Capitolo 7

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Mi preparo in fretta e furia perché oggi ritorna mio padre. Sono un po' in ansia, è da un bel po' che non lo vedo, l'ultima volta è stata nel febbraio 2016, era venuto in Italia a vedere come stavo. Mi ricordo che non smetteva di scattare foto al paese in cui soggiornavo, in Sardegna, la ritiene un paradiso incorniciata dal mare con il clima mite e le spiagge.
Le é mancata anche a lui, mi ricordo che mi aveva raccontato per filo e per segno cosa faceva da bambino in quel paese e io ne rimanevo affascinata. Eh si lui é sardo, ora sta ad Amburgo perché con mamma hanno fatto una famiglia, ma vorrebbe tanto tornarci.
La cosa che mi affascina di più della Sardegna è il loro dialetto "il sardo", io un po' lo so parlare...
Come ho detto prima, mi sto preparando e come ogni ragazzina della mia età ci mette un'eternità.
Alla fine decido di mettere una salopette in jeans con sotto una t-shirt bianca.
Mi pettino i capelli e mi metto un po' di mascara.
«Sono pronta.»urlo, mia mamma mi fa segno di abbassare il tono di voce e vedo Freddy addormentato nel divano. È troppo carino quando dorme, mi ricordo qualche anno fa quando lui era più piccolo e io avevo 15 anni, stava dormendo e io da "malefica" sorella lo stavo riempiendo in continuazione di baci sulla guancia, ad un certo punto mi arrivò un botta in pieno viso, prima di rendermi conto che mi aveva tirato un pugno nel naso iniziai a ridere per poi svenire vedendo del sangue a terra.
Che tragica...
«Preso tutto?»mi  sussurra mia mamma afferrando la borsa e le chiavi.
Annuisco dando un bacio sulla fronte a Freddy e saltellando verso la porta.
«Dove dobbiamo andare per prenderlo?»domando allacciandomi la cintura.
Sì sono una di quelle persone che in macchina si allaccia la cintura, ho sempre avuto paura delle macchine da quando un mio zio è morto in un incidente stradale.
«A casa della nonna, così almeno passerete un po' di tempo insieme non credi?»domanda a sua volta fermandosi al semaforo.
«Siii!»urlo entusiasta, io e mia nonna, Ros, abbiamo un legame incredibile, con lei puoi parlare di tutto, che lei sa cosa bisogna fare, cosa bisogna non fare e cose che potresti aspettarti. È grandiosa, lei come "mestiere",anche se é più un hobby, fa la giardiniera è amante dei fiori.
Appena parcheggiamo la macchina corro dentro casa di mia nonna alla ricerca di mio padre.
Lo vedo intento a farsi un panino e mi piombo su di lui come una scimmia iniziando ad urlare " papi", io lo chiamo così non mi è mai piaciuto nè "papà" nè " babbo".
«Hey scimmietta!»sussurra facendomi girare per la cucina.
«Mi sei mancato.»confesso stringendolo.
«Okay okay anche tu però ora scendi che inizi a pesare.»dice facendomi l'occhiolino.
Gli do un pacca sulla spalla e ci spingiamo a vicenda.
Io e mio padre abbiamo un rapporto bellissimo, c'è sempre per me, è molto protettivo io sono la sua "scimmietta" e di nessun altro.
Purtroppo però sta sempre viaggiando per lavoro e resta poco a casa, ma a me va bene così.
Iniziamo a parlare del più e del meno, ridendo e scherzando poi la porta d'ingresso si apre facendo spuntare la mamma e la nonna.
«Nonna» urlo correndo ad abbracciarla.
Mi acchiappa al volo e per poco non cadiamo a terra.
«Sa spo' vedi di scendere giù prima che cadiamo a terra e finiamo in ospedale.»mi dice, sempre molto pessimista vedo! mi ha sempre chiamata "sa spo' " vuol dire "la sposa" in sardo, perché lei è la mamma di mio padre. Mi è rimasta solo lei come nonna, il nonno paterno è morto qualche anno fa per colpa di quelle dannate sigarette, invece i nonni materni sono morti giovani, infatti non li ho potuti conoscere.
Mi rimette giù e mi chiede se la aiuto a cucinare, perché dobbiamo restare a pranzare da lei e io ovviamente accetto.

