With you

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L'aria di Kyoto è molto diversa da quella di Tokyo, sono distanti più di tre ore di treno. È una città più tranquilla, anche il lavoro è meno stressante. Per fortuna c'è un'altra sede delle rivista qui, cosicché non debba spostarmi ogni giorno o lavorare tramite il computer da casa. Quanto sto bene!
Ogni giorno io e Umi torniamo a casa insieme, le sue compagne di corso la prima volta che mi hanno vista davanti all'Università ad aspettarla mi hanno chiesto mille foto. Dicevano: sei proprio quella Kotori? Eh sì, è proprio come mi aveva raccontato. Pranziamo anche insieme, nelle ore libere siamo sempre insieme.

— Vado in pausa!
— Ancora con quella tua amica?
— Sì, sì, siamo inseparabili!

La raggiungo al solito bar, a metà strada fra il mio ufficio e la sua università. La aspetto al solito tavolo vicino alla vetrina.

— Eccomi!

Mi bacia sulla guancia e le sorrido.

— Che c'è? Ancora pregiudizi della gente?
— No, ma sai... di solito le ragazze non si baciano sulla guancia.
— Kotori, è da un mese che stiamo insieme!
— Shhh! Parla piano!

Mi guarda con disapprovazione, mentre prende in mano il menù e inizia a sfogliarlo.
Sì, è da un mese che stiamo e viviamo insieme e sono davvero felice! Ma ancora non mi sento pronta a ufficializzare tutto. Ho paura di quello che la gente potrebbe pensare, ho paura degli sguardi delle bariste che ci vedono tutti i giorni, delle sue compagne che ci fanno sempre mille domande, delle mie colleghe che mi chiedono se vado in pausa con lei.

— Scusami...
— Ne riparliamo stasera.

È quasi ora di staccare dal lavoro, oggi chiudo io l'ufficio. Mentre mi dirigo verso casa, mi fermo a fare un po' di spesa. Umi sarà stanca, poi devo farmi perdonare, le cucinerò della pasta.
Sento la porta chiudersi, finalmente è tornata!

— Umi-chan!

Le corro incontro, per poi schioccarle un bacio sulle labbra, ma sembra impassabile a questo gesto.

— Sei ancora arrabbiata?
— Kotori, non possiamo fare finta di niente per tutto il giorno, poi tornare a casa e scordarci del mondo.
— Ti ho già chiesto scusa...
— Ma non possiamo andare avanti così! Perché ti importa tanto di quello che pensano gli altri?
— È che... non voglio che... si rovini tutto.
— Ma come fa a rovinarsi tutto?

Mi tremano le spalle, mi succede quando sono troppo emotiva.

— Dai, non voglio che piangi.
— S-Scusami...

Mi abbraccia, mi bacia, mi ama così tanto che per amore andrebbe contro a tutto. Persino ai pregiudizi. Io, invece, così debole non riesco a superare le mie paure. Eppure, con lei mi lascio travolgere dall'amore senza aver timore di nulla.
La stringo a me accarezzandole la schiena da sotto la camicia, sento la pelle d'oca che al tocco è ruvida. La spingo verso il muro e continuo a baciarla.

— Umi... chan...

Il suo profumo mi riempie le narici, non riesco a resisterle.

— K-Kotori, aspetta...

È sempre imbarazzata quando ci troviamo in questa situazione, ma adesso non è più arrabbiata anzi mi sorride. La prendo per mano e la invito a sedersi sul divano. Mi siedo sopra di lei e la guardo intensamente. È tutta rossa, che tenera, sembra voglia evitare il mio sguardo per non voler farmi notare il suo imbarazzo.

— Non vuoi?
— S-Sai che non riesco a dirti di no.

Le tolgo le calze e il maglione mentre le stuzzico dolcemente il collo di baci. Affanna il respiro e mi tiene le mani sui fianchi. Si stende e le sbottono la camicia, per poi infilare una mano sotto la coppa del suo reggiseno. Emette piccoli gemiti, stringendomi l'altra mano.

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