Capitolo VI:L'incubo Continua

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Mi risvegliai intontito e legato ad una sedia,non sapevo quanto tempo fosse passato ed ero preoccupato per Litya.

Una voce disse :<Finalmente ti sei svegliato>.Alcune candele illuminavano la mia posizione ma erano poco luminose ed il resto della stanza era di un buio pesto,il mio interlocutore non si poteva vedere o definire.

Dissi preoccupato:<Quanto tempo è passato?><È notte fonda e sappiamo che sei preoccupato per la tua amata,gestiamo noi gli affari delle locande in città><Sta bene lei?><Si,le guardie del lupo però la stanno cercando,con l'aiuto delle guardie cittadine,ovunque in città e l'unica donna che manca all'appello e stanno sospettando che sia scappata con te.Sei stato incosciente ma allo stesso tempo hai fatto un buon lavoro, eliminare le uniche guardie che hanno udito il tuo discorso su Litya ti hanno permesso di guadagnare qualche ora e di pianificare la tua prossima mossa.Ed ora entriamo noi,il lupo era una nostra pedina anche noi stavamo per venirti a prenderti ma tu, altra mossa incosciente, sei venuto direttamente da noi.Praticamente sappiamo quasi tutto ma ci sfugge un particolare... perché hai cercato noi, cosa volevi ?Il locandiere ti ha anche avvisato>

Io sorrisi :<Forse vi sfugge più di un particolare....ho recato molti servigi alla vostra,diciamo,corporazione><Va avanti><Ho lavorato direttamente con il vostro capo che si trova a Costantinopoli sono stato io ad uccidere il Mystikos che voleva tagliare le gambe ai vostri affari, è stato lui a dirmi che in caso di pericolo potevo trovare aiuto nelle porte del paradiso><Ah sei tu quindi il famoso assassino ,lo sai cosa mi piace di te?><Cosa?><Che da come parli sembra che sia io quello legato ad una sedia, però purtroppo la realtà è ben diversa siamo ladri assassini sai che cazzo può fregarmi a me che hai ucciso il mistikos> <Che vuoi fare allora><Ora vedrai> Dal buio spuntó una lama di una spada che si avvicina sempre più alla mia faccia poi anche il mio interlocutore si vece vedere,indossava una tunica lunga con il cappuccio e una  maschera che lo rendevano irriconoscibile egli tagliò  via le corde,i polsi mi dolevano le corde avevano quasi bloccato la mia circolazione.

Mi alzai in piedi e dissi :<Grazie.I nostri destini forse un giorno si rincontreranno ma fino a quel momento io sono fuori dal giro.><Non ringraziarmi favore per favore giusto?>

Un mano mi accompagno,nel buio, guidandomi fino alla porta,ringraziai per il favore e mi congedai.

Finalmente ero libero,bussai più volte alla mia stanza gridando a Litya di esser io.

Lei mi abbracciò mentre mi sussurrava che era tutto finito la.Sembrava davvero tutto finito.

Due giorno dopo comprammo casa e dieci giorni dopo convolammo a nozze.Un sogno che diventava realtà,finalmente ero lontano dalla guerra o almeno lo credevo.

Due anni dopo avevo una moglie che mi aveva regalato un piccolo bambino di nome Michele,una bella casa dislocata fra le campagne baresi e una pace quasi paradisiaca.Non facevo neanche più uso della shisha caro padre.

In quei due anni ero tornato a sorridere e finalmente ero riuscito ad estirpare i brutti ricordi dalla mia mente.

Una maledetta mattina di dicembre uscii molto presto mentre gli altri dormivano ancora.

Indossavo un soprabito ed ero diretto in città con il mio cavallo per contrattare un po di legna con i taglialegna appena tornati dai boschi,mi serviva per accendere qualche focolare per riscaldare un po l'ambiente in vista dell'arrivo della stagione fredda.

In città riuscii a strappare un buon prezzo e di conseguenza ne acquistai molta e la caricai sul mio fidato cavallo.

