II

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-Scusi...-
-Ce ne hai messo di tempo a rispondere eh?- Il ragazzo che aveva fatto sfumare uno dei sogni più belli che avesse mai fatto, aveva una vocina molto dolce, parlava in modo pacato e neanche troppo velocemente. Jeongguk iniziava ad innervosirsi perché oltre ad averlo svegliato, la persona che l'aveva chiamato non era intenzionata a mettere giù.
-Si rende conto dell'orario? Mi dica chi è, non mi sembra di conoscerla.- Dall'altra parte della cornetta non si sentì altro che una dolce risatina.
-Oh Gukie, quanto sei carino. Hai una voce stupenda pure da appena sveglio.- Inutile dire che Jeongguk si spaventò un po' nel sapere che lo sconosciuto, oltre a sapere il suo nome, gli dava pure dei nomignoli. Concluse la chiamata mettendogli giù e spegnendo il cellulare che poi appoggiò sul comodino. Si passò una mano tra i capelli scuri facendo sì che si scompigliassero ancora di più, poi si riappisolò coprendosi con la coperte ancora ben ripiegate del letto. L'evidente ragazzo che l'aveva chiamato poteva benissimo anche aver sbagliato numero. In qualsiasi caso, Jeongguk pensò che fosse troppo stanco per pensarci a quell'ora della notte.

Si svegliò circa tre ore dopo per dirigersi al lavoro per l'ultimo giorno in quella settimana. Ci andò con buoni propositi, ovvero che poi l'indomani sarebbe potuto rimanere a casa a non fare niente, visto che la domenica era il suo unico giorno libero insieme al martedì. Ricordò la chiamata dello sconosciuto la mattina stessa, cosa che lo fece scervellare per tutto il giorno su chi potesse essere. Non riuscì a scoprire chi fosse, quindi accantonò quella telefonata in un angolo della sua mente e non ci pensò più.
Quando tornò a casa era più allegro del solito; si fece una doccia bollente, si mise un mobido pigiama in tinta unita e si buttò sul divano con un pacchetto di patatine in mano. Accese la televisione e si godette il suo meritato riposo guardando un film.
Tutto era tranquillo nella città di Seul, la notte era illuminata dalla luce artificiale dei lampioni e delle case, mentre il centro della città era gremito. La mezza luna era interamente coperta dalle nuvole scure e il bagliore delle stelle non era per niente visibile. La pioggia, con lentezza, prese a martellare contro le strade e i passanti, che cercavano di coprirsi in ogni modo, nascondendosi dentro ai bar o tornandosene a casa accompagnati dal soave ticchettio della pioggia sulle loro giacche.

Gotta Talk To You↵ jikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora