Non ero in condizioni di riuscire a pensare ancora per tanto tempo, era li, la volevo.
Volevo baciarla, toccarla. Volevo toglierle tutti quei dannati vestiti che aveva addosso.
«Dove siete? C'è una cliente che ti vuole parlare!» disse a gran voce la segretaria diretta probabilmente verso la stanza in cui stavamo.
Scossi la testa, turbata dalla direzione che stavano prendendo i miei pensieri e, con un gesto fulmineo mi diressi verso una delle gabbie aprendola e facendo finta di mettere a posto la ciotola dell'acqua.
«Ah eccovi! C'è una signora che..» esclamò aprendo la porta.
«Si lo so, fatti lasciare il recapito, la chiamo tra poco» rispose Zoe ancora adiacente al muro.
La segretaria annuì e serrò la porta.
Chiusi la gabbietta che avevo preso di mira pochi istanti prima per creare un diversivo e, ridendo, le passai davanti.
«Non ti azzardare a fare una cosa del genere un'altra volta perché conosco i miei limiti e ti assicuro che non riuscirò di nuovo a trattenermi..» le sussurrai all'orecchio, poi mi diressi verso la porta.
«Ma io..» mi afferrò il braccio.
«O mi lasci o ti sbatto al muro..» la fissai dritta negli occhi.
«Non andartene..» strinse il braccio e mi tirò a sé.
«Non mi fermerò di nuovo.. Si vede che non sei sicura, lasciami andare di là» le afferrai la mano e, lentamente, la spostai lasciando libero il mio braccio.
«Non pensi che sia una cosa sbagliata quello che stiamo facendo?» mi disse.
«Piace ad entrambe, non deve essere sbagliata per forza» le risposi.
«E se qualcuno lo venisse a scoprire? Perderei il lavoro, la mia vita, tutto!»
«Nessuno lo verrà a sapere, ho anche io una vita fuori di qui!» le risposi seria.
«Lo so ma pensi che non se ne accorgerà nessuno? Si capisce anche dai sguardi..».
Come darle torto?
«Ma chi vuoi che se ne accorga? Non c'è mai nessuno quando parliamo» ribattei.
«Per me qualcuno l'ha già capito..»
«Ti fai troppi problemi Zoe..» abbassai lo sguardo scuotendo la testa «vado a vedere se serve una mano con i prelievi».
Chiusi la porta e me ne andai, non sapevo in realtà per quale motivo fossi andata via, non volevo andarmene cazzo! Ma se lei non si sarebbe schiarita un minimo le idee io non potevo fare nulla, non volevo essere la persona che creava casini fra lei ed il compagno.
La sentii uscire dalla stanza ma non mi voltai, proseguii per la mia strada.
«Ehi ma Zoe dove sta?» mi chiese Joe, uno dei veterinari addetto alle visite.
«Credo sia andata in bagno, non lo so» risposi.
«Senti le dai questo foglio quando torni di là? Hanno cambiato i turni di questa notte» continuò.
Annuii.
Mi sbrigai a prendere il tabacco nello spogliatoio buio situato in fondo al corridoio e, dopo essermi girata la sigaretta, tornai al ricovero.
«Pare abbiano cambiato i turni di questa notte» le dissi porgendole il foglio bianco che avevo fra le mani.
«Ma che cazzo, ti pare che mi hanno messa di turno? Ora lavoro notte e giorno, fantastico!» agitò il foglio.
Mi diressi verso la porta a vetri, che lasciava entrare un ingente quantità di luce, e dopo averle lanciato un rapido sguardo d'intesa uscii a fumare. Controllai i messaggi Whatsapp arrivati sul mio telefono diverse ore prima e risposi a determinate persone, poi controllai Instagram ed infine Facebook. Non avevo con chi parlare mentre fumavo, quindi il telefono era una buona alternativa.
Finito di fumare rientrai e con sorpresa trovai il foglio, che le avevo dato pochi minuti prima, firmato sul tavolo.
«Non ti lamenti più?»commentai.
Mi porse una penna che d'istinto afferrai con la mano destra, senza capirne l'apparente motivo.
«Firma» esclamò.
«Per..?» la guardai perplessa.
«Resti con me sta notte» rispose.
La guardai e, portando la mano davanti alla bocca, cercai di mascherare la risata maliziosa che mi stava sfuggendo.
Io e lei in turno sta notte? Non potevo non ridere, e non potevo fare a meno di pensare a ciò che sarebbe successo, perché sarebbe successo qualcosa sicuramente.
«Lo porti di là?» mi domandò seria.
«Agli ordini capo» esclamai.
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Dottoressa, scusi?
Short Story«Non pensi che sia una cosa sbagliata quello che stiamo facendo?» mi disse. «Piace ad entrambe, non deve essere sbagliata per forza» le risposi. «E se qualcuno lo venisse a scoprire? Perderei il lavoro, la mia vita, tutto!» «Nessuno lo verrà a saper...