Al mio ritorno notai fuori dalla casa un bellissimo cavallo bianco.Recava uno stemma reale sulla sua sella.

Pochi passi verso la porta e la mia vita sarebbe stata cambiata,dentro casa vidi l'ultima persona che mi sarei aspettato di vedere.

Apuleio era proprio lì accanto che rideva si intravedeva solo lui nella stanza, l'altra meta era coperta dai muri.

Io avanzai verso di lui sorridendo con le braccia tese in attesa di abbracciarlo.

Dentro la stanza caddi in ginocchio, la situazione mutò completamente, nella stanza erano presenti anche Baldovino e i suoi soldati, non riesco  quasi a pronunciare le prossime parole padre potrei avere una crisi. Nella stanza c'era mia moglie che piangeva con due catene alle mani e segni di violenza sulla faccia e a terra il corpo senza vita di mio figlio.

Due soldati mi tenevano per le braccia io non opposi resistenza,fissavo il vuoto, in un momento nella mia mente riapparvero tutti i brutti ricordi di cui mi ero riuscito a liberare.

Tutti riemergevano insieme affollando la mia mente e rendendomi muto ,in un primo momento non riuscii neanche a rispondere alle farneticazioni di Baldovino.

Egli disse :< Finalmente ti ho trovato Strategopulo,l'uomo che ha sconfitto il mio esercito,ucciso le mie genti e sottratto la regina delle città.Uno dei più grandi generali alla corte del Basileus. Il mio uomo migliore, Apuleio,è riuscito a seguirti nel tuo lungo viaggio,le tue insegne ti hanno tradito.Passo falso da parte tua.>

Replicai con un filo di voce :<Non sono Alessio,lui si trova a Costantinopoli vicino al nuovo Basileus,io sono Aukos suo fedele soldato,le insegne mi sono state donate da lui e se lo vuoi proprio sapere sono stato io a sterminare le tue genti>

Il padre mi dice:<Allora quella guardia diceva il vero riguardo al tatuaggio di Apuleio>.

Si padre e io sono stato stupido a non ascoltarla.Inoltre quel bastardo usava quel simbolo recante la B solo per i suoi scagnozzi,per le cerimonie ufficiali utilizzava lo stemma reale e facendo questo se su un cadavere di un assassino si trovava la B nessuno poteva risalire a lui.

Baldovino andò su tutte le furie alla scoperta di ciò:<Apuleio!come hai fatto a non accorgerti di ciò,era evidente è solo un soldato,uno sporco soldato greco...>Apuleio rispose:<Padrone nessuno ha accennato al suo nome sull'imbarcazione.Tutti sono stati tratti in inganno><Ahhh non voglio sentir scuse manda uno altri dei tuoi assassini a Costantinopoli><E con lui padrone? Cosa facciamo?>Mi guardò dritto negli occhi,mi schiaffeggiò e mi diede un paio di pugni mentre le sue guardie mi tenevano per le braccia.

Disse tenendomi per i capelli :<Bene avevamo preparato un bel viaggetto per lui no?Procedi pure Apuleio>.

Una delle guardie mi mise fuori gioco, l'ultima immagine fu quella del mantello svolazzante di Baldovino che lasciava la stanza.

Durante questa breve "morte" immaginai di nuovo di essere con la mia famiglia,ricordai i migliori momenti della mia vita e i sorrisi di tutte le persone che contarono qualcosa nella mia vita.

Quasi potevo toccare quei ricordi,credetti di essere in paradiso.

Dopo un lungo sonno la mia mente riprese del corpo,la testa mi doleva e gli arti erano quasi atrofizzati.

Accanto a me c'era una ciotola d'acqua e un pezzo di pane, vestivo soltanto uno straccio che copriva le mie parti intime.

Provai a camminare per stiracchiare gli arti ma un catena molto corta legata al mio piede destro mi fermò.

Ero al buio,legato come un animale, non sapevo dove mi trovavo e non sapevo neanche quanto tempo era passato e non importava perché il mio unico obiettivo era di vendicarmi di Apuleio e Baldovino e trovare Litya.

Amore e ViolenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora