With me

34 3 1
                                    

È il giorno prima della partenza, che ansia. Sto già preparando tutto. Starò a Kyoto fino a febbraio, dovevo starci fino ad aprile ma poi ho rincontrato Kotori e ho deciso che sarei tornata prima per stare con lei. Ho finito ora la prima valigia, piena zeppa di coperte e piumoni per l'inverno. Il letto del mio monolocale è matrimoniale e la parte vuota del materasso è sempre freddissima quando mi sposto, brrr! Meglio prendere anche i calzini da notte.
Mia madre mi preparerà un pranzetto per il viaggio da leccarsi i baffi, mi mancherà la sua cucina. Vivendo da sola ho imparato anch'io ma la mamma è la mamma, il suo curry è inegualiabile! Sento il profumo di the salire dalle scale, così decido di scendere per berne una tazza.

— Umi, stai prendendo tutto?
— Sì sì, mamma, non preoccuparti.

Mi sorride con dolcezza, so che ai suoi occhi sono ancora una bambina.

— Momoko, non stressarla troppo.
— Yuu! Nostra figlia parte e tu sei tranquillissimo!
— È grande, sa cavarsela!
— Ma non si sentirà sola? Eh, Umi?
— Ci sono abituata, ormai!

Sorrido per poi prendere un sorso dalla tazza.

— Scotta!

Sì, mi sono abituata ma... a volte.... avrei davvero bisogno di compagnia. Quando ad esempio mi va male un esame vorrei conforto, quando fuori c'è un temporale e i tuoni mi svegliano, quando mi alzo la mattina vorrei qualcuno con cui condividere la colazione.
Più tardi arriverà Kotori ad aiutarmi. È l'ultimo giorno in cui posso passare del tempo insieme a lei. Mi viene un nodo alla gola, riguardo le nostre foto di questo autunno passato insieme. Mi sale un magone tremendo, so già che sentirò da morire la sua mancanza in questi due mesi. Passeranno in soffio con tutto quello che avrò da fare, mq da subito sento un vuoto colmarmi dentro. Io e Kotori siamo davvero troppo amiche. Penso di provare dei sentimenti per lei: sono felice quando lo è anche lei, sono triste quando lei lo è e quando non c'è mi manca. Non posso evitare quello che sento per lei, ma continuo a nasconderglielo. Anche se il nostro, non è un rapporto di amicizia normale. Ci teniamo per mano ogni volta che ci vediamo, ci abbracciamo e restiamo strette strette per minuti interi, ci baciamo sulle guance. Non è normale o sì?

— Umi, è arrivata Kotori! Scendi!

Mi palpita il cuore.

— Pronta?
— Emm... quasi.

Siamo in camera, Kotori mi passa le cose da mettere in valigia. È sempre sorridente, so quanto le dispiaccia che parto ma è anche brava a nascondere le sue emozioni per non rendermi triste. Al tatto con le sue mordibi e setose dita i brividi mi pervadono la schiena e arrossisco.

— Tutto bene, Umi-chan?
— S-Sì?
— Ma che hai?

Ride fra le labbra.
Mi sta scoppiango il cuore, me lo sento. Batte così forte, non ce la faccio più. Vorrei dirglielo ma...

— K-Kotori, senti...

Ma non faccio in tempo a finire la frase che inciampo sul filo della prolunga. Cado a terra come una pera cotta e quando riapro gli occhi verso il soffitto Kotori è proprio davanti a me, su di me, seduta e piegata, così vicina da sentire il suo respiro. Sono completamente immobilizzata, mi perdo nei suoi occhi preoccupati.

— Ti sei fatta male?

[...]

— Umi-chan!
— Eh...?
— Senti dolore?

Mi tocca dappertutto.

— Solo un po' la testa.
— Stai più attenta!
— Sì...

Faccio per alzarmi ma Kotori non si sposta di un centimentro.

— Kotori...?

Fissa il pavimento ad occhi bassi, la frangia le copre lo sguardo e scorgo un leggero tremolio sulle sue spalle.

— Umi... non voglio che parti.

Ed il cuore alla fine, invece di esplodermi nel petto, si frantuma.

— Kotori... nemmeno io vorrei, ora che ho te.
— Ma tu devi, non permetterò che rinunci al tuo futuro per me.

Rifletto prima di risponderle, ma i miei sentimenti in un modo o nell'altro vogliono uscire. Non ragiono e quello che vorrei dirle è totalmente una pazzia, ma non riesco a trattenermi.

— E se venissi con me?

Kotori mi guarda con gli occhi sbarrati, pieni di lacrime.

— Perché?
— Come perché?
— Perché mi vuoi con te?
— Hai ragione, è folle vero?

[...]

— Umi-chan, io...
— Non preoccuparti, non ti devi scusare.
— No! Quello che intendo è che...
— Ragazze? Tutto bene lassù?
— Sì, mamma, sono caduta ma sto bene!

Mi alzo, ma adesso è Kotori quella immobile. Ha ancora quel tremolio sulle spalle, la copro con un maglione che avevo messo nella valigia.

— Hey, che ti succede?

La abbraccio, accarezzandole la testa che tiene appoggiata sulla mia spalla.

— Io ti amo.

Mi bisbiglia nell'orecchio queste tre parole, le stesse che stavo per dirle io, prima. Mi scanso, la guardo intensamente e non riuscendo a controllare il mio istinto la stringo forte fra le braccia.

— Oh, Kotori, ti amo anch'io!

La sento sussultare, sento il suo cuore battere forte e all'unisono col mio. Mi cinge con la sue braccia e smette di tremare.

— Avevo paura di dirtelo...
— Anch'io.

Dopo qualche minuto di silenzio, di carezze e di battiti frequenti si stacca dal mio corpo e guardandomi negli occhi avvicina il suo viso candido al mio. Non riesco a respirare, ho troppa voglia di baciarla e così accade. Un bacio, intenso, pieno di sentimenti che si mescolano all'amore in un caldo sospiro. Le labbra, gli occhi chiusi, le mani intrecciate; tutto è perfetto. Ci lasciamo travolgere dal momento e ci accasciamo a terra, sento il suo respiro affannare mentre mi stringe le mani ed io mi lascio coccolare da quel gusto dolce dal retrogusto salato delle sue lacrime di gioia.
Rimaniaml a terra a guardarci senza battere ciglio, finché la sua mano mi passa fra i capelli accarezzandomi la testa. Allora chiudo gli occhi, mo sento come in paradiso.

— Verrò con te.

Apro gli occhi, la vedo sorridere come prima d'ora non aveva mai fatto.

— Ti amo, Kotori.
— Anch'io, Umi.

Le prendo la mano e gliela bacio, per poi tornare sulle sue labbra per una mezz'ora buona.
Ci siamo solo io e lei, il resto del mondo scompare. Le valige non finite, mia madre e mio padre di sotto, la giornalista del telegione in televisione, la luce filtrata dalle finestre; niente, solo io e lei.

Your songDove le storie prendono vita. Scoprilo ora