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"Ci sono tutti, signorina?" chiese il capo reparto all'infermiera, che li teneva tutti davanti a sè mentre lei li accompagnava fuori.

Prima di scendere aveva iniettato a quei ragazzi un calmante, in modo tale da non fargli fare qualche fuga e, cosí, creando gran fracasso e paura fra le persone.

L'infermiera annuí e fece di nuovo l'appello. Erano divisi in una sola fila, Jungkook era il primo e dietro di lui c'era solo qualche ragazzo del suo stesso corridoio.

"Jeon Jungkook?" passò da lui, l'infermiera, con un foglio e una penna.

"Presente." rispose spento il ragazzo  mentre guardava un punto indefinito.

La piccola donna richiamò tutti i nomi dei ragazzi in fila e ne mancavano solamente alcuni. Jungkook aveva il cuore in gola solamente a pensare che doveva ritornare in quella camera, da solo.

Jungkook iniziò a respirare a fatica e gli occhi gli si colmarono di lacrime. Il suo petto faceva su e giú velocemente, stava entrando in panico e voleva cercare di fuggire.

Corse in fondo alla fila, dove c'era l'infermiera e iniziò a piangere.
Il capo reparto gli afferrò la stoffa della camicia e lo trascinò con sè, ma il ragazzo si dimenò urlando. L'uomo, allora, prese la sua piccola mazza e iniziò a colpirlo con forza sulle braccia, pur di farlo calmare.

Aveva quelle crisi continuamente e ai dottori non andava bene come cosa, per farlo calmare o ci volevano i calmanti oppure bastonate come le riceve un cane.

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