"Odisseo, amore, perché sei qui solo? Hai lasciato il banchetto senza dire una parola, che succede?"
L'uomo non risponde e la moglie gli si avvicina, posandogli una mano sul braccio. Il palazzo ha una vista magnifica sul tramonto mozzafiato: il sole irradia luce rosa su tutte le nuvole attorno mentre si immerge nel mare cristallino dell'isola di Itaca.
"Ti manca il mare, vero?" chiede Penelope, vedendo che il marito sta scrutando l'orizzonte blu in silenzio.
"Immensurabilmente" le risponde lapidario. La donna lo guarda con un velo di paura negli occhi.
"Vuoi partire di nuovo?" domanda con voce alterata.
Odisseo non le risponde. La bacia sulle labbra con tenerezza.

"Dove vorresti andare?" riprende la moglie, preoccupata "Hai già messo piede in ogni terra, in quei vent'anni."
"Ti sbagli, Penelope: non ho ancora visto ogni cosa."
Penelope lo guarda con perplessità.
"Non potrai mai conoscere ogni cosa, Odisseo! Trova pace, rimani a casa."
"Trovare pace? Rinunciare alla conoscienza? Mai!" risponde alzando il tono di voce.
"E dove pensavi di andare, dunque?"
"Oltre le colonne d'Ercole."
"Cosa? Spero tu stia scherzando! Non puoi sfidare il creato divino, Odisseo! Morirai!"
"Come puoi saperlo, donna? Nessuno sa cosa c'è dopo. Io lo scoprirò."
"Potresti impiegarci anni."
Odisseo non rispose.
"Mi lasceresti sola, di nuovo."
Il re tornò a guardare il mare. Penelope aspetta alcuni momenti, ma il marito rimane in silenzio. Se ne va, lasciando Odisseo solo davanti al mare.

Si è appena fatto buio, Penelope giace sul talamo. Sente dei passi attraversare i corridoi di pietra. Una sagoma, illuminata solo dalla luce della luna che arriva dalla finestra, le si stende accanto.
Odisseo le accarezza la guancia e le labbra, poi la bacia.
"Mio re, non mi lasciare. Non partire."
L'uomo la stringe, appoggia la sua testa sui suoi seni.
"Portami con te, almeno." Lo bacia sulla fronte.
"Ti prego" sono le sue ultime parole prima di addormentarsi abbracciata a lui.

Ripartire, riscoprire, ritornare. Il mare mi chiama come un'innamorata chiama l'amante appena cala la sera.
Portarti con me, Penelope? Non potresti capire, amore, non riusciresti a comprendere la magia del mare e è il fascino della conoscienza. Il tuo cuore non riuscirebbe ad apprezzare abbastanza le terre mai visitate prima, le nozioni appena imparate, i cibi appena assaggiati.
Penelope, lo so che se venissi con me ti fermeresti nel primo luogo ameno per costruirci un palazzo: non raggiungeremo mai la meta. Ti manca lo spirito d'avventura, amatissima regina. Bisogna salpare di nuovo, poco dopo aver conosciuto nuove terre, per spingersi verso territori ancor più ricchi, ancor più maestosi.
Ho sete di sapere e le tue labbra, amore, per me non sono più abbastanza.

Odisseo rimane a lungo sveglio, pensando e riempiendo di baci e carezze la bella, seppur non più giovane, moglie, che dorme a lui abbracciata.

Alle prime luci del giorno seguente Penelope si sveglia. Nel letto, costruito  con a un ulivo centenario, è sola. Il suo cuore si ferma, con lo sguardo perlustra la stanza flebilmente illuminata. Corre alla finestra, vede la nave di Odisseo in mezzo alle onde viola. Grida il nome del re disperatamente. La nave è appena salpata, potrebbe ancora fermarla. Si precipita fuori dal palazzo, attraversa la piazza e raggiunge il porto più velocemente possibile, come l'età le permette.

Il porto è ancora poco affollato, ci sono i primi pescatori tornati con le reti piene di pesci. Guardano la regina, che con i capelli scompigliati, la veste spiegazzata, nessun gioiello addosso, piedi nudi impolverati, si dispera sul molo da dove è salpata la nave del re.
"Odisseo! Odisseo, mio re!" grida con quanta più forza ha un corpo. Ma le urla non riporteranno indietro il suo amore, e lei lo sa bene.
Penelope si inginocchia e singhiozza con il viso tra le mani. I pescatori le si avvicinano, non hanno ben capito cosa è accaduto, ma ecco che arrivano correndo alcune ancelle con il giovane Telemaco.
Il ragazzo la fa alzare da terra e la accompagna verso il palazzo, mentre cerca di capire cosa sia successo tra i singhiozzi della madre.

Odisseo sulla nave impartisce ordini ai suoi marinai: puntano verso le colonne di Ercole.

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