Chapter 14

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"Devo andare ora" dico dopo essermi staccata, di malavoglia, dalle sue labbra.

"Si si, scusa" e si sposta per farmi alzare, leggermente imbarazzato.

Raccolgo velocemente le mie cose  e lo saluto prima di chiudere la porta dietro le mie spalle.

Mi permetto un sospiro di sollievo e inizio a camminare verso casa, con le cuffiette nelle orecchie. Alzo il volume al massimo, per scacciare via i brutti pensieri e inizio a canticchiare le note di "friends" di justin Bieber.

A  dun tratto sento due braccia possenti spostarmi e una voce che mi dice "attenta ragazzina!"
Alzo la testa per vedere chi mi ha salvata e incontro gli occhi gru di Luke.
Inizio ad imporporarmi mentre lui mi rivolge un sorrisetto malizioso.
"Ma sei tu! Non ti avevo mica riconosciuta, stai più attenta la prossima volta" e mi aiuta a rialzarmi, non ho spiccicato manco una parola.
"Grazie" mormoro imbarazzata.
"Di cosa" dice e scrolla le spalle mentre il suo sorrisetto si distanzia ancora di più.
"Mi chiedevo se magari ti andava di prendere un caffè insieme"
Aspetta un secondo. Luke mi sta davvero chiedendo di uscire con lui o mi sbaglio?.
"Che?" chiedo sbigottita.
"Vuoi venire a prendere un caffè con me?" dice ridendo.
"Certo" e cerco di fargli un sorriso normale per non sembrare sadica.
Lui si gira di spalle e poco dopo mi porge un casco blu.
"Tieni, metti questo, andiamo con la mia moto fino al caffè".
Con le mani tremolanti afferrò e il casco e me lo metto, senza però riuscire ad allacciarlo.
"Vieni, ti aiuto io" e mi attacca il casco "quanto sei carina" e in quel momento dentro di me esplode il putiferio.
Saliamo sulla moto ed io mi tango stretta a lui, non è di certo la prima volta che salgo su una moto, ma mi piace il fatto di poter stare vicino a Luke con un pretesto.
Lui parte a tutta velocità e assaporo ogni straccio di "libertà".
Libera dai miei genitori, da Federico, dalla mia vecchia vita.
Mi piace sentire l'aria che mi sferza la pelle, mi fa sentire libera.
Arrivati alla caffetteria scendiamo ed entriamo dentro.
Ordiniamo un semplice caffè e aspettiamo al tavolo che arrivi la cameriera a portarci le ordinazioni.
"Allora, come va?" mi chiede lui.
"Sai non mi spiego una cosa" dico con tono infastidito.
"Come mai adesso, di punto in bianco, mi parli?"
Lui rimane un po stupito per questa domanda e vedo che inizia ad agitarsi.
"Beh...io...cioè"
"Va bene, ho capito" gli rivolgo un sorriso, prendo la mia borsa ed esco dal locale, senza neanche pagare il caffè.
Mentre cammino penso a quanto le persone possano essere false e menefreghiste. A quanta falsità c'è nel mondo.
A dire il vero, un po me lo aspettavo, insomma il ragazzo a momenti più figo della scuola, che esce e parla con una come me. Dove si è mai sentito?
Il bello, è che non ci sono rimasta neanche troppo male, se mi piace come penso, avrebbe fatto male.
Sono altamente confusa, Federico o Luke?
Troppe domande senza risposta.
Il pomeriggio lo passo senza fare niente, non mi va di studiare ne di fare i compiti.

La mattina dopo a scuola è sempre la solita storia, mi alzo faccio le mie cose ed esco.
Ma stamattina mi sento diversa, come se mi fossi liberata da un peso, il cuore è più leggero.
Raggiungo Jessica e gli altri davanti scuola e insieme ci abbiamo in classe.
"Hai sentito l'ultima?" mi chiede Jessica con un pizzico di entusiasmo.
"No, che cosa?" "Federico e Luke ieri si sono picchiati, e non sono andati molto leggero" "Cosa?!" mi fermo nel bel mezzo del corridoio. "Dove sono ora?" dal preside, si sono picchiati poco prima che arrivassi tu" scrolla le spalle mentre messaggia al cellulare.
"Ti raggiungo dopo" le dico e senza neanche farla parlare inizio a correre verso l'ufficio del preside.
Mi fermo alla fine del corridoio, dalla parte opposta si trova Federico, ha un occhio nero, e uno zigomo gonfio e mi sta fissando.
Senza neanche pensarci corro verso di lui e sprofondo nelle sue braccia stringendolo forte a me.
Lui ricambia l'abbraccio e mi da un bacio sulla fronte.
"Perché?" gli chiedo, confusa.
"Non potevo più vedere quel coglione mentre ci provavo con te"
Strizzo gli occhi a sentire quelle parole...

Federico pov

"Cosa c'è Rossi? Ti sei rammollito?"
"Stai zitto" stringo i denti dalla rabbia.
"Seriamente ti importa del fatto che me la voglio solo portare a letto?"
"Se adesso non ti togli quel cazzo di sorrisetto dalle labbra te lo strappo a suono di pugni" dico Furio.
"Non posso crederci, Federico Rossi innamorato di una povera puttanella"
Non resisto più, avanzo verso di lui e gli piazzo un pugno sul naso, che lo fa cadere per terra. Tutto i presenti si girano ma non me ne frega niente, nessuno si deve permettere di offenderla.
Non gli do il tempo di rialzarsi che inizio a tempestarlo di pugni,
in faccia.
Mi distratto un secondo che mi arriva un pugno sullo zigomo, uno sul labbro, che inizia a sanguinare.
Riesco a liberarmi e gli tiro un altro pugno.
"Fermi tutti! Che cosa sta succedendo qui?!" un prof viene a dividerci e ci porta in presidenza.
Le mura ricoperte di fogli di giornale raffiguranti trofei e vincite dalla squadra di calcio della scuola non fanno altro che mettermi ancora più nervoso.
Dopo una delle solite ramanzine del preside, esco e mi di rigo in classe.
Mi fermo nel bel mezzo del corridoio, pochi metri più avanti c'è lei, il mio angelo, mi guarda dritto negli occhi e corre verso di me ad abbracciarmi.
Inutile dire che questo è uno dei giorni più belli della mia vita.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 17, 2017 ⏰

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