Dal solito paese sperduto, Italia
11 Agosto, 2016Ciao,
Come stai? Io in realtà un po' meglio. Il nodo si è allentato e ora riesco a pensare in modo più lucido e razionale. Però mi piacerebbe vederti, sono ormai quindici giorni che non incrocio il tuo sguardo, che non vedo i tuo occhi brillanti ed il tuo sorriso incerto. Sicuramente ti starai divertendo, in discoteca, con gli amici, festeggiando, uscendo. Io al momento mi sento in attesa, un passeggero fermo in stazione che aspetta il proprio treno in ritardo. Ma un ritardo di giorni e giorni, un ritardo lancinante e straziante. Per un momento pensai d'averti visto, attraverso le finestre aperte e le tende scostate; come sai non eri tu. Ora, scrivendo, mi è rotolata, come una pietra che si stacca dalla montagna che per anni l'ha trattenuta a sè, una lacrima pesante. Non ne conosco il vero motivo ma credo siano molteplici. Le tue braccia distanti suppongo, il tuo corpo, la tua essenza ormai caduca nei miei ricordi. Il mio cuore solo batte e mi fa sopravvivere efficientemente ma purtroppo é collegato al cervello. Questa comunicazione crea come una crepa dentro di me. Non so dove, nè di quali proporzioni essa sia, ma c'è.E quella notte anche se faceva caldo non riuscivo a spostarmi da te.
Aspetto con ansia una tua risposta,
Giulietta xx
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Lettere ad un amore mai confessato.
RomansaSempre meglio pentirsi che rimpiangere. Ma lei se ne accorse tardi. ...... 12 lettere indirizzate ad un ragazzo, dai tratti effimeri quasi indistinti perché perduti nel tempo che vola. #782 in STORIE D'AMORE