Capitolo uno

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Tre anni dopo

CRISTIAN

<< Allora Cris, ci vediamo stasera? >>

Sollevo lo sguardo sul biondo, che inarca un sopracciglio in attesa di una risposta, e abbozzo un sorriso. << Certo che sì! Sai che festa è la mia parola d'ordine, no? >>

Mi da una pacca sulla spalla. << Sei un grande, amico. A dopo, ciao! >>

Fabrizio se ne va ridacchiando e io faccio sparire dal mio volto ogni traccia di sorriso. In realtà non ho voglia di andare a quello stupido evento universitario però ci saranno tante belle donne e una grande quantità di alcol, per cui va bene così. È proprio quello che mi ci vuole!

Attraverso la strada e mi perdo un attimo nei monumenti della mia città: Roma, la città eterna... bella e dannata, un po' come me. Mi sono trasferito qui dopo la sciagura, volevo cambiare aria, dimenticare ogni cosa e ricominciare a vivere.

Eppure nonostante riesca a fingere che tutto proceda come avevo previsto, in realtà mi manca sempre qualcosa, quel pezzo che muoveva i miei ingranaggi, che regolava ogni mia azione. Chi non mi conosce, dice che ho tutto: una bella macchina, soldi a palate, un padre che è straricco e forse più stronzo di me, una casa perfetta, vestiti firmati ma... non sa che in realtà ho perduto l'unica cosa per me importante e che neanche tutto l'oro del mondo potrà rendermi di nuovo felice.

Questa vita mi annoia, sopravvivo, tiro avanti, mi comporto sempre come un deficiente e sono continuamente alla ricerca di nuove emozioni. Ma quando le trovo mi stanco anche di quelle, perché in verità nulla è come loro... nulla mi da quel senso di pace che prima possedevo, nulla mi riporterà indietro il mio cuore.

Sono viziato, lo son sempre stato, ero abituato ad ottenere tutto ciò che volessi, soprattutto le donne, quelle infatti si buttano ancora ai miei piedi e io non resisto mai alla tentazione. Perché dovrei? Ho un marchingegno di pietra al posto del cuore, ma non mi importa. Sono fatto così. Non ho scelto io di essere condannato a questo inferno!

*******

<<Giù, giù, giù, giù!>> Intorno a me si è scatenato un coro di persone che mi stanno incitando a bere sempre più.

Sono alla fantomatica festa, la musica mi spacca i timpani e corpi di donne mezze nude e sudate mi ronzano attorno.

Io, Fabrizio e Mario, il capo del mio gruppetto di amici, ci siamo sfidati per l'ennesima gara di Cicchetti della stagione. Una cosa frivola, sì, ma non così inutile visto che in palio c'è una bella rossa con un culo da paura.

Chi manda giù più alcol vince e si porta a letto quella sventola, probabilmente l'avrei attirata tra le mie braccia con qualche moina, ma vincere renderà ancora più entusiasmante la cosa.

Summer, ci viene dietro da secoli, si è prestata al nostro giochetto, perché sbava dietro tutti e tre da una vita. È una bella Pollastra, ma del resto chiunque sia disposto ad allargare le gambe per me, diventa un delizioso bocconcino ai miei occhi.

Ha un seno prosperoso, fianchi sinuosi, ventre piatto e culo sodo, gli occhi son marroni e quei capelli rosso fuoco incendiano facilmente i miei sensi, già annebbiati dall'alcol. È scopabile al punto giusto e oggi sarà mia, almeno per una notte.

<<Christian, te ne mancano solo tre.>> Urla Fabrizio al mio orecchio. Lui ha già perso, si è arreso al decimo bicchiere. Restiamo solo io e Eric.

Perderò? No, ovviamente! Vinco sempre io. E vincerò anche adesso.

Con un sorriso da stronzo, guardo il mio amico. Mando giù il dodicesimo cicchetto e sfido Mario a fare altrettanto con aria divertita.

<< Summer, sarà mia >> dichiaro, proprio mentre sculetta accanto a me, così ne approfitto per assestargli un colpo sulle natiche, dove non vedo l'ora di affondare i miei denti.

<< Scordatelo amico! >> Mormora lui.

Rido perché ho già la vittoria in tasca e dopo un grosso respiro mando giù gli ultimi bicchierini restanti. Quando ho bevuto tutto, fino all'ultima goccia, sbatto il piccolo calice di vetro con forza sul tavolo e fisso Mario con orgoglio.

<<K.O amico! Mi dispiace!>> Urlo e le persone attorno a noi gridano di gioia ed emettono versi striduli.

Sembra un pollaio in festa e io non ho affatto voglia di stare dietro queste cazzate. Ora ho bisogno di sfogare il mio desiderio sessuale, voglio giocare un po' con la donna che ho vinto.

Do una pacca sulla spalla a Mario che gentilmente mi manda a fanculo e raggiungo il trono, stile uomini e donne, che è stato creato per la ragazza in palio. Si è seduta sopra di esso non appena ha sentito chi fosse il vincitore. Se ne sta in quella posa con disinvoltura, ha le gambe accavallate, un sorriso malizioso e uno sguardo da gatta morta, insomma... la solita puttanella, ma va bene così!

Per me non esiste più nulla. Niente sentimenti, niente di niente. Solo sesso senza complicazioni, ed è questo quello che voglio.

Mi avvicino a lei con sguardo accattivante e poi afferro la sua mano e la spingo verso il mio petto, lei sussulta e arrossisce.

<< Sembra proprio che sarai mia per questa notte. >> Sussurro al suo orecchio, e con una mano le sfioro subito il seno. La sento ansimare e i suoi occhi scendono impudici verso il basso.

<< Speravo vincessi tu! >> Confessa e io rido.

<< Ah sì? >> Faccio scorrere la mano lungo la sua schiena e mi fermo esattamente sui buchi di Venere che solcano il suo corpo.

<<Si, lo desideravo tanto...>> Continua sensuale.

Oh Dio, basta, mi scoccio pure di sentirla parlare. Voglio farmela, adesso.

<< Non hai idea di quante altre cose ti farò desiderare questa notte... >> Bisbiglio al suo orecchio e sento che trema.

È così facile portarmele a letto!

Senza attendere oltre la trascino in una delle camere al piano di sopra e la butto sul letto. Fa per aprire la bocca, se inizia con un monologo mi fa passare la voglia.

<< Zitta e baciami!>> Le ordino con impeto, prima di posizionarmi su di lei.

Scusa se son stronzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora