«Te lo meriti?»

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Una volta spariti dietro l'angolo che divideva il corridoio dal ricovero mi sentii gli occhi addosso.
«Cosa c'è?» domandai divertita.
«Le visite sono finite..»
«Non ne hai fatta nemmeno una..»
«Le ho fatte prima che arrivassi tu» disse avvicinandosi progressivamente a me.
«E come avresti fatto? Hai visitato quel gatto stronzo da sola?» mimai il suo tono provocatorio.
«Lo sai che posso fare tutto con queste mani..» mi passò le dita fra i capelli fin dietro la nuca.
«Ah si?» le misi le mani sui fianchi.
«Scommetti?»
Iniziò a baciarmi sul collo, quelle dannate labbra sfioravano una delle mie parti del corpo.
Le SUE labbra, sul MIO corpo, era tutto perfetto.
«Fra dieci minuti vengono a cercarci per il cibo..» commentai allontanandola, cercando di evitare un'altra spiacevole interruzione, come quelle successe poco tempo prima.
«No, arrivano tra mezz'ora..» mi sussurrò all'orecchio.
Mi allontanai dal suo corpo e la guardai male.
«Ma io ho fame!» dissi seriamente.
Mi prese la mano e si diresse verso l'altro ricovero, quello con la porta bianca senza vetri.
«Non ti senti un po' in colpa?» sussurrai ironicamente.
Si fermò di scatto e si voltò con aria seria.
«Non ho tempo di pensare ai sensi di colpa»
Mi sbatté al muro di fronte la porta bianca ed iniziò a baciarmi con violenza, poco dopo cercò con la mano sinistra la maniglia della porta che aprì non appena l'afferrò, ci ritrovammo li dentro, da sole, come la mattina stessa.
«Ho voglia di te» mi sussurrò all'orecchio mentre mi sfilava la maglia verde.
«Tu eh..» risposi passandole la mano fra le gambe.
«Dio, scopami» mi morse il collo,
Le sfilai i pantaloni e la feci sedere sul tavolo da visita grigio metallo, poi mi posizionai davanti a lei e continuai a baciarla.
«Non mi è mai successo..» mormorò.
«Cosa?» domandai poco attenta.
«Di andare con una donna»
«Pensa che tristezza» mi misi a ridere.
Le spostai leggermente i slip ed entrai dentro di lei, la sentii ansimare, di nuovo, vicino al mio orecchio. Mi stringeva, le sue braccia avvolgevano le mie spalle, mi afferrava i capelli con violenza.
«Shh, fa silenzio!»
«Perché non mettono solo due persone a fare il turno la notte?!» commentò a mezza voce.
«Perché se ci fosse stato un paziente critico sarebbe deceduto sta notte»
«Ma io salvo tutti» continuò.
Mi misi a ridere.
«Certo che le cazzate tu non le risparmi mai eh?»
«Perchéla lingua non la usi per fare altro? Mh?» mi guardò fissa negli occhi.
«Te lo meriti?» la provocai.

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