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Quel mattino non era come tutti gli altri.

Era tutto molto silenzioso, i due ragazzi non potevano uscire dalle rispettive stanze e si stavano annoiando.

Quando ad un certo punto Jungkook sentì bussare dall'altra parte sulla sua parete bianca.

Si avvicinó di corsa alla parete e vi poggiò una mano sopra, come se sentisse quella più piccola di Jimin sulla sua.

"Tu e la tua malattia, Jungkook. Ti sei ridotto tu in queste condizioni, non sono stato io. Hai immaginato tutto, io sono stato sempre qui ad aspettare di uscire per vederti, per parlarti, per toccarti. E invece sei venuto tu da me, non nei migliori dei modi. Io ti ho sempre amato, Jungkook, non sono io la causa per cui sei qui. Per quanto riguarda me, sei tu la causa per cui sono qui. La tua ragazza, invece, si è suicidata quando ha saputo che tu non l'amavi più. Tu e quel maledetto muretto Jungkook. Ti amerò sempre, non dimenticarlo."

Jungkook non poteva sentirlo e lui lo sapeva bene, ma voleva dirglielo ugualmente per l'ultima volta.

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