21:00

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Per far si che potessimo affrontare al meglio il turno di notte decisero di farci uscire entrambe prima dell'orario prestabilito. Verso le 13:15 eravamo già fuori dalla clinica.
«Allora ci si vede alle ventuno dottoressa..» esclamai ridendo.
«Si, senti non è che posso chiederti un passaggio?»
«Non mi è esattamente di strada casa tua, ma va bene»
«Ma non ti ho detto di accompagnarmi a casa» ridacchiò.
«Sicura?» le domandai perplessa.
«E poi scusa, come fai a sapere che non è di strada?»
«Io so tutto, ricordatelo sempre» le puntai il dito ridendo.
«Allora se lo sai accompagnami» mi fece l'occhiolino prima di aprire la portiera dell'auto.
Alzai il sopracciglio e mi sbrigai a salire anche io, accesi il motore e partii, dopo circa quindici minuti arrivammo sotto casa sua.
«Grazie per il passaggio» mormorò.
«Che fai non me lo offri un caffè?» la guardai maliziosamente.
«Ci vediamo sta sera» sorrise.
Capii che forse in casa c'era il compagno e che non sarebbe stato il caso di salire da lei, quindi mi limitai a salutarla e ad andare via.
Le ore che mi dividevano dal turno di notte passarono in fretta dato che decisi di schiacciare un pisolino appena finii di pranzare.
ORE 21:00
Arrivai con la mia auto davanti alla clinica e, dopo aver trovato parcheggio,mi sbrigai ad entrare dalla porticina sulla destra riservata ai dipendenti della clinica.
«Ah, ho fatto prima io!» disse un voce aldilà del muro che divideva il ricovero dal corridoio.
Zoe sbucò di scatto dalla porta alla mia sinistra con una siringa in mano.
«Oh! Hai deciso di pungermi?» mi allontanai.
«No, ma di farti una breve ma intensa doccia si»
Spinse con il pollice sinistro la parte dietro della siringa e dall'ago uscì uno o due ml di soluzione fisiologica che andarono a finire sulla mia giacca.
«Non l'hai fatto..» la guardai seria.
«Ops, scusa..» continuò a spruzzarmi il sodio addosso.
«Stai giocando col fuoco lo sai?» le sussurrai.
«Veramente l'ho appena spento» mi sorrise e si voltò , entrando in una delle stanze presenti per buttare la siringa.
Le sue spalle mi facevano impazzire, non saprei descriverne il  motivo, ma amavo guardarla camminare davanti a me.
«Dai vai a cambiarti, che sei in ritardo» continuò.
Mi diressi verso lo spogliatoio e, dopo aver chiuso a chiave la porta, iniziai a cambiarmi; dopo circa tre minuti sentii un picchiettio sulla porta.
«Un attimo» esclamai, convinta che fosse un altro medico, in turno quella sera,che doveva cambiarsi.
Ma, inversamente a quanto aspettato, il picchiettio, non cessò affatto, perciò decisi di aprire la porta.
«Hai mangiato?» mi chiese Zoe con il telefono in mano pronta a far partire un ordine su Just Eat.
«Qualcosa al volo, perché?»
«Dai prendo il cinese, ti va?»
«Ma non mi piace il cinese» feci una smorfia.
Mi guardò e fece per andarsene, ma le afferrai il braccio destro e la tirai verso di me.
«Chi altro c'è sta sera?» le domandai fissandole le labbra.
«Solo Francesca e Davide, non li conosci» mi poggiò la sua mano sul petto.
«Perché mi hai messa in turno con te sta notte?» le misi le mani dietro la schiena all'altezza del bacino e l'avvicinai a me.
«Perché mi piace passare il tempo con te, mi diverti..» mi sorrise.
«Anche tu mi diverti, ma mi fai anche andare fuori di testa..» le diedi dei lievi baci sulla parte della guancia adiacente alle labbra.
Mi lasciò fare, sentii la sua mano stringere il mio green blu che aveva fra le mani.

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