Il pranzo era ottimo, i gnocchetti e la torta alle mele che fa mia nonna sono una cosa squisitissima. Prima di tornare a casa riabbraccio la nonna e le prometto che la prossima volta che verrò da lei faremo i muffin al cioccolato.
Appena arrivo a casa la mamma mi costringe a portare un pezzo di torta ai signori Schneider e io accetto volentieri così in tal caso sto un po' con Marwin.
Mi piace come ragazzo, non solo nella bellezza ma anche come si pone, la sua spiritosaggine, con lui mi sento a mio agio.
Busso alla loro porta e ad aprire è proprio lui con una semplice maglia color turchese e dei pantaloni sopra le ginocchia in jeans.
Mi sorride e quando vede la torta fa un sorriso a trentadue denti ed io arrossisco porgendogliela.
Mi fa entrare e scopro che c'è solo lui in casa perché i suoi e  la sorellina sono da alcuni colleghi di lavoro.
«E perché tu non ci sei andato?»domando curiosa.
«Non mi piacciono molto le feste da "colleghi",sono noiose. Quindi me ne resto a casa a vedere un film.» risponde quasi ovvio sulla risposta, non gli do torto anche io non sopporto il mortorio, preferisco di più il movimento.
«Oh allora buon film!»esclamo dirigendomi verso la porta ma mi ferma con un braccio e dice«No resta.» mi giro di scatto e ci ritroviamo a pochi centimetri di distanza.
Per quanto riguarda prima... ho detto che con lui mi sento a mio agio? Ecco adesso proprio per niente, zero in assoluto. Sorrido timida e annuendo mi diriggo verso il divano.
Ci sediamo uno da una parte e uno dall'altra, i più staccati possibili.
Dopo venti minuti decidiamo di vederci “E venne il giorno” un film pauroso, se si può dire così, ma anche di avventura.
Prima che finisce il film ci addormentiamo.

Mi sveglio di soprassalto e non capisco dove mi trovo prendo il telefono e controllo l'ora, 06:30, mi rimetto giù cercando la coperta ma non la trovo e quando mi rendo conto che sono nel divano a casa di Marwin e con Marwin resto immobile.
Siccome c'é già un po' di luce e qualche raggio di sole filtra sul soggiorno, guardo Marwin dormire.
Ha un viso cosi dolce, quei capelli, madonna li vorrei tanto spettinare, saranno morbidissimi, poi ci sono le sue labbra saranno più morbide dei suoi capelli.
E senza neanche rendermi conto sono in ginocchio di fronte a lui che dorme beato sul divano. Continuo a fissarli le labbra.
E se gli do un piccolo bacio a stampo? Se ne accorgerà?
E se si sveglia proprio mente lo bacio?Allora no, sarebbe una cosa imbarazzante.
Però vorrei tanto farlo.
Alla fine convinco me stessa e mi avvicino a lui, metto i miei capelli dietro il mio orecchio, non si sa mai che gli faciano il solletico, e poi lo bacio.
Un piccolo bacio a stampo, che ovviamente dura un po' di più. Lo sapevo sono morbidissime, hanno gusto di liquirizia, sono troppo persa tra le sue labbra.
Contrariata mi stacco e lo fisso pensando sognante a cosa è appena successo.
Ma solo quando mi rendo DAVVERO conto di cosa è successo mi domando perplessa: Ma cosa mi è saltato in mente di fare?

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SPAZIO AUTRICE
Capitolo 7 pubblicatoo!
Eheheheh birichina questa Emma😏
Spero vi sia piaciuto, lasciate stelline!
Alla prossima.😚

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