What If I told you a story.

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Chapter 5.

2 Ottobre 2017.

Questi primi 15 giorni di scuola volano.
Ormai siamo ad ottobre e quindi l'orario scolastico è passato da 4 a 6 ore.
Gli insegnati hanno preso il ritmo di assegnare o di iniziare i compiti in classe.
Io Lola e Alex abbiamo ormai legato, tanto che spesso capita di incontrarci per studiare o per fare delle passeggiate.
Ethan ha acquisito una certa popolarità qui a scuola;  le ragazze gli si avvicinano spesso anche solo per chiedere stupidaggini.
Ho avuto modo di notare questa cosa nei corridoi di scuola, e poi perché spesso ci capita di interrompere la lezione quando entrano soltanto per vederlo.
Fortunatamente ringrazio Dio che il mio rapporto con lui non abbia continuato ad essere quello di prima, adesso mi tratta come uno studente normale, o almeno posso dire che mi risparmia certe figure di merda.
Il lunedì alla quarta ora ho ceramica.
Aspetto Alex che esca dal bagno per poterlo accompagnare ad informatica, visto che ha preferito rinunciare all'ora di ceramica.
Secondo lui è roba da froci.
<<hey c'hai messo un'eternità>> gli dico indicandogli l'orologio.
<<scusami è che non ho bisogno di pensieri come questi quando mi trovo davanti ad un computer, perciò, non potevo proprio rinunciare, mi conosci>> - mi dice mentre si asciuga le mani.
<<Si come no, adesso però muoviamoci altrimenti mi farai fare tardi>>.
Lo lascio fuori l'aula e lo saluto.
I corridoi sono pieni di studenti, aumento il passo per paura di fare tardi quando improvvisamente sento una dolce melodia provenire dall'aula di musica.

"What If I told you a story
All about someone who
Loved you?
What If I told you he's sorry
He made you wait?
What If I told you he's dying
'Cause he can't change history?
What If I told you that someone
Was me?...."

Riconosco questa voce, appartiene ad Ethan.
Indietreggio di qualche passo e noto che vicino alla porta ci sono una marea di ragazze.
Poi finalmente lo vedo.
Lí seduto al piano con gli occhi quasi chiusi e le mani che accarezzano quei tasti.
Sembra che non gli importi di niente e di nessuno quando suona.
Interrompe la canzone e alza lo sguardo.
Mi nota, e subito mi sposto da quella porta.
Dopo diversi minuti lo vedo uscire, e viene invaso da una marea di ragazze.
Mi sento di troppo così credo sia meglio andare via.
<<Francesco>>.-lo sento chiamarmi.
<<Ethan scusami davvero! Non volevo spiarti è che...>>.-arrossisco di nuovo.
No. No. No.
Lui non vuole.
Lo vedo sorridere.
Se solo sapesse quanto mi è piaciuto vederlo suonare al piano.
<<Tranquillo>>.
<<È stato davvero bello quello che hai suonato, l'ho trovato molto...>>.
Mi mancano le parole.
<<Molto?>>.
Aspetta una risposta, aiuto.
<<Molto romantico...si...però adesso credo sia meglio che vada! Sarai impegnato>>.
<<Ti ringrazio>>.-sorride.
Quel sorriso.
<<Ora vado>>.-gli dico cercando di usare quanta più freddezza possibile e indicando con lo sguardo il gruppo di ragazze che prima gli si è avvicinato.
<<Cos'è questo tono? >>.
<<Non sarai mica geloso?>>.
Sempre così esplicito. E che carattere.
<<e di cosa?>>.
E se lo fossi? Ti dispiacerebbe avere un ragazzino come me, geloso di te?
Potrei essere stra geloso se ti va.
<<e poi che domande sono>>.- rido in maniera nervosa.
<<Te lo chiedo perché dopo 15 giorni sei diventato forse meno timido di prima>>.
<<Ho solo più confidenza col mio ambiente, e ho degli amici adesso>>.
Gli guardo la maglietta a maniche lunghe attillata e istintivamente mi mordo il labbro.
Gli si vede tutto.
<<Ti piace la mia maglia?>>.
Cazzo.
<<Si è davvero molto bella>>.
<<Grazie, è un regalo della mia ragazza>>.
Questa frase mi ha infastidito.
<<Va bene, adesso vado>>.- dico per poi voltargli le spalle e andare via.
Sento che mi afferra il polso.
<<Aspetta>>.
Che cazzo fai Ethan.
Tutti ci guardano. La cosa mi imbarazza.
<<C...Cosa c'è?>>.
<<Come mai così tanta fretta?>>.
<<Ho lezione>>.
<<Okay, allora sarò breve, se ti è piaciuto il pezzo di prima, possiamo incontrarci in teatro alla fine di quest'ora e potrei risuonarlo, se ti va>>.
Io e te soli. In teatro. Dopo.
<<E se venissero altre ragazze? Non vorrei metterti in difficoltà>>.
Poi aggiungo <<Lo dico per te>>.
Come cazzo mi vengono queste frasi Gesú mio, fatemi sprofondare.
Ma perché devo rovinare sempre ogni momento?
Si mette a ridere.
Mi piaci quando ridi.
<<Grazie del pensiero, ma non preoccuparti per questo>>.
<<Va bene>>.
<<Quindi?>>.
<<Quindi...mi stai dicendo di saltare la lezione di storia dopo?>>.
<<Ho dedotto che ti sia piaciuto il pezzo che ho suonato prima, visto che eri fuori la porta, e ho pensato che sarebbe una buona idea fartelo ascoltare>>.
Si. Okay. Si. Si. Si.
<<Certo si, a dopo allora>>.
Mi sorride.
Arrivo in aula e mi accascio sulla sedia.
Francesco che cazzo ti prende?
Come ti è saltato in mente di fare tutti quei pensieri strani nei confronti di Ethan? Ti ricordo che ha 23 anni e ha una ragazza, quindi non ti calcolerà mai.
Ma il cuore mi batte all'impazzata ogni volta che mi è vicino, che sto iniziando ad essere triste e geloso quando non lo vedo a scuola.
Triste perché non mi capita di incontrarlo neanche per sbaglio, geloso perché penso possa essere con qualcuna e fare le stesse cose che fa con me.
Poi ripenso a prima, a quando mi ha afferrato il polso, e mi vengono i brividi quando la mia pelle è a contatto con la sua.
Non posso crederci che mi abbia chiesto di vederci in teatro solo per farmi sentire quel brano.
La cosa mi rende al settimo cielo, ma devo frenare questi pensieri sbagliati, altrimenti so per certo che mi porteranno solo ad illudermi....e di conseguenza anche a soffrire.
Perciò, voglio pensare solo che siano stati pensieri legati all'età e al fatto che sia un bel ragazzo e non che stia iniziando a provare qualcosa per lui.
Non so se sia il caso di parlarne ai miei amici, ricordo che non gli ho ancora confessato il fatto di essere gay e onestamente non so come potrebbero prenderla, perciò meglio non dire nulla ancora, e poi chissà...magari poi mi passa.
Devo solo inventare una scusa nel caso mi chiedessero dov'ero durante la lezione di storia.
L'ora di ceramica passa in fretta e il che è un piacere.
L'insegnante mi ha richiamato un sacco di volte.
Ero distratto, è vero.
Non ho fatto altro che pensarlo per tutto il tempo, è solo colpa sua se non sto combinando più un cazzo.
Rimetto i quaderni in cartella e poi mi dirigo in teatro.

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So che questo capitolo può sembrare corto ma ho avuto davvero poco tempo e ci tenevo comunque ad aggiornarvi.
Scusatemi, a presto ♡

I put a spell on you.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora