7.

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Si trovavano ancora in quella strana posizione, entrambi incapaci di muoversi o di staccarsi da quel gioco di sguardi, a causa dei loro stessi pensieri e delle loro sensazioni, che erano pressoché gli stessi.

Si trovavano ancora ad un palmo di naso, e respiravano silenziosamente l'uno il profumo dell'altra.

Cos'è che stava accadendo a quei due?
Se lo chiedevano anche loro, nel profondo, senza dirlo ad alta voce, perché dare un nome alle cose significa dar loro una forma. E questo fa paura.

Draco accarezzò quel viso che tante volte aveva disprezzato e deriso, e che adesso era lì. Davanti a lui. Lo fece di istinto.

'Merda!' pensò 'Cosa mi sta facendo?'

<<Malfoy..>>
Ma lui non le diede il tempo per parlare.
Prese quella mano piccola e calda nella sua, fredda e gelida, e scesero insieme quella collina.

Andromeda accolse suo nipote con un caldo abbraccio che contraddiceva il freddo di dicembre, e il freddo nell'anima di quel ragazzo, che ricambiò il gesto un po' impacciatamente.

Hermione invece abbracciò con tanto calore e tanta forza quella donna che l'aveva accolta tempo addietro a braccia aperte e senza pretese.

Vide Narcissa e suo figlio che si abbracciavano in un modo così insolitamente dolce che le sfuggì un sorriso spontaneo, che non poteva non essere altrimenti.

Ricevette la stretta di mano di Narcissa, sicura ed impeccabile, cercando dentro di sé molte ragioni per odiarla, e non trovandonr, perché il suo unico errore fu quello di anteporre il bene di suo figlio sopra ogni cosa, sopra chiunque, come farebbe qualunque madre che si possa definire tale.

<<Signorina Granger.>> Narcissa la salutò educatamente.
<<Signora.>> Hermione rispose allo stesso modo.

Draco, appoggiato alla parete osservava le due donne, una la nemesi dell'altra, incapace di non provare che una segreta ammirazione, specialmente per la Granger.

<< Zia Hermione !>>
Una furia dai capelli turchesi corse ad abbracciare Hermione che si inginocchiò per accoglierlo tra le sue braccia.
<<Teddy, piccolo mio.>> quanto le era mancato.

Inspirò il suo profumo, così infantile e così buono, e si commosse al pensiero che lui si ricordasse di lei e le volesse ancora bene, nonostante non fosse stata molto presente negli ultimi mesi.

Si staccò per guardarlo bene.
Era cresciuto tanto, e si commosse ancora di più quando riconobbe nel suo viso gli stessi occhi di Remus, occhi grandi e saggi, e lo stesso sorriso semplice e bellissimo di Nymphadora.

<<Come stai zia?>>
Hermione guardo fugacemente nella direzione di Draco.

<<Sto bene bambino mio. E tu?>>

<<Anch'io zia Hermione. La sorella di nonna mi ha portato molti regali. So che dovevo aprirli domani ma non poteva aspettare.>>

Vide che Narcissa sorrideva al bambino. E anche Hermione rise, anche se non lo faceva da tanto, e non si ricordava più tanto bene come si faceva.

Abbracciò quel bambino, a cui la vita aveva deciso di fare del male fin da subito, senza nessun riguardo o quasi, e gli consegnò il suo regalo.

Lui corse via felice.

<<Hermione >> Andromeda richiamò l'attenzione della ragazza. << tu sai già dov'è la tua camera.. Per favore, mostra quella attigua a mio nipote.>>

Hermione annuì.

'Perché a me?' pensò, mentre Draco la seguiva per il corridoio e poi su per le scale a chiocciola. Si trovarono in un altro piccolo corridoio con tre porte: due camere laterali e un bagno centrale. Hermione ancora lo ricordava.

<<Okay Malfoy.. Questa a sinistra è la tua camera, qui c'è il bagno, mentre quella a destra è la mia camera.>> disse, senza guardarlo negli occhi.

Fece per andarsene. Ma dopo pochi passi si sentì strattonata.
Si ritrovò di nuovo tra le sue braccia, ancora una volta.
E ancora una volta Draco si ritrovò ad accarezzare il suo viso con una insolita tenerezza, senza staccare gli occhi di ghiaccio dai suoi che erano dardeggianti come il fuoco più vivo, mentre la teneva stretta a sé.

Hermione lasciò cadere il suo bagaglio.
<<Malfoy..>>
<<Che cosa mi stai facendo Granger?>>
Anche lei gli accarezzò la guancia, la pelle gelida, pallida, ma con un leggero rossore sulle gote.

<<Malfoy, io..>>
<<Al diavolo>> sussurrò lui.

E la baciò.

Hermione si arrese a quel bacio.
Beato oblio.
Un bacio dolce e calmo e paziente, come forse mai lo erano stati loro due, né con se stessi, né viceversa.

Hermione si staccò e corse via dopo un attimo.

L'oblio, dolce, beato oblio, stava svanendo.
Si chiuse nella sua stanza, scivolando lungo la porta, fino a che rimase seduta, e toccandosi le labbra.

E lui le chiedeva cosa gli stava facendo?
Se avesse avuto il coraggio di aprire la porta, lo avrebbe trovato lì immobile, anche lui esterrefatto.

E gli avrebbe posto la stessa domanda.

Cosa mi stai facendo?

Fango e NeveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora