Capitolo quattro

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CRISTIAN

La sveglia: un oggetto maledetto, mi ricorda perennemente che la giornata sta per ricominciare e questo non è affatto positivo... per me è il momento peggiore, quello in cui penso, mi danno, e mi convinco sempre più che le femmine siano tutte stupide.

Solo la mia donna non lo era ma non posso ricordarla se voglio sopravvivere un'altra giornata. È più facile e meno deleterio pensare che il gentil sesso si faccia fregare in un niente... gli si piazza davanti un bell'uomo, magari con dei pettorali da mozzare il fiato, il cazzo di dimensioni grosse e il portafoglio pieno, e subito partono a razzo, senza considerare altro.

Cosa si aspettava quella Summer?
Cuori? Fiori e frasi sdolcinate? Mi ha invaso il telefono di messaggi a cui non ho intenzione di rispondere. Vorrei sapere chi cazzo gli ha dato il mio numero!

Io non sono un tipo affabile e di sicuro non sarà lei a cambiarmi dunque non le concederò il bis di una stupida trombata senza senso.

Mi alzo svogliato, infilando i pantaloni e la maglietta ed esco senza nemmeno pensare alla colazione. Vado al bar dove di sicuro apprezzerò di più e ne approfitterò per accalappiarmi anche una nuova preda.

Solita routine, passeggiata a piedi, passo per il parco, ovviamente adoro guardare donne che si allenano. Si piegano, mettendo in mostra il loro culo e il perizoma striminzito che indossano. Mi fermerei molto volentieri per strapparglielo di dosso, metterle a novanta e farle gridare come probabilmente nessuno aveva mai fatto.

Altrimenti, perché stanno ad elemosinare pietà da me? Questo vogliono, questo continuano a chiedermi, imperterrite, senza curarsi di aver un minimo di dignità.

Barcollo, un attimo di distrazione, ed ecco che mi arriva uno spintone e il nervoso sale alle stelle. << Guarda dove cazzo vai? >>

La ragazza solleva il suo sguardo su di me, quel fottuto colore, quegli occhi così verdi che perseguitano ogni notte i miei incubi. Maledizione!

<< Non guardarmi così, non mi impietosisci >> dico scherzoso, sfiorandole una gota con le dita, ma consapevole che i suoi occhi comandano ogni mia emozione.

Ogni volta che uscivamo si ripresentava la stessa storia: Clarissa si arrabbiava in continuazione, ma mica era colpa mia se le donne mi mangiavano con gli occhi? Ok, mi rendo conto che una cosa del genere poteva disturbare,
ma come faceva a non accorgersi che io non guardavo altro che lei?

Era stupenda, una guerriera, una valorosa combattente che purtroppo ha dovuto deporre le sue armi e perdere la battaglia più importante: quella con la vita.

<< Chris, non prendermi per il culo >>

Aveva puntato il dito contro me che dopo la carezza avevo alzato le braccia al cielo chiedendo la sua pietà!

<< Non ti sto prendendo per il culo! Ma insomma sono così poco credibile? >>

Mi sorrise, a volte non capivo se fosse seria o meno... aveva un carattere peperino e si infastidiva per un nonnulla, eppure non portava mai rancore.

<< No, mi piace prenderti in giro, sei così ridicolo quando metti in mostra quell'espressione così buffa! >>

Bene, mi facevo fregare ogni volta come un cretino, credendo che fosse davvero incazzata e invece non era così. Era una burlona. Con lei non avevo speranze, ero fottutamente fottuto!

<< Sei tu che eri troppo concentrato a fissare il culo di quella >>

Ma chi si crede di essere? Le serve una sana scopata. Dio mio, ma la gente quando esce con persone del sesso opposto, che fa, gioca a carte?

Scusa se son stronzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora