Chapter 4.
Mi sveglio di soprassalto ancora con le cuffie nelle orecchie e noto che mia madre sta bussando alla porta in maniera violenta
Mi alzo di scatto e vado ad aprire.
"Cosa c'è mamma".
"Cosa c'è? C'è che sono tre ore che ti sto chiamando.
Filippo è tornato e il pranzo è pronto, scendi se non vuoi che il piatto si faccia freddo".-mi dice per poi tornarsene in cucina.
Cazzo, mi sarò addormentato, che bisogno c'è di incavolarsi così tanto, non sono mica morto.
Poso tutto sul letto per unirmi alla tavola.
"Ciao".-Dico al compagno di mia madre.
Già seduto a tavola e con la bocca piena.
Le sue figlie come al solito, devono rompermi i coglioni e per questo il loro posto è quello accanto al mio.
"Oggi ho preparato pasta con la panna".-dice tutta entusiasta.
Quello entusiasta dovrei essere io visto che qui mangiamo sempre le solite cose.
"Brava mamma!"-le dico facendo una smorfia.
"Allora vuoi raccontarci un poco il tuo primo giorno di scuola? Come ti è sembrato?".-dice a bocca piena.
"È stato"......-ci penso- "Normale, molto normale".
"Solo normale?" Dice Filippo.
"Solo normale".
"Gli insegnati com'erano?"-interviene mia madre.
"Sembrano in gamba, oggi ho conosciuto la professoressa di Italiano, la Smith, così mi sembra faccia di cognome, una signora di mezza età con un bagaglio culturale sicuramente migliore del mio".
"E poi?"
"E poi ho conosciuto l'insegnante di Filosofia, il professor Wilson, lui lo ricordo bene perché beh...detesta i ritardi".
"Non dirmi che hai già fatto tardi nella sua ora?".
"No, ero solo andato a prendere il nuovo orario in segreteria nel cambio d'ora e beh mi ha fatto capire che odia i ritardi, anzi se devo essere onesto me l'ha detto in maniera al quanto esplicita".
Bene! Ora che sapete possiamo non parlare di me? Odio il terzo grado familiare, lo odio comunque, ma ora non mi va di parlare di scuola.
Quindi Rilassatevi.
Finisco subito il mio piatto e poi ritorno in camera.
Sfoglio il diario e penso sia una buona idea anticiparmi perlomeno i compiti di matematica.
Mi metto comodo vicino alla scrivania e comincio, quando ad un tratto mi vengono in mente quegli occhi verdi...a cui ora so benissimo a chi appartengono.
Ricordo ancora com'era vestito oggi, pare che i miei occhi abbiano fotografato tutto quello che c'è di bello in lui.
Lo ammetto Ethan è davvero un bel ragazzo, non credo ci sia nulla di male a fare apprezzamenti su una persona più grande di me.
Mi sembra perfino di sentire il suo profumo nella mia stanza.
Vaniglia e muschio bianco, fragranze che gli si addicono senza ombra di dubbio.
E la sua voce, così calda e avvolgente che credo di potermi addormentare anche solo se lui mi parlasse di cose banali, o in alternativa, potrei sempre fissargli le labbra..sembravano così morbide e così soffici che avrei potuto affondarci il dito dentro...o i capelli....
Pensieri su pensieri quando improvvisamente sento delle urla e la porta si spalanca.
Salto dalla paura.
"Cazzo ma non vi piace proprio bussare alla porta? È così difficile?"-urlo quando vedo Ariel e Michelle ormai in camera mia.
Mi hanno fatto prendere un cazzo di spavento.
Sento il cuore che mi va a mille, oggi seriamente mi vogliono morto in famiglia.
"Francesco a cosa pensavi?" Mi dice Ariel mentre Michelle se la fa ancora sotto dalle risate.
"Non sono cazzi tuoi".
"Avresti dovuto vederti! Sei saltato come una molla".
"Molto divertente okay, adesso lasciatemi in pace. Su, forza!"-dico conducendole verso l'uscita.
"No".- Ariel rompe i maroni.
"Io voglio sapere prima a cosa pensavi, solo allora ti lascerò in pace".
"Non pensavo a nulla! Anzi, stavo studiando, quello che non fate voi...perciò, adesso sloggiate".
"Ma che cattivo che sei"-dice Michelle col broncio.
"Mai quanto voi.".-Dico per poi chiudere la porta.
Intorno alle 17 finisco di studiare, mi gusto un gelato confezionato che mamma ha comprato al supermercato e decido di guardare un film in streaming.
Il pomeriggio passa in maniera tranquilla.
Dopo cena preparo la cartella e noto che domani c'è:
Italiano
Inglese
Biologia e infine educazione fisica.
Ora piango! Non farò un cazzo alla quarta ora.
Alle 23:30 spengo tutto, imposto la sveglia per domani e cerco di addormentarmi.
Venerdì 15 settembre 2017.
La solita sveglia canta alle 6:30.
Stavolta mi alzo senza difficoltà visto che ieri sono andato a letto presto.
Vado a lavarmi e decido di indossare un pantalone nero stretto e una felpa larga bianca.
Mi sistemo i capelli col gel ed esco di casa.
Alle otto meno venti mi trovo fuori scuola e subito noto Alex e Lola nel cortile.
"Buongiorno! Ho portato i cornetti".-dice Alex.
"E io non vedo l'ora di mangiarli".
"Ragazzi mi spiegate come fate a mangiare la mattina presto? Io a stento riesco a respirare".
"Sembri depresso, ma adoro i tuoi capelli questa mattina".-dice Lola.
Le faccio un sorriso.
La campanella suona e decidiamo di entrare, quando all'improvviso Lola mi tozza con il fianco.
"Cosa c'è?"
"Girati".
Mi giro e vedo un Audi A6 nera opaca parcheggiata e vicino c'è Ethan.
"Ciao prof".-dice Alex urlando e facendogli un cenno con la mano.
Gli sorride e vedo che sta venendo nella nostra direzione.
Il cuore mi palpita veloce.
Buongiorno ragazzi.-dice Ethan.
"Buongiorno prof".-dicono all'unisono i miei amici.
Sento il suo odore inconfondibile farsi sempre più forte e capisco che è troppo vicino a noi.
"Ciao".-Dico io, senza degnarlo di uno sguardo, sinceramente non mando ancora giù il fatto che mi abbia trattato come un imbecille.
Ad un tratto sento la sua mano leggera e fredda alzarmi il mento e costringermi a guardarlo.
Ma sfortunatamente il mio sguardo cade sulla sua camicia, sempre molto scollata, e pare che se ne sia accorto.
Ma perché deve mettersi sempre qualcosa di così sexy addosso.
Non che importi.
"Come devo farti capire che devi guardare in faccia le persone quando parli?"
Le sue iridi così scure e così verdi, non le reggo.
Mi sento il cuore nelle orecchie e le guance bollenti.
"Scusa Ethan, è che...che sono timido e...non...um...".
"Um?"
"scusami".-gli dico mettendo la mano sul suo polso e fargli lasciare la presa.
"È per te! Devi essere una persona sicura
I ragazzini timidi e piccini come te chi li protegge se non c'è nessuno? Perciò, fatti forza e supera questa timidezza".
"Um va bene".
"E smettila di arrossire".
"Si".
Ma insomma! Grazie tante per le tue perle di saggezza ma non è così facile come sembra sai? Questo è il mio carattere e non si può cambiare.
"Adesso vi saluto che ho lezione, perciò buona giornata ragazzi".
Mi fa un occhiolino per poi entrare a scuola.
Smettila Ethan, non voglio che tu mi dia attenzioni di questo genere.
Non posso nutrire le mie fantasie, non con te.
Alex e Lola sono a bocca aperta.
"Ti giuro che ti odio, come cazzo si può essere così attraenti? E quella mano? Ne vogliamo parlare?"
"Lola calmati, io non ne voglio parlare, dico che mi scambia per un imbecille e poi glielo faccio credere sul serio".
"Amico hai ragione! Sei diventato una specie di budino di pietra quando l'hai visto".
"Tu gli hai addirittura fatto cenno con la mano di venire?! Mi prendi in giro?".
"Francesco, devo o no comprarmelo per andare bene in matematica? Ti ricordo che io ho un piano".
"Te lo stai comprando".-Dice Lola sicura di se.
Mi scappa una risata e loro mi seguono.
Entriamo in classe e stavolta ci sediamo tutti vicini.
Spero tanto che questa giornata passi in fretta.-
FrancescoFiore6 potreste seguirlo? È il protagonista della mia storia, nonchè il mio migliore amico, ci terrei molto ❤️ Grazie mille e a presto!
STAI LEGGENDO
I put a spell on you.
RomanceTrailer ⬇️⬇️⬇️ https://youtu.be/DN0beIDOgaA ♡ Trama: Non pensava che trasferirsi in un'altra città fosse così impegnativo, sopratutto non pensava che potesse essere ancora più difficil...