ciò faccio un sospiro di soglievo almeno non sembrerò un fenomeno da baraccone. Il resto del corpo è restato identico, la trasformazione ha solamente eliminato quelle piccole imperfezioni che aveva il mio corpo, messo le curve al posto giusto, ma sopratutto ha reso la mia pelle bianca come un lenzuolo. Quella è la differenza che più si nota. Se i miei genitori mi vedessero in questo momento resterebbero esterreffati dal mio cambiamento.

Hai miei occhi, ormai non più "ciechi", è un cambiamento netto. Ma anche con i loro si avvertirebbere.

Solo allora mi ricordo del mio bellissimo vestito blu notte, che mi hanno regalato per il mio compleanno quello stesso anno. Della felicità con la quale l'ho scartato, mi è piaciuto talmente tanto che l'ho indossato per 5 giorni consecutivi.

Guardandomi in questo minuscolo specchio riesco solamente a notare che il mio collo e la zona del decoltè dell'abito sono imbrattati di sangue, del mio sangue, che ormai non scorre e non scorrerà mai più nelle mie vene, se non cibandomi di umani ignari del loro destino.

Solo in quell'istante penso a quel lato della mia "nuova vita" , fino a quel momento non ci avevo proprio pensato, nella mia mente girava solo la frase "PER SEMPRE INSIEME A LUI" e non altro. Non pensavo al cambiamento fisico e al nuovo modo di mangiare a cui stavo andando in contro.

In quel momento se avessi potuto, sarei sbiancata, al solo pensiero di uccidere, una persona che ha una famiglia, magari una moglie e dei figli, solamente per vivere ancora.

In quel momento mi metto in mezzo al letto e mi abbraccio le gambe al petto e vorrei piangere se ancora mi fosse possibile, ma nel mio nuovo corpo non posso.

Resto così per quelle pargono ore, fino a quando non arriva Carlo.

Carlo's Pow

Entro in quell' ex hotel di lusso, dove l'ho lasciata per per andare a prendere qualche animale di cui possa cibarsi appena sveglia, perchè sarà pieno giorno e non è sicuro farla uscire il primo giorno da vampira tra gli umani per cibarsi anche se andremo nel bosco.

Salgo le scale alla velocità della luce per rivederla, perchè dovrebbe essersi destata da poco ormai.

Infatti entro nella stanza con un sorriso in volto nel vedere che non è più addormentata, ma dura poco , per poi essere sostituito immediatamente da un'espressione di puro dolore nel vederla in quello stato.

Così lascio per terra i conigli che avevo appena caccaito e mi avvicino e la stringo in un abbraccio confortante fino a quando sento che  un p'ò si è calmata.

Io:" Cos'è accaduto amore?"

Lei mi fissa negli occhi, ormai ritornati del loro colore naturale ovvero verdi, ma non dice niente.

Io:" Tesoro cosa ti affligge?" 

A:"La mia sete...."

Mi ero completamente dimenticato che avrebbe avuto una tale sete che avrebbe potuto prosciugare un elefante in un minuto.

Io:" Scusami, mi ero scordato di quanta sete avresti avuto, attendi un secondo ti porto la tua cena". Mi alzo e vado verso la porta per prendere i conigli che avevo lasciato lì celati alla sua vista, in quel momento corre verso l'angolo più estremo della stranza, si mette in posizione d'attacco e mi mostra i canini.

A:" Non tentare a portare qui nessun essere umano per sfamarmi, non voglio essere un mostro.."

In quel momento capisco perchè era così triste pensava che per vivere avrebbe dovuto uccidere persone, eppure glielo avevo accennato che io mangiavo animali allora dico " Amore se cerchi di rimenbrare la nostra conversazione dell'altra notte, ti avevo accennato che io non mi cibo persone, ma bensì di animali..."

All'udire ciò si mette in posizione eretta e comincia ad avere lo sguardo vacuo, sta cercando di ricordare le mie parole... Dopo alcuni minuti le spunta un sorriso e comincia a ridere.

A:" Che sciocca, mi ero scordata di quella parte del tuo discorso. Mi sono straziata per ore pensando a tutto ciò, per nulla..." Finito di dire questo ricomincia a ridere e cade a terra dalle troppe risate. La sua risata è talmente bella che riesce a contagiarmi, così inizio anch'io a ridere ma, a differenza sua riesco a fermanrmi e a dire:

I" Tesoro, mi dispiace per quello che hai passato in queste ore, sono felice che tu sia felice di sapere che non dovrai fare ciò che pensavi. Ma adesso smettiamola di ridere, al momento è meglio che tu venga a mangiare questi succolenti conigli che ho cacciato per te"

Allora si alza si avvicina al mio viso e mi bacia con passione, per poi dirmi " TI AMO".

Io le rispondo: " Anch'io, più della mia stessa vita, ma adesso prima che tu scoppi in una furia omicidia, mangia questi maledetti conigli".

Così ricominciamo a ridere calorosamente.

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Spazio Autrice

Grazie a chi mi legge ancora!!

Ecco per voi cari lettori un nuovo capitolo, questa volta più lungo della norma, spero di riuscire a farli sempre così lunghi d'ora in poi.

Come al solito vi chiedo di votare e commentare per sapere se la storia vi sta piacendo. Da questo capitolo in avanti cercherò di rendere la storia meno nopiosa e più movimentata.

MI scuso per gli eventuali errori. 

My Word Is ChangingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora