Rinchiuso in una piccola, sudicia e puzzolente cella passo le mie giornate osservando e interagendo con i corvi che durante la giornata si improvvisano piccoli architetti accatastando materiali per la costruzione del nido, posto proprio lì , sul davanzale della mia finestra. La calda luce del mattino che filtra dalle sbarre mi ha svegliato, sono indolenzito e prima di alzarmi stiracchio ogni arto.É da giorni che non mangio,non si degnano neanche più di servirmi quel pastone verde che loro chiamano cibo, lo stomaco richiede a gran voce la sua razione giornaliera brontolando più volte durante la giornata.Sono rinchiuso nella torre di Londra la prigione più sicura del mondo dove nessuno è mai riuscito ad evadere.Non ho mai visto l'edificio dall'esterno ma dalla mia finestrella intuisco che sono piazzato all'ultimo piano. Sento dei passi nel lungo corridoio, istintivamente le mie orecchie si drizzano come quelle di un cane quando sente un rumore interessante. L'eco della piante dei piedi che calpestano il terreno in pietra della torre si propaga per tutta la stanza. Quando il rumore si fa sempre più vicino mi avvicendo alle sbarre e osservo il corridoio. Due guardie che scortano un prete.Un prete questo vuol dire che la mia fine è vicina, durante la mia breve vita ho sentito più volte il triste mietitore che m'invitava nel regno dei morti,invito che ho sempre declinato ma questa volta non c'è via di scampo. Entro oggi verrò decapitato davanti una folla urlante vogliosa del mio sangue. Le guardie posizionano una sedia di legno e chiudono a chiave la cella rimanendo fuori a sorvegliare la situazione. Il prete è un uomo corpulento calvo e privo di peli sulla faccia. Indossa un lunga tunica bianca,delle scarpe marroni e un crocifisso d'oro.
Il santo uomo si siede mi scruta l'anima guardandomi negli occhi :<So perché sei qui. Tutta Londra oramai ti conosce c'è chi ti rimpiange e chi non vede l'ora di vedere la tua testa rotolare. Solo un uomo non ti ha mai abbandonato, Nostro Signore> Il prete sta parlando nella mia lingua natale rendendo il tutto incomprensibile per le guardie Inglesi. :<Raccontami la tua storia, fin dal giorno dei tuoi natali e io assolverò ogni tuo peccato rendendo possibile il tuo ingresso nel paradiso> Tenterò di riorganizzare i miei pensieri fin dal principio. Mi chiamo Aukos Likos e feci il mio ingresso nel mondo lontanissimo da Londra, precisamente nella capitale dell'Impero di Tresibonda un impero formatosi dopo la perdita di Costantinopoli da parte dei Latini. All'epoca io mi sentivo un cittadino Romano un'erede dell'impero più grande del mondo ma ora ho capito che noi Bizantini siamo solo dei rimasugli e nessuno di quei corrotti imperatori riuscirà a riconquistare Roma o farà assomigliare Costantinopoli ad essa. I miei genitori mi abbandonarono subito dopo la mia nascita. Crebbi tra le mura familiari della casa dei miei zii, cari zii chissà oggi dove siete.A sei anni già brandivo piccole spade di legno,giocavo con gli altri bambini e mi divertivo come ogni fanciullo della mia età, i miei zii erano riusciti a farmi dimenticare i miei genitori.Verso i 12 anni cominciò la mia educazione, un tutore mi insegnava a leggere e a scrivere, mio zio mi preparava all'arte della guerra sia pratica che teorica e mia zia mi faceva conoscere la magnificenza della matematica e della scienza.Mio zio era un grande amico del più grande generale dell'Impero di Nicea tale Alessio Strategopulo conosciuto in ogni angolo dei quattro imperi.Proprio lui durante una visita notò il mio talento nell'arte delle guerra e mi invitò nell'esercito dell'Impero di Nicea facendomi passare come uno dei suoi fedelissimi.Il padre mi dice : < E tu cosa facesti?> La risposta è chiara padre io avendo diciott'anni, voglioso di conoscere il mondo e riempito di spirito patriottico salutai i miei zii alla volta dell'impero di Nicea e dopo un'estenuante addestramento sotto l'occhio di Alessio ero finalmente un soldato da guerra pronto a mietere vittime.Il mio torbulento destino cominciò a prendere forma il 25 luglio nell'anno 6769 — 6770
*Calendario Gregoriano: 1261
Facevo parte degli 800 uomini che riconquistarono Costantinopoli . Facevo parte di 800 uomini che avrebbero riscritto la storia.Il nostro comandante Alessio preparò ogni uomo per questo scontro, l'esercito era formato per lo più da milizia cittadina e per questo richiedeva un addestramento speciale. I miliziani erano abituati soltanto a sedare le risse fra ubriachi e a placare l'animo di qualche cittadino riottoso.