Dèdicati alla pederastia, dai.
Tu e la tua magnifica essenza di poeta maledetto, fatelo.
Non fare il finto tonto, sai di cosa parlo. Guardami negli occhi, guarda in queste mie nuvole temporalesche gonfie di pioggia: le vedi le saette, i fulmini, i lampi?

No, Odisseo, non ti lascerò partire, non da solo, perché t'amo, mi sento vuota senza te.

Domani sarà tutto passato, solo presto tornerà una ragazza ragionevole in questo corpo e tu ti ritrasformerai in re saggio e sarà tutto a posto. Ma ora, ora, dovresti stare attento. Guarda le mie ferite Odisseo: sono profonde, fatte con la tua stessa spada e non basterà un bacio, o un "ti amo!" con il punto esclamativo a curarle. Portami con te, sulla tua nave. Non lasciarmi sola e sanguinate.

Sai bene quanto io abbia bisogno di te, eppure scappi, torni tra i tuoi mari, incredibili distese azzurre, ammalianti e piene di feroci sirene: il loro canto è più potente del mio.

Ma cosa pretendo, io? Che tu stia qui con me, tutta la vita, solo mio? Oh, lo vorrei, ma sai anche quanto preferirei  vederti felice nella tua scoperta del sapere.

Sì, Odisseo, lo sai meglio di me, non sarà facile attuare questo progetto, intraprendere questo viaggio, solcare insieme a te le acque di una mare misterioso. È una sfida estremamente complessa, un passo errato e morirei affogando nella vergogna, eppure è da fare, solo perché alla fine, anche nel peggior viaggio, ci sarai sempre tu, come consolazione, con me.

Odisseo, ti perdono le tue assenze, ma non ritiro l'invito alla pederastia: ti farebbe bene, magari potresti cancellare certi tuoi bigottisimi antiquati.
Ti amo.

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