Una famiglia numerosa

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POV Marco

La mattina passa lentamente, ma è solo una mia impressione: è che sono concentrato su cosa dire a Vanessa quando la vedrò sul bus del ritorno. Ho fatto bene a non parlarle alla ricreazione, senza avere argomenti pronti sarebbe stato alquanto imbarazzante... Sia per me che per lei. Pensandoci meglio, non devo parlare con lei davanti alle sue amiche, potrebbero riempirla di domande dopo: cosa perfettamente comprensibile, visto che raramente parla con un ragazzo (almeno a scuola, penso con una fitta: magari fuori parla con un sacco di ragazzi e io non posso farci niente...) e poi uno più grande di lei di due anni... Vanessa va in seconda e io in quarta, ma che sono due anni?

Finita la scuola mi incammino verso la fermata. Sono ancora immerso nei miei pensieri quando arriva l'autobus e appena salgo mi siedo, ma me ne pento subito: una volta seduto sarebbe imbarazzante alzarsi per andare a parlare con Vanessa... Che è appena salita! Ma allora era alla fermata con me? Cavolo come ho fatto a essere così scemo!? Non ho il coraggio di guardarla direttamente, e giro la testa verso il finestrino: non voglio iniziare una lotta mi alzo-non mi alzo, inoltre se lei non mi ha salutato ci sarà un motivo no? 

Stamattina sono stato fortunato, e lei mi ha risposto per educazione, ma dubito che si metterebbe a parlare con me di sua spontanea volontà... Che illuso che sono! Per tutto il viaggio resto a fissare il mio riflesso sul finestrino, che a tratti sparisce: mi piace viaggiare quando c'è buio perché c'è sempre il riflesso. No non sono narcisista, ma il riflesso che vedo sembra quasi un fantasma che vola nella notte.

Arrivo a casa e ancora prima di entrare sento un bambino piangere: è mia sorella probabilmente. Gli altri ragazzi penserebbero che sono pazzo, ma non mi dà fastidio il pianto dei neonati, mi viene solo voglia di accudirli. Entro in casa e come al solito c'è un casino bestiale, ma in qualche modo accogliente: giochi ovunque, mia madre che cucina, mio fratello che tiene in braccio Matilde ma guarda il telefono, e quindi è assolutamente inutile. -Sono tornato!- esclamo, e Pietro prova subito a passarmi Matilde -Lasciami lavare almeno le mani, stupido!- -Piano con gli epiteti!- urla mia madre dalla cucina.  -Ok scusa...- vado in cucina a lavarmi le mani: mia madre ha scongelato le bistecche, e vedo il sugo nella padella -Pasta al sugo e carne di secondo?- chiedo. -Esatto. Vai a salvare tua sorella da quell'incapace- dice rapida. -Piano con gli epiteti!- la prendo in giro -Solo io lo posso dire! Ci saranno dei vantaggi a essere adulti!-

Appena la prendo Mati si calma, e Pietro sparisce: ha le capacità di un ninja quando si tratta di evitare i lavori o le fatiche. Essendo il primo giorno di scuola non mi devo preoccupare dei compiti, quindi mi dedico totalmente a Matilde, fino a che mia madre non la prende per darle cena e metterla a dormire: a quel punto salgo anch'io al piano di sopra, dove c'è la nostra camera. Dico nostra perché divido la camera con i miei due fratelli minori, Pietro (l'incapace di prima) che va nella mia stessa scuola ma in seconda e Giovanni che ha iniziato le medie.

A cena mio padre arriva quando stiamo passando al secondo: lavora a casa, e avendo orari molto flessibili finisce per lavorare anche all'ora di cena. -Com'è andata a scuola? Valeria?- -E' andata bene papi- Mia sorella Valeria fa la seconda elementare, certo che è andata bene! -E tu Giovanni?- Il mio fratello maschio più piccolo: per la sua età è piuttosto minuto, e ha un "visino da angioletto" che lo fa sembrare ancora più piccolo. - Tutto bene: per fortuna in classe c'è Alberto e quindi mi sono messo vicino a lui- Alberto è nostro cugino, ha sei mesi in meno di Giovanni. Mio padre fa una piccola pausa prima di passare a Pietro, e da' un'occhiata al posto vuoto di Elena. Elena è stata nella nostra famiglia in affido per diversi anni, e pochi mesi fa è tornata dai suoi. Pietro borbotta che è andato tutto bene (oggi è uscito un'ora prima, per questo era già a casa prima di me). -E tu Marco? Com'è andata oggi?- Io cerco di non sorridere e dico con nonchalance -Tutto normale-.

Dopo cena andiamo a letto, e io mi metto a guardare video di arti marziali su YouTube: ho praticato kung fu per due anni, specialmente i due stili Wing Chun e Hung Gar. Il primo video mostra il kung fu di Donnie Yen, poi passo ai combattimenti di MMA nella gabbia, dopo guardo un panda che rotola nello zoo, un tutorial di origami semoventi, un seminario sulla comunicazione efficace, un corso online di lettura veloce e i cinque casi irrisolti più misteriosi nella storia del cinema. 

A questo punto capisco che ho perso abbastanza tempo e chiudo l'app. 

Controllo Instragram, qualcuno ha messo "mi piace" al mio ultimo post (delle foto "artistiche"). Già che ci sono guardo le storie dei miei amici, poi guardo post a caso per una buona mezzo'ora.

Eh sì, sono perfettamente organizzato e capace di gestire il mio tempo! *sarcasm alert*

Verso mezzanotte mi si chiudono gli occhi, quindi metto il telefono in carica e chiudo gli occhi.


Ciao a tutti! Come il nostro Marco, la mia capacità di gestire il tempo è praticamente nulla, ma mi impegnerò a pubblicare regolarmente, spero una volta a settimana. Finora vi sta piacendo? Con tutti questi POV forse è un po' confuso, ma state tranquilli: da questo capitolo si alterneranno solo i POV di Marco e Alice, come nel primissimo capitolo (L'autobus).


//Eyesinfire


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