Avvolto tra le coperte del suo piumone su quel lettino da una piazza.
Dopo aver fasciato la zampa di Duilio,si era rintanato nella sua camera con il cucciolo ai piedi.
Alcuni rami del grande albero,di fronte alla casa,sbattevano sulla sua finestra.
Calum,con il capo poggiato sul morbido cuscino osservava l'inizio della foresta.
Impaurito di poter cogliere nuovamente quei due occhi luccicanti su di lui.
La mattina seguente,nonostante le poche ore di sonno,fu costretto a mettersi in piedi per darsi una lavata.
Si era infilato dei comodi jeans strappati e sopra la maglia una camicia a scacchi rossi di flanella.
Come il giorno prima aveva salutato I nonni con un bacio sulla guancia,salendo sul vecchio pik-up .
Arrivato a scuola parcheggiò senza guardare in faccia nessuno.
Aveva iniziato a piovere e con una corsetta si rintanò sotto alla tettoia dell'edificio accendendosi una sigaretta.
Le gocce colavano giù ritmicamente mentre le fronde degli alberi erano scosse dal vento.
Suonata la campanella,tutti gli studenti,fradici e spazientiti si spintonavano per raggiungere le classi.
Calum non vide Il ragazzo dai capelli caramello,mentre di fronte all'armadietto tentava di inserire la combinazione.
Sbuffando tirò fuori il pezzettino di carta,che la segreteria gli aveva appurato di consegnare in caso di evenenzia.
Finalmente dopo dieci minuti di tentavi invani sbloccò il piccolo lucchetto.
Un tonfo secco gli fece spostare gli occhi verso I suoi piedi.
Qualcosa era scivolato da dentro per poi rotolare sul pavimento piastrellato di mattonelle.
Gli occhi scuri saettarono verso il basso dove la torcia del nonno se ne stava di fronte ai suoi anfibi.
Un brivido ti terrore gli percorse la schiena mentre con riluttanza afferava la torcia nascondendola dentro lo zaino.
Non si accorse però di un paio di occhi cristallini che lo osservavano.
I capelli tinti di un rosso fuoco e le labbra increspate in un sorrisetto divertito.
Al termine delle lezioni il canadese passò dalla grande biblioteca di Balking,distante solo pochi minuti dalla scuola.
Le gocce di pioggia scivolavano sul vetro mentre le piccole stanghette di metallo e plastica andavano a destra e sinistra permettendo al guidatore migliore visibilità.
Calum infilò il cappuccio sopra la testa mentre teneva nella spalla destra lo zianetto nero.
Riuscì a ripararsi all'interno del grande edificio mentre gli anfibi sbattevano,bagnando il pavimento piastrellato di mattonelle granulate.
La biblioteca era completamente deserta apparte il vecchio signore,che con un carrello scorrevole rimetteva in ordine I libri tra I grandi scaffali.
Il giovane canadese poggio lo zaino vuoto sul tavolo camminando tra le varie sezioni.
Gli abiti umidi stavano appiccicati alla pelle mentre sfregavano tra loro creando attrito.
Calum si mise sulle punte dei piedi tentando,con le lunghe dita,di tirare giù:
"L'enciclopedia degli animali"
Si morse il labbro in un chiaro sforzo a causa dell'elevata altezza dello scaffale.
Sentì un fiato gelido dietro di lui,una mano elegante e cadaverica afferrare la costola del grosso libro portandolo giù.
Calum si voltò lentamente trovandosi di fronte un volto completamente nuovo.
I lineamenti erano delicati,le labbra chiare e un naso alla francese.
Dei capelli biondi tirati in un ciuffo sbarazzino scoprivano due grandi occhi azzurri,contornati da lunghe ciglia chiare.
Calum storse le labbra all'altezza spropositata dello sconosciuto,che con fare gentile gli posò il manuale tra le braccia.
«Se ti serve una mano chiedi pure,mio nonno non si accorge mai che alcune persone ne hanno bisogno»
La voce era delicata e atona mentre il cartellino attaccato alla maglia denotava il nome:
"Luke"
Scritto in modo confusionario e disordinato,quasi fosse la calligrafia di un bambino delle elementari.
«Ti ringrazio,non sarei mai riusciuto a prendere questo coso»
Cercò di sdrammatizzare il canadese,mentre lo sconosciuto con un lieve sorriso e un alzata di spalle si dileguava tra I corridoi.
Pensò semplicemente che non fosse di molte parole mentre con fatica poggiò la grande enciclopedia sul tavolo di legno.
Andò nella sezione "foresta" fino al capitolo che parlava dei lupi.
Citava un piccolo pezzo:
"Animale sociale,in tutte le manifestazioni della sua esistenza. La vita di branco richiede però il rispetto di regole precise: disciplina della caccia [1], obbedienza al comportamento [2-3],spirito di collaborazione. Ed il muso espressivo di un lupo rivela sempre lo stato d'animo del momento".
Il diciottenne continuò a leggere senza accorgersi del tempo che lentamente scivolava nelle lancette dell'orologio.
Una guancia poggiata sul palmo e gli occhi ombreggiati dalle ciglia scure,gli occhi che andavano da destra verso sinistra e I capelli che con alcune ciocche gli cadevano sul naso.
«La biblioteca sta chiudendo,non pensi sia meglio tornare a casa?»
Sentì dire a qualcuno davanti a se. Una voce diversa,graffiata.
Hood tolse il libro dalle sue mani mentre spostava lo sguardo su quella figura già vista.
Se ne stava seduto,con le gambe accavallate sul tavolo e gli anfibi gocciolanti di pioggia.
I capelli rossi scomposti e tra le labbra il filtro di una sigaretta,che con noncuranza teneva accesa nonostante I vari divieti.
Lo aveva già visto,nei corridoi,alla mensa e alla lezione del professor Thomas.
Sempre in compagnia del ragazzo dai capelli caramello.
«Tu saresti?»
Chiese con un alzata di sopracciglio il canadese.
«Michael Gordon Clifford..piacere mio e comunque il mio era solo un consiglio -sposta la sedia tornando in piedi-a tuo rischio e pericolo -butta la cenere per terra- ma immagino tu sappia che Balking non è un posto sicuro...soprattutto di notte»
«..soprattutto vicino alla foresta».
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Ei. Nuovo capitolo,come negli altri ditemi pure che ne pensate. Spero stiate passando una buona giornata.