«Da quanto va avanti questa cosa?»

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La volevo, volevo farla mia, erano mesi che desideravo baciarla, toccarla e toglierle tutto ciò che aveva addosso. Volevo avere fra le mani il suo corpo, volevo dipendesse da me per una manciata di minuti, che mi desiderasse così tanto da pregarmi di scoparla.
Non la conoscevo bene ma quando ero con lei mi dimenticavo tutto, non c'era nulla che potesse farmi star male, nulla che mi rendesse triste.
C'era lei.
C'erano i suoi dannati occhi scuri, la sua voce squillante e quel dannato camice che quasi nascondeva il suo corpo.
«A che pensi?» mi domandò.
«Che ti voglio da morire»
«Adesso?» mi guardò sorridente.
«Adesso, domani, un mese fa, sempre.»
«Da quanto va avanti questa cosa?»
«Da quando ti ho vista la prima volta.»
«E volevi scoparmi da quando mi hai vista?» disse con tono provocatorio.
La tirai verso di me facendola entrare del tutto nello spogliatoio, chiusi la porta e, voltandola, la misi con le mani contro il muro.
«Non fai più la stupida ora?» dissi sarcasticamente.
Mi passò la mano dietro la nuca e mi avvicinò al suo collo poggiando la testa sulla mia spalla.
Chiuse gli occhi.
«Non esci più da questa stanza Zoe, ti avverto»
La baciai sul collo ed iniziai a toccarle il corpo come non avevo mai potuto fare, almeno non nella realtà. Si voltò di scatto e, restando spalle al muro, mi guardò.
La baciai dopo pochi istanti, non sarei mai riuscita a non farlo.
Le sue labbra erano così fine e morbide, mi fanno impazzire.
«Voglio toglierti tutto..» le sussurrai all'orecchio.
Mi prese la mano e la mise fra le sue gambe.
«Fammi vedere come fate voi lesbiche»
Alzai il sopracciglio e la guardai con aria di sfida.
«Noi lesbiche?»
«Con le mani si possono fare solo i preliminari»
«Ah si?»
«Si»
«Allora ti faccio vedere cosa succede ad una "etero curiosa" come te quando sta per venire»
«Parli di venire prima ancora di iniziare..»
«Dio, sta zitta!»
La baciai con violenza e feci scivolare la mano dentro i suoi slip.
Era bagnata, molto bagnata.
«Dio..» commentai sottovoce.
Era li addosso al muro che ansimava vicino al mio orecchio, teneva il green che avevo addosso fra le sue mani.
Finalmente le tolsi il camice che aveva addosso, era troppa la voglia di vederla senza niente sopra, l'avevo immaginato troppe volte per non farlo.
«Dio, sei bellissima»
«Non è vero..» rispose accarezzandomi i capelli.
Le baciai il seno, poi la pancia ed i fianchi, andai sempre più giù. Avevo voglia di averla nella mia bocca, di sentirla venire sul mio viso.
«Zoee, dove sei?» la chiamò Davide dall'altro lato della clinica.
«Non ti fermare» esclamò.

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