capitolo 15

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Per mia sfortuna non si era svegliato ma perché tutte a me? Mi avvicinai al suo lettino su cui poco prima c'ero stesa io e gli accarezzai il ciuffo e intanto cercavo di sorridere ricordando i bei momenti passati con lui
Si Spalancò la porta di metallo facendo un rumore assordante che alle mie orecchie sembrò molto più forte di quanto non lo fosse già mi voltai verso essa e fissai per svariati minuti la sagoma sfocata di qualcuno forse un medico la figura si fece sempre più nitida e vicina finalmente la riusci a distinguere era quel malato del mio ragazzo lo guardai per svariati minuti e lui osservò altrettanto me poi puntò lo sguardo sulla mia mano che era avvinghiata a quella di nash,dopo questo gioco di sguardi tra me e lui, finalmente si è deciso a parlare
J: be che cosa mi devi dire?
Io: che sei un perfetto coglione
J: non intendevo quello intendevo altro. disse indicando la mia mano
Io: no nient'altro
Sbuffó e si avvicinò a me, mi fissò per svariati minuti e poi distolse lo sguardo percorrendo la piccola distanza tra noi e la finestra si appoggiò allo stirpe di essa e la apri leggermente scostando la tenda di un grigio spento per far entrare un po di aria pulita e far uscire la puzza di ospedale e di chiuso devo dire che al di fuori di questa prigione lo spettacolo non è male un piccolo giardinetto nel retro con una distesa di erba ben curata dei fiori di diverso tipo sparsi qui e là e delle siepi se questo non fosse un ospedale ci verrei molto volentieri anche di notte magari per distendermi su quella immensa distesa di erba e guardare le stelle e magari con un po di compagnia da perte di nash o di jack magari ad esprimere desideri o a parlare ma tutto questo non è possibile perché uno nash è su un fottuto lettino per colpa di jack e e poi quel giardinetto era di un piccolo e malinconico ospedale ma tornando a noi non mi ero accorta che stavo in un mare di lacrime e una mano cercava invano di asciugarle era.........

scriverò il tuo nomeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora