VII

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Jeon Jeongguk rimase sdraiato a letto per il resto della giornata, con lo sguardo fisso sul soffitto bianco e i pensieri rivolti alla storia raccontatagli da Park Jimin.
-Ci siamo... incontrati in spiaggia.- Mormorò. -Abbiamo condiviso un ombrello e... parlato.- Continuò ancora, confuso e impegnandosi nell'immaginare la scena. -Ma perché, io non lo ricordo?- Disse questa volta a voce più alta, mettendosi a sedere di scatto e scompigliandosi i capelli con entrambe le mani, che fece poi scivolare sul volto. Per quanto ci provasse, la scena non gli sembrò neanche familiare. E se avesse mentito? No, com'era possibile che conoscesse il giorno del mio compleanno, la mia età... chiunque l'avrebbe potuto sapere. E la preferenza per il caffè Americano? Fortuna? E il fatto che l'avesse riconosciuto?
No no no no no! pensò con rabbia. Non piangere, non piangere, non piangere, hai resistito per così tanto, perché non anche oggi?
Jeongguk non pianse. Non perché non ci riuscì, ma perché soffocò le lacrime.

Park Jimin decise di attendere il giorno dopo per chiamarlo, ma non ci fu momento in cui non controllò il cellulare, preso dall'urgenza di farlo. Aveva anche paura che il ragazzo non volesse più vederlo, ma l'unica cosa che gli dava un po' di speranza, era il lieve cenno che gli aveva fatto alla richiesta di chiamarlo.
Nel momento in cui Jeongguk lo chiamò, lui era seduto sul divano di casa sua e si mordicchiava le dita dal nervosismo, ancora indeciso sul da farsi. Non appena sentì il telefono vibrare e capì chi lo stava chiamando, rispose senza esitare.
-Jeongguk. Tutto bene?- Gli disse subito dopo aver schiacciato sulla cornetta verde.
-Sì.- Rispose lui dopo qualche secondo di silenzio. -Volevo che mi raccontassi qualche altra storia che mi riguarda.- Il maggiore sorrise e annuì nonostante l'altro non potesse vederlo.
-Lo farò con piacere.- Sapeva cosa raccontare. Sapeva che Jeongguk si sentiva perso e che aveva l'urgenza di ritrovare se stesso, di capire che tipo di persona fosse in passato. Perché non lo ricordava più e questo lo frenava. Aveva paura. E per superarla, doveva almeno ricordare alcune delle cose fatte in passato. Nonostante le avrebbe ricordate in terza persona, per lui erano importanti, per la sua crescita e la sua felicità.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 04, 2020 ⏰

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