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POV NAVIN

Afferrai velocemente le sue mani, prima che precipitasse nel vuoto. Avevo salvato Jake! L'avevo davvero fatto!
Ma adesso era giunto il momento di tirarlo sul tronco. Osservai il suo volto contratto per il terrore e lo sforzo fisico: anche lui stava stringendo forte le mie braccia per non cadere.
<< Mike! Mike, aiutami!>> urlai, mentre il mio amico accorreva ed insieme a me, trascinava il corpo esausto di Jake sul "ponte". Una volta al sicuro, il ragazzo tirò un sospiro di sollievo e cadde supino ed ansimante sulla corteccia.
<< È tutto okay! Ti aiutiamo a tornare al rifugio?>> chiesi, accovacciandomi vicino a lui.
Jake scosse la testa e mormorò: << No, grazie, non importa. Posso...posso farcela. Grazie infinite, davvero!>>.
Mi accorsi che il mio amico non mi stava neanche guardando in faccia, perciò, curioso seguii la traiettoria del suo sguardo e mi ritrovai a fissare Karima, ferma sul tronco, a pochi passi da noi e con occhi carichi di lacrime e terrore. Sembrava scioccata, dispiaciuta di qualcosa. Si mordeva nervosamente le unghie ed ogni tanto faceva finta di prestare attenzione a qualche insetto che volteggiava intorno, ma in realtà con la coda dell'occhio ero sicuro stesse scrutando Jake.

C'era qualcosa più forte dell'amicizia tra di loro. Afferrai al volo la situazione, perciò mi avvicinai al mio amico stremato e gli sussurrai: << Stasera. Ci penserò io, okay?!>>
Lui si voltò verso di me con sguardo interrogattivo, perciò gli feci un cenno della testa verso Karima.
Quando capì, il ragazzo rise ed annuì, facendomi l'occhiolino.
********

Quella sera...

Avevamo deciso di dare vita ad un bel falò davanti alla casa. Delle pietre piuttosto grandi erano state posizionate a debita distanza dalle rosse lingue di fuoco. Tutti -tranne Dalilah, ancora torturata da una leggera febbre- eravamo là, seduti intorno alle fiamme, mangiando solo delle bacche: le prede di Jake e Dave erano cadute nella fossa sotto al ponte/tronco.
Il silenzio era davvero insopportabile quella sera. Le ombre ci circondavano, mentre il bosco intorno diventava sempre più inquietante, con i suoi richiami notturni e gli occhietti gialli puntati su di noi.

Nonostante ciò, il calore del fuoco era dannatamente piacevole sulla nostra pelle fredda.
L'episodio avvenuto poco prima non era stato ancora nominato. Ed era un bene, dato che l'imbarazzo non mancava, non serviva peggiorare la situazione.
Fu proprio mentre addentavo un frutto rosso e lucido che Dave si alzò in piedi e batté le mani. Tutti gli sguardi si puntarono su di lui.
<< Be', non ne abbiamo più parlato, ma credo sia il caso di eleggere finalmente il vincitore della sfida, no?!>> si limitò ad esclamare, con uno strano sorrisetto stampato in faccia. Le luci emanate dal fuoco giocavano con i suoi capelli ed il suo volto, facendolo apparire ancor più spaventoso.

<<Per favore, Dave, lascia perdere! Siete caduti entrambi e...>> cercò di ribattere Mike, ma Dave lo zittì con un'occhiataccia carica di odio. Tentò di dire qualcosa, ma anche Karima si alzò e gli si parò davanti.
<< Ti prego, basta. Mi stai facendo impazzire, non lo capisci?>> il suo tono trapelava rassegnazione ed il leggero tremolio delle parole suggeriva che la ragazza stava per mettersi a piangere.
Dave la guardò e le accarezzò dolcemente il viso, passando una mano sui suoi capelli biondi e lisci.
<< Solo per te, altrimenti...>> cercò di dire.
<< Altrimenti cosa, eh? Forza, continua! Sono davvero curioso di sentire la formidabile minaccia che tirerai fuori!>> ridacchio' a quel punto Thunder, fissando con ironia il ragazzo. La cosa si stava facendo un po' tesa, lo si capiva dai volti, dagli sguardi, dalle parole...

Dave si limitò a rimettersi a sedere, evitando lo sguardo di Thunder: che ne avesse timore?
Quando tutto tornò più tranquillo e silenzioso, mi cadde lo sguardo su Jake. Il suo colorito era molto più pallido del solito e nei suoi occhi vidi luccicare qualcosa. Karima si trovava nel medesimo stato: sofferente e chiusa in sé stessa, persa in pensieri riguardanti qualcosa a me sconosciuto.
Capii che dovevo aiutarli e non solo perché non volevo che l'atmosfera si ingrigisse maggiormente, ma soprattutto perché volevo vederli felici. Insieme.
<< Oh, cavolo! Ho finito tutte le bacche...ma ho ancora fame...non è che qualcuno me ne può dare un po'?>> domandai, con un pizzico di finto tono drammatico. Tutti guardarono le loro foglie-piatto, cercando di scorgere una qualche piccola sfera commestibile che, finora ci aveva nutriti a dovere. Ma non ne era rimasta nessuna.
Passai alla fase 2 del mio piano...
<< Ragazzi, scusate, mi dispiace, ma devo chiedere se qualcuno di voi che sa riconoscere le bacche non velenose può andare nel bosco e raccoglierne un po'...chi è che le riconosce?>> domandai con tono supplichevole.

ChangelingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora