"E' morto!" si sentì sussurrare, un mattino, sull'isola di Itaca.
Dalle finestre della grande reggia entravano i raggi di sole che, filtrati dalle tende di lino, si adagiavano sul lungo abito drappeggiato della regina Penelope. Il cielo azzurro in una giornata funesta indica, secondo i saggi barbuti, la morte di un eroe. Infatti, proprio quel giorno, il famoso e astuto Ulisse era sceso nell'Ade.
"E' morto!". Si sentì un grido richieggiare nelle stanze silenziose. Le ancelle abbandonarono i loro lavori di tessitura e si affrettarono leggiadre alla camera della loro padrona.
Telemaco, sentendo l'urlo di sua madre, lasciò l'arco e una freccia, che stava per essere tirata, ai piedi del bersaglio e corse verso la reggia come una lepre spaventata, schivando le persone che si erano immobilizzate appena avevano udito la terribile notizia. Quando, dopo pochi minuti, riuscì a farsi strada tra le schiavette dalle chiome ricce affacciate sulla stanza della regina, vide sua madre inginocchiata, con il volto tra le mani, che singhiozzava. A fianco le era steso il corpo del padre Odisseo, che sembrava quasi addormentato. Il giovane si accostò alla donna, che continuava a piangere, e le posò una mano sulla spalla. Poi tastò il polso del vecchio,con la mano tremante, e constatò che davvero il suo cuore non stava più battendo. Ecco che allora le prime lacrime, dopo la sorpresa iniziale, cominciarono a uscire, calde, dai suoi occhi.
Le ragazze si stavano battendo il petto, mentre intonavano già i primi canti funebri, quando la regina, scostato il figlio, si rialzò da terra, si lisciò il vestito leggero, sistemò la chioma grigia e sorridendo come da tempo nessuno la vedeva fare, si asciugò con il dorso della mano gli occhi. Diede poi uno strattone al figlio Telemaco, facendolo staccare dal suo ultimo abbraccio con il padre, dopo averlo guardato con aria infastidita.
"Madre, cosa stai facendo?" chiese perplesso il giovane con una voce fioca. L'anziana donna prima lo pose le mani sui fianchi, come quando anni addietro doveva rimproverare il principino, e poi iniziò a ridere di gusto, guardando il ragazzo con occhi illuminati da una nuova scintilla, che mai nessuno le aveva visto addosso.
Telemaco non riusciva a capire e tantomeno le ancelle, che interdette, avevano momentaneamente interrotto il rito. Lei proclamò ad alta voce "Non lo vedi, figlio mio, che queste sono lacrime di gioia? Finalmente è morto, quel cane di tuo padre! Avrebbe dovuto rimanere altri cinque anni nel letto di Calipso, ah!, invece di tornare a Itaca da vecchio ubricone. Pensa che, in pochi mesi dal suo ritorno, m'ha finito tutte le scorte di vino. Ma andate fanciulle, andate a comprarne di ancor più buono, è ora di brindare per questo giorno glorioso!".
Il ragazzo spalancò gli occhi alle parole materne e tutte le ragazze iniziarono a mormorare confuse. Dov'era finito il sacro amore dei due sovrani? "Almeno dagli un funerale degno del suo nome, o madre" esordì il giovane, che ancora lacrimava.
"Certo, faremo una festa, un'enorme festa! Forza, andate a uccidere il vitello grasso e chiamate tutti i suoi vecchi amici, che vedano chi comanda ora!" ordinò soddisfatta. Le ragazze uscirono facendo svolazzare le vesti candide, incredule per il comportamento di Penelope, e Telemaco uscì abbacchiato, strascicando i piedi, incapace di comprendere sua madre.
"E' morto!" disse con voce suadente la vecchia regina al giovane procio, che si era affacciato alla sua finestra e le porgeva un mazzo di fiori di campo. Lei gli accarezzò la gola e lo baciò con malizia. "Ora non dovremo più vivere nell'ombra" concluse facendo entrare il bel principe. "Ah, sta attento al cadavere" gli disse invitandolo nel talamo.
E la gioia di veder finalmente quell'anziano marito defunto, e poter quindi manifestare apertamente il suo amore con quel procio, era così grande, ma lei così debole, data l'età avanzata, che, appena distesa accanto all'amato, la donna, ormai solcata da innumerevoli file di rughe, ebbe un colpo al cuore e morì anch'essa, unita, seppur malvolentieri, al destino dell'antico eroe Odisseo.
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Itaca
Short Story"Se per Itaca volgi il tuo viaggio, fa voti che ti sia lunga la via, e colma di vicende e conoscenze." - Costantino Kavafis Ho raccolto in questo libro tutti i miei testi ispirati alla storia di Odisseo e Penelope. È diviso in parti, ognuna delle qu...