capitolo 6

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Stava venendo la sera, e io stavo ancora a casa del biondo, senza neanche renderci ancora conto di che ora fosse.

Il messaggio di Jake che arrivò a Luke mi mise ansia e paura “Hemmings, fai vestire la tua ragazza con qualcosa di provocante xX”.

Di tratto il biondo divenne freddo:-Mer, devo portarti a casa, ti devi cambiare-.

La sua macchina era come sempre parcheggiata fuori casa mia.

Questa volta non poteva entrare perchè c'era mia madre ad accogliermi alla porta.

Un giorno le avrei parlato di lui; un giorno un po' lontano.

C'era un altro problema: non potevo vestirmi da puttana con mia madre al piano di sotto, quindi salii in camera mia e presi un paio di shorts abbastanza corti, con un top che mi arrivava sotto il seno. Erano le cose, che oltre al vestito nero, avevo da puttana.

Presi una borsa e misi tutto dentro, scendendo per le scale con una velocità supersonica,prima che mia madre vedesse il ragazzo biondo fuori casa sua.

L'unica cosa che le dissi fu:-questa sera sto a dormire da Lilly, a domani mamma!-.

Appena chiusi la porta aprii lo sportello posteriore per vestirmi, visto che la sua jeep aveva i vetri scuri.

Ogni tanto vedevo i suoi occhi riflessi dallo specchietto davanti che mi fissavano e lui che faceva qualche battutina su di me.

Appena mi vestii passai al sedile davanti cercando di non sporcargli i sedili.

In quel momento stavamo andando a prendere Mike, dopo di che ci saremmo recati nella zona della gang che ci stava contro.

L'ansia si iniziava a sentire, avevo paura che qualcosa andasse storta, così dissi a Luke:- Devil...se qualcosa andasse storto?- inizialmente non rispose, poi disse:-non andrà niente storto, se fai le cose fatte bene-.

Mike era fuori il palazzo della gang di Luke, aspettando di salire sulla macchina di Luke.

Appena salì lui, l'atmosfera cambiò. Diciamo che diede un'ondata positiva a quella situazione,facendomi quasi scordare di ciò che dovevo fare.

Dalle risate causate dall'umorismo di Mike, al silenzio di tomba.

Stavamo davanti il loro covo.

Mi tremavano le gambe e respiravo affannosamente. Avevo più che paura che mi sarebbe successo qualcosa.

Luke mi disse:-Mer, devi scendere. Noi ti aspettiamo dietro quel casale-.

-Devil, tieni accesa la macchina-, dissi sorridendo.

Annuì sorridendo anche lui. Poi scesi.

Da quell'edificio a due piani bianco sporco si sentiva la musica che rendeva quell'ambiente stile film anni '80.

feci un ultimo respiro profondo, poi andai a citofonare. Il ragazzo che mi aprì aveva qualche tratto orientale: gli occhi a mandorla, la pelle chiara e i capelli scuri.

-prego signorina-. Disse il ragazzo squadrandomi dalla testa ai piedi.

Feci un sorriso falso, poi dissi:-quanti siete?-. Sapevo quasi a memoria le battute che dovevo dire.

Mi mostrò un cartello con scritto “Eight Demons”, poi disse:-siamo otto. Siamo otto ragazzi molto dotati-.

Feci di nuovo un sorriso falso, poi dissi:-meglio per me-.

Le battute che mi ero imparata servivano a poco se loro non avevano il mio stesso copione, quindi iniziavo a improvvisare astenendomi a volte alle battute che dovevo dire realmente.

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