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Jeon Jeongguk era sfinito. Si precipitò in casa per poi buttarsi sul letto senza neanche cambiarsi gli abiti. Quella giornata era stata particolarmente faticosa, per lui e per le sue povere gambe. Aveva anche un forte mal di testa causato dall'insopportabile musica di quel gruppo che quel giorno, il bar per cui faceva il cameriere, aveva assunto. Per fare bella musica, aveva pensato Jeongguk, non per far scappare i clienti.
Non ci volle molto prima che il moro si addormentasse cullato dal ronzio degli apparecchi elettronici presenti in casa sua e sperando anche in un qualche bel sogno, uno di quelli che tanto amava.

Qualche ora dopo si svegliò infastidito da qualcosa. Si passò una mano sul viso borbottando, poi si rigirò nel letto, pensando di essersi immaginato tutto o semplicemente che il rumore fosse cessato. Si sbagliava, perché qualcosa nella tasca della sua felpa prese a vibrare per l'ennesima volta.
Si mise a sedere in modo esageratamente veloce, talmente tanto da provocargli un feroce mal di testa. Rimase a massaggiarsi le tempie per cinque buoni minuti, e non appena non sentì più dolore afferrò il cellulare e con un occhio semi aperto e l'altro chiuso, cercò di capire chi lo stava chiamando.
Numero sconosciuto.
Lanciò un'occhiata fuori dalla finestra ancora oscurata dal buio della notte, e poi all'ora. Le tre di notte. Finalmente si decise a rispondere.
-Pronto? Scusi, le sembra il caso di chiamare a quest'ora della notte?- Disse irritato e con la voce ancora impastata dal sonno. Per un attimo tutto tacque, tanto che a Jeongguk sembrò che il tempo si fosse fermato.
-Finalmente...- Sussurrò una voce maschile dall'altra parte della cornetta.

Gotta Talk To You↵ jikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora